I sistemi di respirazione a ventilazione assistita (PAPR) con maschera facciale o casco

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La protezione delle vie respiratorie: vantaggi, differenze e applicazioni per la corretta scelta dei dispositivi di protezione individuale più idonei

Cosa si intende per “DPI per vie respiratorie a ventilazione assistita a pressione positiva” o con il termine inglese “PAPR”?

Sono DPI per le vie respiratorie che filtrano l’aria dall’ambiente ed erogano aria pulita all’utilizzatore senza che quest’ultimo debba fare sforzo.

L’aria, aspirata e depurata attraverso i filtri (uno solo o più) per mezzo di una centralina o motore, viene immessa all’interno della maschera, casco o cappuccio.

La centralina è alimentata in genere da un’apposita batteria ricaricabile (in genere di durata media 8 ore) o tramite alimentazione alternativa a seconda del modello scelto.

L’aria spinta nel copricapo o maschera crea una sovrappressione positiva continua impedendo l’ingresso di sostanze nocive e favorendo la massima visibilità durante il lavoro.

Un DPI per le vie respiratorie senza alcun sistema di ventilazione è invece una soluzione a pressione negativa.

L’aria dell’ambiente viene resa respirabile e purificata dall’azione del filtro e passa all’interno del facciale o semi facciale.

La resistenza posta dalla presenza stessa del filtro rende l’atto respiratorio più faticoso del normale.

Quali sono i reali vantaggi di un sistema a pressione positiva PAPR rispetto ad altri dispositivi in commercio a pressione negativa?

I vantaggi sono diversi:

  • Azzerano la resistenza respiratoria e quindi l’affaticamento grazie alla pressione positiva continua
  • Consentono la massima visibilità all’operatore e migliorano la qualità del lavoro specie in condizioni critiche e in ambienti gravosi
  • Non è necessario alcun FIT TEST o tenuta al viso nei respiratori con casco o cappuccio. Portatori con occhiali o barba possono impiegare il dispositivo senza alcun problema
  • I sistemi PAPR con maschera pieno facciale raggiungono il massimo livello di protezione nominale seconda la norma (doppio rispetto alla singola maschera pieno facciale con filtro)
  • I sistemi PAPR come quelli con cappuccio o casco offrono una protezione completa, non solo respiratoria. Ad esempio tali sistemi integrano in un’unica soluzione la protezione capo, occhi e viso
  • Sono utilizzabili in più situazioni di lavoro, in ambiti e concentrazioni ambientali diverse
  • Dato il loro ciclo vita più lungo i PAPR permettono di limitare l’impatto ambientale e ridurre i costi e consumi nel medio o lungo periodo

Quali tipologie di PAPR esistono in commercio?

Tutti i PAPR devono riportare la propria classificazione e il marchio CE.

In commercio esistono però diverse tipologie che differiscono per livello di protezione offerto, caratteristiche e confort.

Per una corretta, idonea e adeguata selezione i PAPR si suddividono in:

  • PAPR con semi maschera
  • PAPR con casco o cappuccio
  • PAPR con maschera intera (o pieno facciale)

Una seconda classificazione in commercio divide i sistemi compatti che non prevedono tubi o accessori in vita, ed i sistemi con tubo di collegamento che spingono l’aria filtrata nel copri capo o maschera.

Quali caratteristiche bisogna considerare per una scelta corretta del PAPR? Quali gli ambiti di utilizzo?

Il fattore di protezione richiesto unito al tipo o grado di filtrazione è un parametro fondamentale per una prima selezione: da prediligere ad esempio per ambienti ad alto rischio DPI con maschera pieno facciale i sistemi con classificazione TM3 o TH3.

A contatto con gas acidi, ammoniaca o anidride solforosa è idoneo il filtro ABEK mentre per il particolato il P3 è sufficiente.

Un secondo aspetto è l’autonomia della batteria, in commercio ci sono dispositivi da 6, 8 e fino a 12 ore di utilizzo in genere.

