Sostanze chimiche nelle schiume antincendio: da ECHA sì ad una restrizione graduale

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Il comitato per l’analisi socioeconomica (SEAC) dell’ECHA ha adottato il suo parere finale a sostegno di un divieto graduale delle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nelle schiume antincendio. La restrizione potrebbe ridurre le emissioni di PFAS nell’ambiente di circa 13.200 tonnellate in 30 anni.

Nel marzo 2022 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche aveva presentato una proposta per una restrizione a livello dell’UE su tutte le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nelle schiume antincendio. La restrizione eviterebbe un’ulteriore contaminazione delle acque sotterranee e del suolo e rischi per la salute delle persone e dell’ambiente.

Le restrizioni per le schiume antincendio contenute PFAS: le proposte dall’ECHA nel 2023

A proposito della restrizione proposta all’immissione sul mercato, all’uso e alla formulazione di PFAS nelle schiume antincendio il SEAC suggerisce, tuttavia, che prima della fine del periodo di transizione di 10 anni venga effettuata una revisione delle alternative prive di fluoro disponibili per i siti che producono, trattano o immagazzinano sostanze pericolose (coperti dalla direttiva Seveso) e quelli limitrofi.

Allo stesso modo, sarebbe necessaria una revisione per gli usi negli impianti offshore nell’industria del petrolio e del gas, dove il SEAC raccomanda di allungare il periodo di transizione da 5 a 10 anni. Il comitato ritiene che le revisioni siano importanti per mantenere la sicurezza laddove gli incendi possono avere un impatto elevato sull’ambiente e sulla salute umana.

Il SEAC raccomanda inoltre di allungare

  • da tre a cinque anni i periodi di transizione per l’utilizzo delle schiume nella navigazione civile
  • per l’immissione sul mercato di alcuni tipi di estintori portatili da sei a 18 mesi. Ciò serve a garantire che al termine dei periodi di transizione siano disponibili alternative prive di fluoro tecnicamente idonee.

Restrizione Schiume antincendio con PFAS: prossimi passi

A seguito dell’adozione del parere del SEAC, l’ECHA sta preparando una proposta di restrizione alla Commissione europea. La Commissione deciderà quindi se è necessaria una restrizione all’uso di queste sostanze. In tal caso, presenterà una proposta per modificare l’elenco delle restrizioni previste nell’allegato XVII del regolamento REACH. La proposta sarà votata dagli Stati membri dell’UE nel comitato REACH ed esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima dell’adozione in legge.

  1. Cosa sono le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS)

    Il gruppo di sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) comprende diverse migliaia di composti. Alcune PFAS sono state identificate come sostanze estremamente preoccupanti e le ripercussioni sull’uomo e sull’ambiente di molte di esse sono poco note. In base al principio di precauzione, l’impiego delle PFAS dovrebbe essere limitato a utilizzi indispensabili per la società e il loro rilascio nell’ambiente deve, per quanto possibile, essere ridotto al minimo.

Rischi per l’ambiente delle schiume antincendio: lo studio ECHA

Nel marzo 2022 l’ECHA ha studiato i rischi per l’ambiente e la salute posti dall’uso dei PFAS nelle schiume antincendio su richiesta della Commissione europea. L’Agenzia ha concluso che una restrizione a livello dell’UE sarebbe giustificata in quanto i rischi posti dai PFAS non sono attualmente adeguatamente controllati e le emissioni dovrebbero essere ridotte al minimo.

Le schiume antincendio contenenti PFAS hanno causato molti casi di contaminazione ambientale nell’UE, sia nel suolo che nell’acqua potabile. Tutti i PFAS, oi loro prodotti di degradazione, sono molto persistenti e alcuni sono noti per danneggiare la salute umana o l’ambiente. La combinazione di persistenza e potenziale dannoso significa che è importante ridurre al minimo ulteriori rilasci di queste sostanze per ridurre la probabilità di danni, potenzialmente irreversibili, in futuro.

Come ridurre le sostanze chimiche delle Schiume antincendio?

L’ECHA ha valutato i punti di forza e di debolezza di cinque diverse vie di uscita per controllare i rischi dei PFAS nelle schiume antincendio. L’opzione proposta vieterebbe l’immissione sul mercato, l’uso e l’esportazione di tutti i PFAS nelle schiume antincendio dopo l’uso o periodi di transizione specifici del settore.

Questi periodi di transizione darebbero all’industria il tempo di sostituire le schiume contenenti PFAS senza compromettere la sicurezza antincendio. Durante i periodi di transizione, coloro che utilizzano ancora schiume a base di PFAS dovranno garantire che le emissioni nell’ambiente siano ridotte al minimo. Anche le schiume scadute e le eventuali schiume di scarto dovrebbero essere adeguatamente smaltite.

Restrizioni alle sostanze chimiche nelle Schiume: gli effetti per l’ambiente

Se adottata, la restrizione potrebbe ridurre le emissioni di PFAS nell’ambiente di oltre 13 000 tonnellate in 30 anni. I costi stimati per la società sarebbero di circa 7 miliardi di EUR nello stesso periodo. Questi costi includono, tra l’altro, il prezzo della modifica delle apparecchiature per l’utilizzo di schiume prive di PFAS, la pulizia delle apparecchiature per rimuovere i residui di schiuma PFAS e la differenza di prezzo tra i PFAS e le schiume alternative.

Per approfondire sulla proposta ECHA e sugli atti normativi correlati, suggeriamo l’approfondimento dell’Agenzia europea.

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Antonio Mazzuca

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in "Gestione integrata di salute e sicurezza nell'evoluzione del mondo del lavoro" INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19). Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore. Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro. Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter). Contatti: Linkedin Mail: a.mazzuca@insic.it