Cybersecurity

Rischi chimici, biologici e radio-nucleari: allerta dal Progetto Cbrn-Italy

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Il progetto di ricerca “CBRN-ITALY sviluppato dalle Università di Torino, Firenze e Bologna con coordinamento della Scuola Superiore Sant’Anna rileva “significative criticità dell’Italia” su rischi chimici, biologici e radio-nucleari.

L’appello delle ricercatrici e dei ricercatori che hanno partecipato al progetto Cbrn Italy è che “obblighi e raccomandazioni internazionali non siano più tralasciati dai decisori politici” e che “le principali criticità evidenziate siano affrontate in via prioritaria”.

Nell’ottobre 2022 si è chiusa la terza fase del progetto: il termine della quarta ed ultima fase progettuali è prevista per il Luglio 2023 con le Raccomandazioni finali.

Cos’è CBRN-ITALY?

Il progetto Cbrn–Italy analizza alcuni scenari di rischio nei quali sono compresi il rischio di terrorismo con agenti chimici, biologici, radio–nucleari, il verificarsi di incidenti industriali o di eventi naturali che portino al loro rilascio e, infine, l’utilizzo di armi chimiche, biologiche, radio–nucleari.

Finanziato dai fondi del bando Prin 2017, il progetto viene realizzato da un team di dell’Università di Torino guidato da Ludovica Poli, docente di Diritto internazionale del Dipartimento di Giurisprudenza, con il contributo del dott. Gustavo Minervini assieme alle Università di Firenze e Bologna, ed è coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Risultati del CBRN-ITALY

Il progetto ha realizzato:

  • una mappatura di obblighi e raccomandazioni internazionali relativi alla protezione da eventi chimici, biologici, radio-nucleari
  • un’analisi della misura con l’Italia sta dando attuazione a obblighi e raccomandazioni internazionali.

Quali sono le significative criticità della prevenzione delle situazioni di emergenza?

Secondo i ricercatori l’Italia presenta delle “significative criticità” sul fronte della prevenzione delle situazioni di emergenza e interessano diversi ambiti.

Gestione delle emergenze in Italia: come risolvere le criticità?

Secondo i ricercatori

  • La prevenzione e la pianificazione delle emergenze dovrebbero essere sostenute da una strategia olistica e multirischio per la riduzione del rischio di disastri, che, come previsto dal Sendai Framework (il principale documento di riferimento internazionale sulla riduzione del rischio di disastri adottato nel 2015 e successivamente approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) avrebbe dovuto essere adottata entro il 2020.
  • Necessaria una Piattaforma nazionale per la riduzione del rischio (che non appare a oggi. operativa) e dovrebbe prevedere un coordinamento con altri strumenti, come la Strategia di adattamento al cambiamento climatico, o la Strategia nazionale per la cybersicurezza, o la Strategia per la protezione delle entità critiche (che sarà obbligatoria dopo l’adozione della nuova Direttiva UE sulle entità critiche, prevista per la fine del 2022 o al più tardi inizio 2023).

Come migliorare il Codice di Protezione civile?

Il progetto evidenzia le lacune del Codice della Protezione Civile adottato nel 2018:

  • scarso coinvolgimento del pubblico nella valutazione del rischio e delle vulnerabilità locali;
  • scarsa attenzione alle necessità dei gruppi più vulnerabili che, in genere, sono colpiti in maniera significativa durante una situazione di emergenza: bambini, anziani, persone con disabilità, migranti
  • mancata valorizzazione di un’adeguata catena di comando anche nel caso di emergenze ibride che possano interessare più settori.

Cosa cambiare nel Piano di difesa contro il terrorismo Cbrn

Il rapporto finale segnala

  • necessità di aggiornare e di dare maggiore visibilità al Piano di difesa contro il terrorismo Cbrn, come è stato fatto per altri piani operativi (come quello contro le emergenze radiologiche e nucleari aggiornato al 2022, oppure il piano pandemico al 2021).
  • Maggiore attenzione alla cooperazione di polizia transfrontaliera per la prevenzione dei reati, alla formazione di operatori. specializzati, ad esempio i risk manager di infrastrutture critiche, e alla comunicazione alla popolazione in situazione di emergenza.

