Piano Nazionale Ripresa e Resilienza: quanto spazio alla Cybersecurity?

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Chiara Ponti
Renato Castroreale

Sempre di più si sente parlare di Cybersecurity, ma quanto effettivamente verrà fatto per incrementare la Sicurezza Informatica del Sistema Paese anche alla luce del nuovo PNRR?

È ormai da tempo che i governi ed in generale le istituzioni propongono il tema della necessità di incrementare in maniera significativa la capacità di monitoraggio, prevenzione e difesa delle infrastrutture tecnologiche da attacchi e incidenti informatici.

Anche il recente Decreto del Presidente della Repubblica 5 febbraio 2021, n. 54 relativo al “Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica – Regolamento”, in realtà non propone nulla di innovativo, ma stabilisce delle semplici regole sulla valutazione preventiva di progetti in ambito pubblico su un perimetro d’azione assai poco definito e decisamente contenuto.

Fatta questa doverosa premessa ecco i principali punti di intervento sul tema della Cybersicurezza.

Settore Pubblico: Infrastrutture Digitali

Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede tra i primi punti di intervento la digitalizzazione e la modernizzazione della PA, spiccando due interventi che riguardano lo sviluppo di un cloud nazionale e l’interoperabilità delle banche dati.

Le infrastrutture ed il cloud sono tecnologie abilitanti per lo sviluppo del Sistema Paese, perchè consentono di trattare le grandi quantità di dati e informazioni, che oggi sono indispensabili per erogare e gestire servizi efficienti a cittadini ed alle imprese. L’obiettivo, peraltro allineato con la strategia Europea (EU Data Strategy), è quello di rendere interoperabili le basi dati e renderle accessibili attraverso interfacce (API – Application Programming Interface).

Settore Privato: Digitalizzazione, innovazione e competitività

Attraverso un progetto denominato Transizione 4.0, che prevede la realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, 5G ed investimenti per il monitoraggio satellitare, si tenta di incentivare le imprese che investono in beni (strumentali, materiali ed immateriali) necessari ad un’effettiva trasformazione digitale dei processi produttivi. Tra gli acquisti incentivati, anche quelli relativi alla cybersecurity.

Il piano prevede di coinvolgere anche le piccole imprese (con fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro) fornendo credito in modo da favorire maggiori investimenti in questa critica fase economica.

Degli stessi autori:
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Castroreale Renato
Ponti Chiara

Redazione InSic

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