In tempi difficili e precari come quelli della guerra lampo, la figura dei Vigili del fuoco era un punto di riferimento sicuro, non solo nei momenti tragici del soccorso, ma anche per tanti altri servizi che esulavano dai loro compiti di istituto. Si rimanda al pdf allegato per l’approfondimento completo.
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10 giugno 1940: l’Italia entra in guerra
Il 10 giugno 1940 dal balcone di Piazza Venezia e dalle migliaia di altoparlanti disseminati in altrettante piazze italiane, da quelle delle più grandi città a quelle dei paesini più sperduti tra le montagne e le pianure italiane, il Duce arringando le «folle plaudenti», comunicò loro l’entrata in guerra dell’Italia, contro la Francia e la Gran Bretagna.
Al grido di «Vincere e vinceremo» un corale entusiasmo si levò come un unico grido dai milioni di italiani incollati davanti alle trombe dei diffusori acustici.
L’illusione della “guerra lampo”
Ebbe così inizio per l’Italia la Seconda guerra mondiale che, secondo la tronfia propaganda fascista, avrebbe dovuto essere una «guerra lampo».
L’Italia venne così trascinata in un conflitto senza preparazione e senza essere pronta né militarmente e né tantomeno forte da un punto di vista economico.
Fu un vero disastro!
Quella guerra ritenuta di facile e veloce risoluzione, invece si risolse in tutt’altro modo e in tutt’altri tempi.
E l’avvertimento si ebbe subito.
I bombardamenti di Torino Genova
Mentre le grida di «fervente entusiasmo» ancora rimbalzavano tra le vie e le piazze delle nostre città, gli alleati reagirono con una tempestività sorprendente, bombardando Torino e Genova.
I primi morti, i primi ferite e le prime case crollate tra lo stupore e l’incredulità della gente.
Torino e Genova con i loro abitanti non avrebbero certo immaginato che poco dopo lo scoccare della fatidica «ora delle decisioni irrevocabili», avrebbero vissuto il non invidiabile primato di prima città italiana bombardata.
Il pomeriggio del 10 giugno, con ancora in mente le ridondanti parole del Duce radiodiffuse ad una «oceanica adunata» di popolo, pervasa da un irrefrenabile «ardente entusiasmo», la gente delle due città e di tutto il Paese, non aveva ancora una piena e chiara consapevolezza della gravità del momento.
La presenza dei Vigili del fuoco
Accomunata dallo stesso pericolo la gente continuava a sostenersi.
E sosteneva anche i Vigili del fuoco condividendone i pericoli, le ansie e le emozioni nel portare il soccorso alle vittime degli eventi bellici.
In tempi difficili e precari come quelli, dove la vita umana sovente era appesa ad un esile filo, la figura dei Vigili del fuoco rappresentava un sicuro punto di riferimento, non solo nei momenti tragici del soccorso, ma anche per tanti altri servizi che non poche volte esulavano dai compiti prettamente di istituto.
Lo vedremo in questo Quaderno.
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