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Malattie professionali nel settore trasporti su strada: dati INAIL 2023

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INAIL ha diffuso gli ultimi dati sulle malattie professionali derivanti dagli archivi assicurativi e quelli del sistema di sorveglianza Malprof, alimentato dai Servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro del sistema pubblico italiano.

Nel Report LE MALATTIE PROFESSIONALI NEL SETTORE DEL TRASPORTO SU STRADA, l’Istituto riporta un quadro aggiornato sui numeri del settore, sulle malattie professionali tradizionali e quelle lavoro correlate. Vediamo di seguito i dati principali.

Settore Trasporti: i lavoratori occupati nel settore

Per quanto riguarda il dato sull’occupazione (tratto dal Comitato centrale dell’albo degli autotrasportatori) del settore del trasporto su strada in Italia, che comprende sia gli autisti sia il personale amministrativo e di magazzino, si registra un aumento del 6% tra il 2015 e il 2019, passando da 521.700 addetti a 552.900.

In crescita il peso dell’occupazione femminile nel settore: tra i conduttori di veicoli, macchinari mobili e macchinari di sollevamento, il tasso di disparità uomo-donna (calcolato come la percentuale di uomini occupati meno la percentuale di donne occupate) è sceso dal 96,2% del 2018 al 95,7% del 2019 (nel 2018 il settore dei trasporti era quello con il maggior tasso di disparità in assoluto, passando poi al secondo posto, preceduto dalla presenza femminile nei ruoli di comando delle forze armate).

Malattie professionali nel settore Trasporti

Il Report INAIL riporta in forma di tabelle i dati sullo sviluppo delle malattie professionali nel comparto individuando alcune criticità.

Anzitutto, rispetto ad altri settori, nel periodo 2010-2019 il settore Trasporti era al nono posto per numero di segnalazioni di malattia professionale con nesso di causalità valutato come positivo (il 3,2% del totale). Ma 2017 al 2021 c’è stato un decremento nel numero delle denunce di malattie professionali.

Quanto all’analisi interna dell’incidenza delle malattie professionali sul settore, le segnalazioni con nesso positivo nella classe di età ‘50 e oltre’ (circa 2.500) sono oltre il triplo di quelle per la classe di età ‘15 – 49 anni’ (un pò meno di 800); questo perché i nessi sono riferiti ai singoli periodi lavorativi, tendenzialmente più numerosi al crescere dell’età dei lavoratori.

Quali sono le malattie professionali che colpiscono gli addetti al settore Trasporti?

Di certo  le malattie della colonna vertebrale sono rilevanti anche nella fascia di età più bassa, mentre le patologie neoplastiche emergono principalmente nella classe di età più alta (anche come effetto degli intervalli di induzione – latenza).

Tra le altre patologie si segnalano anche la perdita dell’udito e le mononeuropatie, entrambe con una percentuale superiore al 3%, e le reazioni di adattamento (da stress lavoro-correlato), queste ultime maggiormente presenti nella classe di età più bassa.

Quali sono le professioni più colpite da malattia professionale nel settore Trasporti?

I lavoratori maggiormente esposti a Malattia professionale nel settore trasporti, secondo Inail sono i conduttori sia di camion e simili mezzi pesanti (43,8%), sia di autobus, tram e fi lobus (26,2%), con poca differenza tra le due classi di età

INAIL a commento dei dati, riporta che nel settore sono presenti non solo le classiche malattie professionali sopra riportate ma anche malattie lavoro-correlate (WRD – work-related diseases): tale ultimo gruppo comprende una vasta gamma di affezioni dell’apparato muscolo-scheletrico e dei nervi periferici che, soprattutto con il progredire dell’età, possono verificarsi anche a prescindere da fattori di rischio occupazionale specifico, ma che le esposizioni professionali tendono a far divenire più diffuse, più precoci e più gravi.

Quali lavoratori del settore trasporti sono esposti a malattie lavoro-correlate nel settore trasporti

Nel settore dei trasporti ed in particolare tra gli autotrasportatori le WRD si manifestano prevalentemente a carico di schiena ed arti superiori. Influiscono sul loro sviluppo posture obbligate con valori elevati di carico sui dischi intervertebrali (soprattutto del tratto dorso-lombare), vibrazioni trasmesse al corpo intero, movimentazione manuale dei carichi e microclima sfavorevole.

Spesso il carico e lo scarico della merce vengono effettuati dall’autista, non sempre coadiuvato da ausili quali sponde mobili o carrelli elevatori  (muletti); di particolare rilievo patogenetico le operazioni di consegna di merci pesanti ed ingombranti, magari dovendo superare scale e dislivelli in genere.

La postura seduta viene mantenuta continuativamente per tempi che vanno dai  pochi minuti a diverse ore. Più tempo si resta seduti più i dischi intervertebrali soffrono e ciò comporta l’amplifi cazione degli eff etti nocivi della movimentazione manuale dei carichi e delle vibrazioni.

Inail ricorda in particolare, le affezioni del rachide e le affezioni del cingolo scapolare e dell’arto superiore; tra le più rappresentate nella fascia di età oltre i 50 anni. A livello della spalla, la causa è da ricercarsi anche nella manipolazione di cinghie, teloni e fermi ed in generale nell’uso eccessivo e improprio della forza muscolare, eventualmente in associazione ad esiti di cadute ed altri traumi acuti.

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