Riciclo e sostituzione delle polveri estinguenti: quale tempistica?

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Nuovo quesito per la rivista Antincendio!
Un abbonato chiede se la polvere contenuta negli estintori può/potrà essere riciclata come fertilizzante, ma qual è il termine temporale ideale per provvedere alla sostituzione?
La parola al nostro esperto, S. Marinelli, Dirigente A.R. dei Vigili del fuoco.

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Il quesito: polveri estinguenti: quando sostituirle?

La polvere contenuta negli estintori può/potrà essere riciclata come fertilizzante, o come proposto da alcuni operatori, rigenerata per essere impiegata in nuovi estintori.
Ma il termine di tre anni per la sostituzione delle polveri non è troppo frequente?
Infatti:
• la polvere negli estintori potrebbe non subire processi di decadimento o degenerazione specialmente se sotto azoto;
• in Germania, in Francia in Spagna e nel Regno Unito non è prevista la sostituzione periodica delle polveri.
Vorremmo sapere su che base in Italia sono stati stabiliti i suddetti termini di sostituzione e se vi è la possibilità di allungare detti tempi.

Secondo l’Esperto della rivista Antincendio

Il tema del recupero delle polveri estinguenti per fuochi di classe A -B -C è di grande attualità ed è oggetto di dibattito anche al tavolo dell’UNI che sta elaborando la revisione della Norma UNI 9994/1 per la manutenzione degli estintori.
È chiaramente condivisibile quanto affermato nel quesito in merito al fatto che in molti paesi esteri citati (Germania, Francia, Spagna, Regno Unito) la polvere estinguente non viene sostituita ogni tre anni, come avviene in Italia, perché non ci sono motivazioni ed evidenze tecnico-scientifiche che dimostrino che la polvere estinguente perde, con il tempo, le sue proprietà chimico-fisiche.
Anzi, da più parti, si afferma che la polvere estinguente negli estintori si conserva meglio di quella contenuta nelle confezioni con le quali la polvere viene conservata in magazzino. Non c’è dubbio che l’ambiente inerte e privo di contatti con gli agenti atmosferici come è quello all’interno di un estintore offre maggiori garanzie di conservazione rispetto a quello di un qualsiasi magazzino (basti pensare all’umidità nell’aria ed alle sue variazioni con il tempo).
Pertanto anche in Italia si sta ormai discutendo sulle necessità della sostituzione triennale di un prodotto che, si ripete, all’estero non viene considerato da sostituire ogni tre anni (gli stessi produttori lo garantiscono in genere per 5 anni e, di conseguenza, solo dopo 5 anni, come avviene in Spagna, si dovrebbe verificare lo stato della polvere per valutare se sostituirla o meno) e che, ad oggi, non è stato dimostrato da alcuno che perda le proprie caratteristiche chimico-fisiche se correttamente conservato, come avviene all’interno di un estintore.
A questo punto si innesca un circolo virtuale per il quale le polveri estinguenti, estratte da un estintore, dovrebbero essere smaltite anche se perfettamente uguali a quelle con le quali vengono ricaricati gli stessi estintori.
E qui si innesca un altro fenomeno tipicamente italiano: c’è chi parla di rifiuti, c’è chi parla di recupero e c’è chi parla di utilizzo come fertilizzante.
Il dibattito è complesso e si deve svolgere al tavolo istituzionalmente preposto, che è quello della Commissione Protezione Attiva contro gli Incendi dell’UNI (che lo scrivente ha personalmente presieduto per moltissimi anni), che, proprio in questo periodo, sta affrontando la questione della revisione della Norma UNI 9994/1, con particolare attenzione alla sostituzione triennale delle polveri estinguenti ed alla sostituzione quinquennale delle valvole per gli estintori a CO2.
Sarebbe comunque interessante per tutti gli addetti ai lavori conoscere concretamente in cosa consistano i procedimenti di “ripristino delle caratteristiche chimico-fisiche delle polveri estinguenti ABC”, dal momento che, sino ad oggi, l’unica operazione conosciuta dagli addetti ai lavori era il cosiddetto “setacciamento” della polvere per verificare l’eventuale presenza di grumi dovuti all’umidità.
Anche per queste operazioni di “rigenerazione” secondo la UNI EN 615 sarebbe opportuno che la Commissione UNI approfondisca la tematica al fine di inserirla compiutamente nella Revisione della UNI 9994/1 che sta entrando ormai nella fase operativa.
Infine è opportuno richiamare l’art.19 del D.Lgs. 139/2006 che attribuisce al Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco il compito di vigilare e controllare i prodotti antincendio immessi sul mercato e che dovranno quindi esprimersi e validare le “rigenerazioni” delle polveri estinguenti.

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Redazione InSic

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