Telecamere di videosorveglianza ed abbandono di rifiuti

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Telecamere ed abbandono di rifiuti: sono ormai numerosi i comuni d’Italia che cercano di contrastare l’abbandono incontrollato di rifiuti, installando degli impianti di videosorveglianza. L’esperienza ha mostrato che l’installazione di impianti fissi non è particolarmente efficace in quanto i cittadini non fanno altro che scegliere un altro luogo di abbandono.

Abbandono di rifiuti e telecamere nascoste

Dopo le esperienze positive fatte dai Comuni di Gallarate e di Busto Arsizio una decina di anni fa, sono oggi molti i Comuni che hanno acquistato delle telecamere nascoste. Questo tipo di telecamere, alimentate a batteria, vengono posizionate in prossimità dei luoghi dove è più frequente l’abbandono di rifiuti. Il fatto di utilizzare telecamere nascoste e mobili permette di rendere assai più incisivo il controllo; infatti il cittadino non riesce a sapere quali siano le zone, volta a volta, controllate da queste telecamere.

Le telecamere mimetizzate

I Comuni più raffinati hanno acquistato telecamere mimetizzate sotto forma di nidi di uccelli. Occorre apprezzare l’abilità degli artigiani che hanno saputo racchiudere in un piccolo spazio le batterie, le telecamere e, in qualche caso, anche i dispositivi di trasmissione a distanza tramite collegamento Wi-Fi. Quest’ultimo collegamento è però alquanto raro, in quanto impatta in modo significativo sulla autonomia dell’apparato di controllo.

Abbandono di rifiuti: le telecamere nascoste e legittimità del loro uso

A questo punto, constatata l’efficienza ed efficacia di questi dispositivi, ci si pone la domanda circa la legittimità del loro uso.
Come è noto, solo in caso di accertamento di reati di natura penale è possibile installare impianti di videosorveglianza, senza dare previa informazione ai cittadini. È chiaro che l’apposizione di una informativa, in corrispondenza di un luogo di potenziale abbandono dei rifiuti, serve a fare scappare tutti i peccatori!

L’informativa generica all’ingresso dei Comuni

Ecco perché gli esperti suggeriscono che i Comuni appongano un’informativa generica, all’ingresso del territorio comunale. Questo tipo di informativa comprende non solo le consuete esigenze di finalità di sicurezza del territorio, ma anche di monitoraggio di comportamenti illeciti, come ad esempio l’abbandono dei rifiuti.

Secondo le più recenti interpretazioni amministrative, la apposizione di cartelli all’ingresso del territorio comunale è sufficiente per dare un’appropriata informazione. Senza bisogno di porre ulteriori pannelli di informazione in zone specifiche.

Abbandono dei rifiuti: come posizionare le telecamere di videosorveglianza

A questo punto, con l’esperienza accumulata, le immagini riprese dalle telecamere possono essere utilizzate in due modi.

Se si risale alla targa del veicolo

Il modo più semplice ed efficace è quello di posizionare la telecamera in maniera da catturare la targa del veicolo di chi abbandona i rifiuti. In questo caso si tratta di avere a disposizione una prova non contestabile, che oltretutto permette rapidamente di rintracciare il colpevole.

Se il colpevole si muove a piedi

Più complicato è l’utilizzo quando il colpevole si muove a piedi e abbandona un sacco di rifiuti nell’area ripresa dalla telecamera. In questo caso la polizia locale deve recarsi sul posto, recuperare il sacco ed analizzare i rifiuti ivi contenuti.

Se fra tali rifiuti si trovano, ad esempio, documenti cartacei, riconducibili ad un determinato soggetto, fisico o giuridico, si può avviare un procedimento che può avere esito alquanto incerto.

Il soggetto chiamato in causa potrebbe affermare di aver affidato al personale addetto alla pulizia il corretto conferimento dei rifiuti e quindi non può essere direttamente perseguibile. Se poi la ditta che provvede al ritiro dei rifiuti si serve di più persone, l’individuazione della persona fisica responsabile diventa assai difficile.

Videosorveglianza e rifiuti: le disposizioni vigenti

Non dimentichiamo infine che l’utilizzo di questi impianti di videosorveglianza deve comunque rispettare tutte le vigenti disposizioni, in termini di:

  •  legittimità dell’installazione,
  • congruità del numero di telecamere installate con le finalità di protezione del territorio,
  • modalità di accesso,
  • determinazione della durata di conservazione delle registrazioni.
  •  

Per contro, qualche perplessità desta il fatto che alcuni Comuni abbiano ufficialmente comunicato (vedi Comune di Vignola in provincia di Modena), che i cittadini possono scattare fotografie di soggetti che abbandonano i rifiuti, contrassegnarle con data e luogo, e consegnarle alla polizia locale per gli opportuni accertamenti.

Infine, richiamo l’attenzione dei lettori su un problema sperimentato di persona, quando queste telecamere cominciarono ad essere installate sul territorio comunale e debitamente pubblicizzate.

I cittadini peccatori altro non fecero che abbandonare i rifiuti nei comuni vicini, con reazioni che penso sia facile immaginare!

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Adalberto Biasiotti

Cura da lungo tempo gli aspetti di prevenzione e protezione da atti criminosi ed accidentali, in difesa dei beni materiali ed immateriali, come ad esempio il crimine informatico. L’assistenza che presta alle aziende, alla magistratura inquirente e giudicante, alle compagnie di assicurazioni, gli ha permesso di maturare una vasta e specifica esperienza. Ha scritto numerosi testi dedicati a tecnologie e procedure di sicurezza, per beni materiali ed immateriali, ed alla protezione dei dati. Svolge un’intensa attività di docenza in Italia ed all’estero.. Scopri tutte le pubblicazioni di Adalberto Biasiotti per EPC Editore!