La larghezza delle uscite di emergenza: risponde l’esperto

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Presentiamo un quesito pervenuto alla rivista Antincendio n.9/2013, in materia di larghezza delle uscite di emergenza.

Larghezza uscite di emergenza: il Quesito

Le uscite di emergenza (porte) possono essere realizzate di larghezza cm 120 a due ante (cm. 90+30 oppure cm 80+40) di cui una con funzione di anta principale e l’altra come anta secondaria ed entrambe provviste di maniglione antipanico? Qual è la normativa di riferimento?
Una ditta del settore mi ha comunicato, senza fornirmi riferimenti normativi, che l’installazione di porte cm 90+30 oppure cm 80+40 anche se nel complesso in ambo i casi si ha una larghezza utile pari a cm 120 con ante secondarie da cm 40 e cm 30 provviste di maniglione antipanico non risultano a norma. Le porte si aprono a semplice spinta (anta principale ed anta secondaria) ma l’anta secondaria, sempre stando a quanto riferisce la ditta, non può essere computata nel calcolo dei moduli di uscita quindi nel caso indicato devo considerare un solo modulo di uscita, vale a dire l’anta principale.

La riposta dell’esperto

La larghezza di un’uscita di emergenza di 120 cm. (2 moduli) deve essere fruibile, in caso di evacuazione, a semplice spinta, indipendentemente dal fatto che la porta sia ad un’anta o a 2 ante, purché le stesse siano entrambe apribili a semplice spinta.
La larghezza della singola anta è un falso problema e non esiste nessuna norma che ne vieti l’utilizzo, quando, si ripete, entrambe le ante sono apribili a semplice spinta. Alcune ditte trovano più comodo per loro affermare che “non si può fare”, ma non esiste nessuna motivazione logica e ingegneristica.

Redazione InSic

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