Individuare l’autonomia corretta per il turno di lavoro è prioritario.

Un terzo aspetto è la portata dell’aria: i flussi d’aria possono rendere più o meno confortevole il turno di lavoro, specie in condizioni di caldo e umidità.

Il tipo di lavoro eseguito infine non è da sottovalutare: si predilige un casco per operazioni intense e con materiale di ritorno come la lavorazione metalli, silice, verniciatura, abrasivi, agricoltura.

Il cappuccio invece più idoneo per ambienti ospedalieri o farmaceutici mentre i sistemi con maschera sono più adatti dove vi è un’alta esposizione e rischio come la rimozione di amianto friabile.

Anche lo spazio in cui si opera ad esempio in spazi stretti e angusti dove la libertà di movimento è fondamentale risulta più adatto un DPI senza tubi o accessori in vita, il più possibile compatto ed ergonomico.

Per periodi prolungati i sistemi tradizionali con tubo scaricano il peso in cintura e sono certamente più confortevoli.

Che differenza c’è tra i sistemi PAPR con casco o cappuccio e quelli con maschera?

Seconda le normative EN 529, UNI 11719 i sistemi PAPR con maschera pieno facciale (EN 12942) offrono un più elevato livello di protezione nominale rispetto a quelli con casco/cappuccio (EN 12941).

In alcuni ambiti di utilizzo come la rimozione o bonifica ambientale è raccomandabile, in alcuni casi obbligatorio, l’utilizzo di PAPR con maschera ritenuti modelli più adeguati e idonei all’uso.

Quanto dura il filtro?

Non è possibile indicare a priori un numero di ore in quanto ci sono diverse variabili che possono influire sullo stato di intasamento come umidità, temperatura, concentrazione di polveri, flusso respiratorio, stoccaggio.

Come indicazione di massima si può suggerire al cliente di seguire sempre il manuale d’uso del fabbricante e di sostituire i filtri appena sente odori.

Alcuni sistemi prevedono un segnalatore acustico o visivo di intasamento, altri ancora sistemi meccanici di controllo preventivo.

In alcuni settori o paesi esistono anche linee guida specifiche che raccomandano il tasso di sostituzione del filtro ad intervalli periodici.

I filtri sono riutilizzabili e che scadenza hanno?

I filtri montati sul respiratore sono riutilizzabili fino alla loro saturazione poi vanno sostituiti.

Ogni filtro, se conservato e sigillato nell’imballo originale, ha scadenza n anni dalla data di produzione (il manuale d’uso del fabbricante riporta questo dato).

La data di scadenza è annotata inoltre sull’involucro del filtro.

Posso montare filtri di modello o marchio differente sui PAPR?

No, il respiratore PAPR è certificato con i filtri a marchio originale contenuti nell’imballo.

Ogni altro filtro seppur compatibile non deve essere montato per nessuna ragione.

Ciò pregiudica le performance e il livello di protezione del DPI.

L’addestramento degli utilizzatori e la manutenzione dei PAPR sono importanti?

Come per ogni altro DPI di terza categoria e non solo, un’adeguata formazione prima dell’indossamento, durante l’utilizzo e successivamente in fase pulizia e sanificazione è tassativa.

Risulta necessario osservare le istruzioni d’uso del costruttore e prima di ogni ingresso in “zona a rischio” è fondamentale eseguire un controllo preventivo dello stato di funzionamento.

Posso impiegare un DPI in uno spazio confinato/ambiente caratterizzato da carenza di ossigeno?

Per spazi confinati è tassativo l’utilizzo di DPI che prelevano l’aria respirabile da fonti esterne.

I PAPR prelevano con uno o più filtri l’aria dall’ambiente mentre i sistemi airline o ad aria compressa sono ideali in spazi così definiti dove la carenza di ossigeno può essere fatale.

Clio Gargiulo

Responsabile Commerciale Divisione Periodici di EPC Editore