Rapporto ReNaM: i dati sulla sorveglianza dei casi di mesotelioma – VII Rapporto

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Da INAIL il VII Rapporto del Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM): si tratta del risultato dell’attività di sorveglianza epidemiologica dei casi incidenti di mesotelioma maligno rilevati dalla rete dei Centri Operativi Regionali (Cor).

Ma cos’è il RENAM? Quando è stato istituito e come funziona la sorveglianza sanitaria sul mesotelioma? Quali sono i settori interessati e cosa emerge dall’ultimo Rapporto?

Cos’è il Renam?

Il Registro raccoglie i risultati della sorveglianza epidemiologica dei casi incidenti di mesotelioma maligno:  definire le modalità di esposizione, l’impatto e la diffusione della patologia nella popolazione e di identificare sorgenti di contaminazione ancora ignote.

Il Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM)si struttura come un network ad articolazione regionale. Presso ogni regione è istituito un Centro operativo (Cor) con compiti di identificazione di tutti i casi di mesotelioma incidenti nel proprio territorio e di analisi della storia professionale, residenziale, ambientale dei soggetti ammalati per identificare le modalità di esposizione ad amianto.

Come funziona il ReNaM?

Le modalità operative, la rete per la ricerca attiva dei casi, il questionario anamnestico e le modalità di classificazione e codifica della diagnosi di mesotelioma e dell’esposizione ad amianto sono definite dalle Linee guida nazionali, predisposte in collaborazione da Inail e regioni.

Quando è stato istituito il ReNaM?

Il Registro è+ stato istituito con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 308 del 10 dicembre 2002 presso INAIL Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) inaugurando il programma italiano di sorveglianza epidemiologica dei casi di mesotelioma maligno

ReNaM: qual è il ruolo di INAIL

L’Inail svolge una funzione di coordinamento, indirizzo e collegamento della rete di sorveglianza epidemiologica del mesotelioma maligno in Italia. Tale rete ha consentito di disporre di informazioni epidemiologiche preziose per la sanità pubblica, la sorveglianza dei rischi di esposizione a cancerogeni nei luoghi di lavoro e per la prevenzione delle malattie asbesto/correlate.

I risultati dell’attività del Registro nazionale dei mesoteliomi sono pubblicati nei Rapporti periodici e sulle riviste di divulgazione scientifica italiana e internazionale.

Rapporto RENAM 2022

Nel febbraio 2022 è stato rilasciato il VII rapporto che riferisce dei casi di mesotelioma rilevati dalla rete dei COR del ReNaM con una diagnosi compresa nel periodo 1993 – 2018. Per il 2018 la rilevazione risulta incompleta per le difficoltà segnalate da molti Centri regionali nel disporre degli indispensabili strumenti di verifica della completezza dei dati, come le schede individuali di dimissione ospedaliera.

I dati del VII Rapporto RENAM

Il volume riporta informazioni relative a 31.572 casi di mesotelioma maligno (MM) con diagnosi fino al 31/12/2018. Oltre il 50% dei casi rilevati sono registrati fra i residenti in Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna (56,7%).

La sede anatomica di insorgenza è la pleura per il 93,2% dei casi e il peritoneo per il 6,3%. Sono presenti inoltre 63 casi del pericardio e 91 della tunica vaginale del testicolo. Per l’81% dei casi la diagnosi è di mesotelioma maligno certo (con conferma istologica). Fino a 45 anni la malattia è rarissima (solo 1,4% del totale dei casi registrati).

 L’età media alla diagnosi è di 70 anni senza differenze apprezzabili per genere. Il rapporto di genere (casi di genere maschile per ogni caso di genere femminile (M/F) è pari a 2,6. Il 72% dei casi archiviati è di sesso maschile. La percentuale di donne passa dal 27,2% per i mesoteliomi pleurici a 33,3% e 41% rispettivamente per i casi del pericardio e del peritoneo.

Le modalità di esposizione sono state approfondite per 24.864 casi (78,8%) e, fra questi, il 69,1% presenta un’esposizione professionale (certa, probabile, possibile), il 5,1% familiare, il 4,3% ambientale, l’1,5% per un’attività di svago o hobby. Per il 20% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota.

Quanto ai settori maggiormente colpiti:

  • l’edilizia (16,2% del totale  della casistica),
  • la metalmeccanica (8,8%),
  • il settore tessile (6,3%)
  • le attività dei cantieri navali sia di costruzione che di riparazione e manutenzione (7,4%).
  • Il restante quadro è estremamente variegato e frazionato con la presenza di numerosi ambiti produttivi nei quali l’esposizione è avvenuta per la presenza del materiale nel luogo di lavoro e non per uso diretto.

Per approfondire sul ReNaM

Redazione InSic

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