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Cloud nella Pubblica Amministrazione: indagine coordinata dei Garanti Europei

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E’ iniziata, il 15 gennaio scorso, la prima indagine coordinata del Comitato Europeo per la protezione dei dati sull’uso del cloud da parte dei soggetti pubblici. Sono 22 le autorità nazionali di vigilanza e controllo che avvieranno le indagini. Tra questi il Garante italiano per la protezione dei dati personali

L’iniziativa si inserisce nel Quadro di attuazione coordinata adottato dall’EDPB (European Data Protection Board) ad ottobre 2020, al fine di potenziare le attività di enforcement e cooperazione fra le autorità di controllo.

Adozione del cloud nella Pubblica Amministrazione

L’adozione del cloud da parte delle imprese è raddoppiata in tutta l’UE negli ultimi 6 anni. La pandemia di COVID-19 ha innescato una trasformazione digitale e molte organizzazioni del settore pubblico che si sono rivolte alla tecnologia cloud. Tuttavia, risulta spesso complesso per le pubbliche amministrazioni ottenere prodotti e servizi ICT che siano in linea con le norme UE sulla protezione dei dati.

L’indagine del Comitato Europeo per la protezione dei dati

L’indagine coordinata dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati è un’occasione per le autorità di controllo di:

  • verificare il rispetto del GDPR,
  • promuovere le migliori prassi per garantire un’adeguata protezione dei dati personali.

L’indagine riguarderà complessivamente più di 80 soggetti che operano in vari settori (sanità, fisco, istruzione); incluse le Istituzioni europee, le centrali di committenza e i fornitori di servizi ICT della pubblica amministrazione centrale e locale.

L’indagine sarà condotta a livello nazionale attraverso:

  • la somministrazione di un questionario;
  • l’avvio di specifiche istruttorie o la prosecuzione di quelle già in corso, anche attraverso accertamenti ispettivi.

Le autorità analizzeranno, in particolare:

  • le procedure e le garanzie adottate nelle fasi di acquisizione e di utilizzo dei servizi cloud,
  • le problematiche connesse ai trasferimenti internazionali di dati e all’impiego di misure supplementari, nonché
  • la regolazione dei rapporti fra titolari e responsabili del trattamento.

I risultati saranno analizzati in modo coordinato e le autorità di vigilanza europee decideranno su eventuali ulteriori azioni. L’EDPB pubblicherà una relazione sull’esito di questa analisi entro la fine del 2022.

Fonte: Garante per la Protezione dei Dati Personali

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Redazione InSic

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