Valutazione del rischio

Rischio terrorismo in azienda: come valutarlo

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Nonostante abbia un grado di percezione molto basso, il rischio terrorismo va valutato con molta attenzione nel Documento di Valutazione dei Rischi in azienda.

Articolo tratto dal volume di EPC Editore, Essere professionista della SECURITY di Paolo Piccioli.

Valutare il rischio terrorismo

La valutazione dei rischi va svolta secondo criteri di coerenza e ragionevolezza, accompagnati però da principi di massima lungimiranza.

Nell’evoluzione del contesto operativo di un’organizzazione, un rischio ritenuto oggi trascurabile potrebbe in futuro trasformarsi in un rischio meritevole di attenta considerazione.

Ecco perché la compilazione di una lista completa dei rischi deve ricomprendere non soltanto quelli attendibili e plausibili ma anche quelli possibili, quelli che potrebbero manifestarsi inaspettatamente nel contesto lavorativo, a causa dell’esposizione diretta o indiretta a particolari minacce di natura criminosa.

L’identificazione dei rischi richiede talvolta una certa forma di “avveduto e cauto pessimismo”, l’adozione di una mentalità negativa capace di immaginare ciò che può andare storto oltre ogni previsione probabilistica.

Seguendo questa logica, non appare insensato inserire nel Documento di Valutazione dei Rischi (D.V.R.) la valutazione dei possibili rischi di natura terroristica ed eversiva cui può essere esposta un’azienda, soprattutto se opera in scenari critici, e che potrebbero comportare serie conseguenze sull’incolumità delle persone.

Il rischio terrorismo nello scenario geopolitico

Il rischio terroristico-eversivo-sovversivo e di sabotaggio ha spesso un grado di percezione molto basso. Tuttavia va valutato razionalmente in considerazione della complessità dei mutamenti cui sono sottoposti i contesti sociali, politici ed economici. Questi innescano infatti dinamiche di protesta spesso drammatiche ed eclatanti, (come gli attentati suicidi o le autobomba), per dare voce a tensioni sociali e cellule violente e aggressive (anche isolate) che non hanno rispetto nemmeno dei valori fondamentali.

La minaccia terroristica è spesso non convenzionale e multiforme. Può essere facilitata dalle tecnologie (si pensi alla possibilità di attacchi mediante droni armati), ha un alto tasso di imprevedibilità ed è difficile da stimare e valutare a causa delle dinamiche scatenanti e delle finalità destabilizzanti non sempre facilmente classificabili (oltre che all’azione emulativa dei “lupi solitari”).

Rischio terrorismo e DVR

È giuridicamente, eticamente, tecnicamente e metodologicamente necessario che le aziende considerino e analizzino tale tipologia di rischio all’interno dei propri D.V.R.

Quindi è necessario che le aziende:

  • sviluppino appositi piani di mitigazione dei rischi terroristici e delle azioni criminose di elevata entità. Azioni che possono comportare conseguenze mortali;
  • definiscano appositi protocolli di azione a fronte di possibili scenari (ad esempio, telefonata minatoria, rinvenimento pacco sospetto, attacco avvenuto);
  • implementino specifiche procedure operative di gestione di possibili situazioni di crisi.

 Maggiore risulterà l’esaustività dei rischi individuati, analizzati e mitigati secondo un approccio di tipo “all hazard, maggiore sarà l’efficacia del D.V.R.  Inoltre datore di lavoro sarà in grado nel dimostrare – anche in ottica esimente del D.Lgs. 231/2001 – di aver contemplato ogni possibile fonte di minaccia per l’incolumità e la salute dei propri lavoratori, attuando un’efficace messa in sicurezza dei propri asset primari.

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