Protezione attiva: sistema o impianto a disponibilità superiore, definizioni e applicazioni

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La revisione del Codice (D.M. 18/10/2019) introduce, nell’aggiornamento delle definizioni del capitolo G.1.14 – protezione attiva, la definizione di Sistema o impianto a disponibilità superiore:
19. “Sistema o impianto a disponibilità superiore: sistema o impianto dotato di un livello di disponibilità più elevato rispetto a quello minimo previsto dalle norme di riferimento del sistema o dell’impianto”.
Si tratta di una novità non marginale nel panorama della progettazione antincendio in quanto, per la prima volta, si scardina la tradizionale demarcazione netta e “non collaborativa” tra protezione passiva e protezione attiva antincendio, con il supporto delle misure gestionali per la sicurezza antincendio.

Sarà pertanto possibile, a determinate condizioni, supportare le analisi ed il comportamento della protezione passiva tenendo conto del contributo favorevole della protezione attiva(raffreddamento, inertizzazione, saturazione, controllo fumi e calore, attivazione funzioni particolari, separazione mediante cortine d’acqua, ecc.), oltre che fare ausilio delle misure gestionali, nell’ambito della attuazione della gestione della sicurezza antincendio (GSA), per assicurare la piena disponibilità degli impianti antincendio e sistemi di protezione attiva.

In questo articolo:
Protezione attiva e ruolo nella progettazione
Protezione attiva e affidabilità accettabile
Nuovo Codice: capitolo G.2.10.2 e disponibilità superiore di un impianto
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Protezione attiva e ruolo nella progettazione

Tradizionalmente le valutazioni ed i modelli analitici sul comportamento delle strutture deputate alla resistenza al fuoco ed alla compartimentazione antincendio non consideravano l’apporto favorevole della protezione attiva in quanto, a vantaggio di sicurezza, si ipotizzava che l’intervento di impianti e sistemi fosse passibile di “fallimento su domanda di intervento” con una probabilità di insuccesso (attivazione o prestazione attesa) non marginale.
Questa ipotesi di “garanzia” è frutto di considerazioni statistiche e di sostenibilità tecnica che attribuiscono agli impianti ed ai sistemi di protezione attiva un grado di affidabilità medio-alto, ma non tale da assicurare con un’alta probabilità di successo su domanda l’intervento e l’efficacia a cui gli impianti stessi sono deputati.
Anche a fronte di un’ottima progettazione, realizzazione e messa a punto, gli impianti ed i sistemi attivi necessitano di ispezioni e prove periodiche, oltre che di regolari attività manutentive troppo spesso trascurate (o non correttamente condotte) e tali da indebolire la probabilità di successo al momento del bisogno.

Protezione attiva e affidabilità accettabile

Questi “limiti”, in parte progettuali ma soprattutto gestionali, ascrivibili alla mancata fase di pianificazione e predisposizione delle procedure gestionali “di cura e mantenimento” ai fini della garanzia del grado di riduzione del rischio nel tempo, già richiesta durante la fase di progettazione dell’impianto o sistema, possono ora essere compensati in forma tale da elevare il rango dell’impianto o sistema di protezione attiva al livello di “affidabilità accettabile”, senza tuttavia dimenticare che il rischio zero non esiste (concetto ben chiaro nel Codice che attribuisce alla valutazione del rischio di incendio l’onere di costituire l’elemento fondamentale per l’attribuzione dei livelli di prestazione necessaria da ricomporsi in una strategia orientata al rischio di incendio sotteso all’attività da proteggere).
Il progettista potrà quindi individuare le caratteristiche del sistema che consentono di attribuire il livello di “affidabilità accettabile” richiesto dal sistema o impianto a disponibilità superiore.

Il capitolo G.2.10.2 e la disponibilità superiore di un impianto i sistema antincendio

Nel capitolo G.2.10.2 – Sistemi o impianti a disponibilità superiore, il D.M. 18/10/2019 introduce i criteri su cui si basa il requisito di disponibilità superiore del sistema o impianto. Si tratta di concetti generali, contenuti anche nelle norme UNI EN 13306 e NFPA 25 (che rappresentano un utile rifermento), che il progettista dovrà sviluppare e adattare al contesto specifico, dimostrando che i requisiti di affidabilità, manutenibilità e gestione siano garantiti, che determinano in modo inequivocabile il grado di riduzione del rischio associato al dispositivo, con specifico riguardo agli aspetti che concorrono a migliorare la probabilità di intervento su domanda ed efficacia ognitempo del sistema/impianto. La definizione di “disponibilità” e “disponibilità basata sul tempo” contenute nella norma tecnica UNI EN 13030: dalla lettura combinata delle sue definizioni, la disponibilità superiore di un impianto o sistema di sicurezza antincendio può essere ottenuta e, pertanto, dimostrata con:
Migliore affidabilità (ad esempio minor rateo di guasto, ridondanza fonti alimentazione, accorgimenti per la riduzione degli errori umani, protezioni specifiche dagli effetti antincendio, ecc.).
Maggiore manutenibilità e supporto logistico della manutenzione (riduzione tempi di ripristino dei guasti, programmazione delle manutenzioni, controlli e prove periodiche – come riportato, ad esempio, nello standard NFPA 25 [2]).
Gestione degli stati degradati o dello stato di indisponibilità del sistema nella sua interessa o di indisponibilità parziali, attraverso:
1. limitazione della severità degli stati degradati
2. misure gestionali compensative
3. condizioni di limitazione di esercizio.

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Sistema o impianto a disponibilità superiore
Piergiacomo Cancelliere, Marco di Felice, Raffaele Sabatino, Luca Fiorentini
Antincendio n.4/2020

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