Prevenzione sanitaria: cosa migliorare?

Il Rapporto finale evidenzia la necessità di rivedere la normativa interna sulla prevenzione delle gravi malattie a carattere transfrontaliero, per aggiornare la normativa di adattamento ai Regolamenti Sanitari Internazionali, e alla nuova legislazione europea. la nuova normativa dovrebbe:

  • integrare le lezioni apprese durante il Covid, che dovrebbero essere oggetto di analisi post-emergenza, eventualmente anche tramite l’utilizzo di strumenti messi a disposizione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità,
  • prevedere adeguate risorse per il rafforzamento del sistema sanitario nazionale
  • rafforzare le attività di collaborazione, cooperazione e coordinamento con altri Stati e in sede di Unione Europea, anche per ridurre i costi impliciti nella prevenzione, preparazione, risposta e recupero da emergenze con bassa probabilità ma alto impatto.

Assistenza socio-psicologica in caso di eventi CBRN

Sul versante dell’assistenza, soprattutto socio-psicologica alle vittime di eventi Cbrn (siano essi intenzionali, accidentali o naturali) e del reintegro ambientale, durante il progetto sono stati notati divari significativi con le raccomandazioni internazionali. Un codice delle ricostruzioni – o più in generale un codice della ripresa – potrebbe essere adottato per coprire alcune lacune importanti della fase post- emergenza, che resta la più trascurata di tutto il ciclo di gestione.

“Prevenire una crisi sanitaria globale, prepararsi ad affrontare le conseguenze catastrofiche di un’esplosione nucleare, avere un piano per il post-emergenza e il ritorno alla normalità: il diritto internazionale stabilisce che, per ognuna di queste situazioni, è necessario adottare misure specifiche. I ripetuti bombardamenti nelle immediate vicinanze della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, sollevano in maniera drammatica, come ha confermato in questi giorni dal direttore generale dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), il pericolo reale di una esplosione nucleare le cui conseguenze si propagherebbero ben oltre i confini dell’Ucraina. La guerra in Ucraina espone anche il nostro Paese a rischi enormi, mentre il caso del Covid- 19 ha messo in luce lacune evidenti. Ci appelliamo a policy e decision makers italiani – conclude il docente – perché queste lacune vengano presto colmate”.

Andrea de Guttry Scuola Superiore Sant’Anna

Per approfondire sulla sicurezza nei grandi eventi e delle Infrastrutture critiche

InSic suggerisce i corsi di formazione in materia di prevenzione dei rischi nei grandi eventi e per le infrastrutture critiche realizzati da Informa nell’ambito dei corsi di Security:

La sicurezza della folla nei grandi eventi
Analisi dei rischi e piani di emergenza ed evacuazione

Valido come aggiornamento per:
– RSPP, ASPP e Coordinatori sicurezza nei cantieri (D. Lgs. 81/08 e s.m.i.)
– il mantenimento della Certificazione “Professionista della security aziendale” rilasciata da ICMQ/CERSA – 8 crediti formativi

Infrastrutture critiche ed attacchi terroristici
Elaborazione del DVR

Valido come
– Aggionamento RSPP, ASPP e Coordinatori sicurezza cantieri (D. Lgs. 81/08 e s.m.i.)
– Mantenimento Certificazione “Professionista della security aziendale” e formazione del Manager HSE – Area tecnica in materia di sicurezza sul lavoro (CERSA – 8 crediti formativi per ciascuna giornata).

Rischio terroristico: volumi di approfondimento

InSic suggerisce fra i libri di security e privacy di EPC Editore i seguenti titoli:

Terrorismo e Soft-target

Scaini Stefano, Petrosini Claudia

Libro

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Pagine: 160

Formato: 150×210 mm

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