Oggi parleremo di come funziona il motore di ricerca Google e vedremo cosa succede quando inseriamo una parola da ricercare e premiamo il mitico pulsante invio presente sulla tastiera.
Il seguente è il primo di tre contributi, che verranno pubblicati progressivamente nei prossimi giorni su InSic.
Nell'articolo
Ti sei mai chiesto come funziona Google?
Quando scriviamo una parola nel campo di ricerca di Google e premiamo invio il nostro imput che fine fa?
Il Matching
Tecnicamente il primo passaggio possiamo chiamarlo “Matching o abbinamento”, gestito da un software che è in grado di prendere le parole digitate e cercarle nel “World Wide Web”.
Questo software può fare questa procedura perché ha una copia di tutti questi siti e può cercare la parola digitate all’interno dei siti.
Facciamo il classico esempio della biblioteca: supponiamo di entrare in una biblioteca grandissima e chiediamo al bibliotecario un libro sui computer. Il gentile bibliotecario andrà alla ricerca e ci porterà tutti i libri che parlano di computer.
Il Meaning
Il secondo passaggio è chiamato “Meaning , il significato della nostra ricerca”, il software è associato ad un algoritmo di “Machine learning”, un algoritmo che apprende automaticamente delle modalità per selezionare i migliori risultati tra tutti quelli esistenti, in questo modo ci vengono presentati più in alto sulla schermata di Google arrivando alla fase finale raggiunta in circa 0,5 secondi mediamente 😊 PAZZESCO
Tutto l’indice di Google ci viene aperto tramite una serie lunghissima di contenuti che possono essere di vario tipo, che possono rispondere alla nostra domanda che abbiamo fatto inizialmente.
La cosa pazzesca è che Google ci fornisce nel 89% dei casi esattamente quello che abbiamo ricercato, come se fosse stato un essere umano a consigliarci i contenuti.
Come funziona il Search Algorithm
Il meccanismo di apprendimento del sistema chiamato “Search Algorithm”, è supportato anche da feed-back umani, cioè persone chiamate “Search quality ratesr “ degli esperti non dipendenti di Google addetti proprio a valutare la qualità delle ricerche e a fornire poi a Google dei feed-back che verranno poi implementati da Google.
Tecnicamente la loro valutazione sulle ricerche si basa principalmente su tre caratteristiche:
- Autorevolezza
- Competenza
- Affidabilità
Questo significa che ad oggi un sito con queste tre caratteristiche ha molta più probabilità di comparire in alto nelle ricerche, ovviamente non basta solo questo, c’è la parte SEO “Search Engine Optimization”
I Data Center: cosa sono e a cosa servono?
Fino qui abbiamo visto la parte software, adesso passiamo alla parte hardware i “Data center”, un centro di elaborazione dati e stoccaggio di dati, pensate che Google per immagazzinare e collezionare tutte le informazioni ha dei veri e propri edifici giganti che ospitano miglioni di server.
Un Data Center fa una copia costantemente aggiornata dell’intero web, questa copia viene suddivisa in piccoli parti e ogni parte viene conservata in un server, praticamente un Data Center è un enorme puzzle di tutto il web e tutit i server presenti lavorano in sieme ognuno nella sua piccola parte di web.
Quando arriva una nostra ricerca in un Data Center, questa viene elaborata dal server specifico che contienela parte di web che ci interessa.
Ricerche Google per data Center: come funziona?
Ok… a questo punto tutto chiaro 😊 Ma come arriva la nostra richiesta fino a questi edifici?
Arriva tramite cavi in fibra posizionati sotto il mare in modo da inviare segnali anche dall’altra parte del mondo a velocità sorprendenti.
Siamo in Italia, supponiamo di inserire una richiesta in Google e di premere invio, molti pensano che la richiesta viene inviata in America, elaborata dai server di Google e rimandata a noi con il risultato. Tecnicamente sarebbe possibile tutto questo ma se ci pensate i tempi di risposta sarebbero molto lunghi, se tutte le richieste devono come nel nostro esempio partire dall’Italia andare in America essere elaborate e ritornare in Italia. Cosa succede invece?
Ricerche Google: quale Data Center risponde?
Semplicemente la nostra richiesta viene inviata al datacenter più vicino che elabora i dati rimandandoci l’indice intero del risultato della nostra richiesta.
In questo modo la velocità di risposta è altissima, pensate che esistono 22 datacenter di proprietà di Google in tutto il mondo e altri di altre aziende partner di Google.
- 16 data center in Nord America;
- 3 in Sud America;
- 8 in Europa;
- 34 in Asia;
- 1 in Italia a Milano in partnership con Tim.
Data Center e inquinamento ambientale: dati e consumi
Se ci pensate tutto questo turbinio di informazioni e di dati implica un dispendio energetico immenso nei data center, pensate che il dispendio di tutte le aziende che hanno data center “perciò non solo quelli do Google”, utilizzano circa 1% dell’elettricità del mondo ovvero 200 Terawatt di elettricità all’ora secondo uno studio pubblicato tempo fa dal Nation.
Sempre grazie a questo studio i data center contribuiscono per circa lo 0,3 % delle emissioni di anidrite carbonica, mentre l’intero sistema hig city (ICT), ovvero dell’informazione ella comunicazione tecnologica contribuisce per il 2% del valore totale delle emissioni di co2.
I data center proprio per questo motivo stanno cercando di raggiungere entro il 2030 un’indipendenza totale dalle energie provenienti da combustibili fossili.
Ricerche in Italia: chi è il più ricercato?
Sapete quali sono le parole che sono state ricercate di più nel 2021 su Google dagli Italiani?
- Serie A
- Europei
- Classroom
Mentre i personaggi più ricercati sono stati:
- Chirstian Eriksen
- Matteo Berrettini
- Mario Draghi.
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Come sempre fatene buon uso facendo dei test su vostri device / computer, farli su device/computer non vostri è illegale.
Al prossimo articolo 😊
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Sono IT Manager di un gruppo italiano leader nella compravendita di preziosi presente in Italia e in Europa con oltre 350 punti vendita diretti e affiliati.
Sono una persona a cui piace mettersi in gioco e penso che non si finisce mai di imparare, adoro la tecnologia e tutta la parte sulla sicurezza informatica.
Mi diverto trovare vulnerabilità per poi scrivere articoli e dare delle soluzioni.