In occasione della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro, l’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO) ha fornito i dati sugli infortuni in Europa e soprattutto i dati sugli ispettori del lavoro in Europa e le criticità della loro attività, raccolti da ILOSTAT (il sistema statistico di ricerca dell’Organizzazione).
Ne emerge un quadro di grande carenza di risorse e spesa da parte degli Stati: un rapporto numerico spesso insufficiente rispetto ai lavoratori, dotazioni ridotte all’osso e tante nuove sfide da affrontare, soprattutto in termini di conoscenza di realtà aziendali, sempre più complesse e dell’evoluzione del lavoro che spesso si frappone come ostacolo alla supervisione e ai monitoraggio del personale ispettivo.
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Ispettori in Europa: i numeri di ILO
ILO preliminarmente specifica che il numero di ispettori del lavoro necessari per adempiere adeguatamente al mandato di ispezione del lavoro dipende dal contesto ed influiscono il numero, la natura, le dimensioni e la situazione dei luoghi di lavoro soggetti a ispezione, il numero di lavoratori, il numero e la complessità delle disposizioni giuridiche da applicare, le attrezzature e le risorse a disposizione dell’ispettorato.
In molti paesi il numero di ispettori del lavoro è insufficiente data la portata delle loro responsabilità e la crescente complessità del mercato del lavoro.
Ispettori in Italia: i numeri e le prossime assunzioni
Il Ministro Calderone in occasione del Decreto PNRR-bis (che ha varato la patente a crediti per l’edilizia) prevede nel 2024 di aumentare l’attività investigativa del 40% rispetto allo scorso anno. Si prevede quindi lo sblocco delle assunzioni e l’apertura di un nuovo concorso per incrementare il contingente degli ispettori del lavoro, del nucleo ispettivo Carabinieri e del personale ispettivo di Inps e Inail. Previsti anche il coordinamento delle attività ispettive e il potenziamento del sistema sanzionatorio in relazione ai subappalti e alla somministrazione illecita e fraudolenta.
Nel Decreto PNRR-bis ci sono infatti anche norme specifiche per sanzioni e contrasto al lavoro irregolare e la
- proroga fino al 31 dicembre 2025 delle facoltà assunzionali già previste per l’INL;
- autorizzazione per gli anni 2024-2026, dell’assunzione a tempo indeterminato di un nuovo contingente di personale (250 unità), altamente professionalizzato, nell’area vigilanza tecnica (ingegneri, architetti, biologi, etc.), mediante procedure concorsuali su base regionale;
- rafforzamento del contingente di personale appartenente all’Arma dei Carabinieri per la tutela del lavoro (50 unità);
- versamento di una quota parte degli introiti derivanti dai provvedimenti sanzionatori irrogati in sede di vigilanza in un apposto capitolo del bilancio del Ministero e destinarli ad una più efficiente utilizzazione del personale ispettivo sul territorio nazionale, entro il limite del 15% della retribuzione lorda annua.
Per il triennio 2024-2026, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha dunque previsto una serie di nuovi concorsi pubblici e assunzioni sulla base di quanto riportato nel Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale dell’ente che ha delineato l’inserimento di almeno 1.584, risorse nell’arco dei prossimi tre anni. Il Decreto PNRR 2024 ha poi concesso all’INL l’autorizzazione ad assumere 250 ispettori del lavoro entro il 2026 (fonte: Concorsipubblici.net).
Ispettori: troppo pochi in Europa
“Uno studio del 2013 riportato da ILO” rivela che nella maggior parte dei 15 paesi europei esaminati, il numero di ispettori del lavoro era inadeguato per monitorare e far rispettare le norme del lavoro, comprese quelle relative alla sicurezza e alla salute, soprattutto in un contesto di crisi di aumento della domanda dei loro servizi e di risorse limitate.
In particolare, il rapporto di ispettori per 10.000 occupati non supera i 4 in nessuna parte del mondo. Prendendo infatti i dati di 78 paesi, ci sono meno di 0,58 ispettori ogni 10.000 lavoratori. Il rapporto mediano è un po’ più alto nei paesi ad alto reddito, con 0,84 ispettori ogni 10.000 lavoratori rispetto a 0,41 nei paesi a reddito medio-alto e 0,47 nei paesi a reddito medio-basso e basso.
Personale ispettivo europeo: numeri, contratti e precarietà
Il dato numerico degli ispettori, spiega ILO è di difficile analisi viste le lacune nei dati e le serie temporali frammentarie. L’analisi condotta attraverso ILOSTAT su 35 paesi rivela che nel 43% dei casi il numero di ispettori del lavoro è diminuito tra il 2009 e il 2022 (o gli anni più vicini disponibili) misure di austerità ed al pensionamento del corpo di ispettori in servizio, mentre l’occupazione è aumentata.
Inoltre, anche il tipo di contratto, lo status e le condizioni di lavoro degli ispettori stanno peggiorando, afferma ILO, portando a una dequalificazione degli ispettori spesso accompagnata da tagli alle attrezzature e alle risorse materiali, che incidono sull’efficacia dell’ispettorato.
Queste criticità furono a sua volta sottolineate anche dall’ex Capo dell’Ispettorato Bruno Giordano al momento del passaggio dell’incarico a Paolo Pennesi.
Personale ispettivo e questione di genere
Una parte del Report diffuso da ILO riguarda poi le problematiche di genere sul lavoro che richiederebbero un aumento della percentuale di ispettori del lavoro di sesso femminile e una formazione degli ispettori per individuare e affrontare la violenza e la discriminazione.
Riflette ILO che “i rischi per la salute affrontati dalle lavoratrici sono stati tradizionalmente sottovalutati perché le norme in materia di sicurezza e salute sul lavoro e i limiti di esposizione alle sostanze pericolose si basano sulle popolazioni maschili”. Peraltro, “l’attenzione di lunga data alle industrie con forza lavoro prevalentemente maschile implica che i rischi, i pericoli e gli incidenti di queste industrie siano meglio conosciuti e meglio affrontati (ad esempio, gli sforzi per garantire la sicurezza dei lavoratori che svolgono lavori pesanti sono comuni nell’edilizia, ma meno nel lavoro di cura)”.
Tuttavia, i dati sulla parità di genere per gli ispettori del lavoro nei 79 Paesi rilevati da ILOSTAT la percentuale media di ispettori donne in 79 paesi con dati è del 46%. E nel 58% dei paesi che riportano tale dato, la percentuale femminile di spettori è superiore alla quota femminile nell’occupazione totale.
Infortuni in Europa: i dati ILO
Secondo le stime dell’ILO, nel 2019 quasi 3 milioni di persone sono morte a causa di infortuni e malattie professionali, la maggior parte dei quali causati da malattie professionali (89%) e circa l’11% da infortuni sul lavoro.
Ci sono stati anche 395 milioni di lavoratori che hanno subito infortuni sul lavoro non mortali. Uno studio congiunto OMS/ILO ha rivelato che l’esposizione a lunghi orari di lavoro è stato il fattore di rischio con il maggior carico di malattia correlato al lavoro nel 2016, causando oltre il 39% dei decessi attribuibili a malattie professionali quell’anno.
Visite ispettive: poche visite rispetto al contesto lavorativo
In base ai dati ILOSTAT il numero di visite effettuate dagli ispettori nei luoghi di lavoro varia considerevolmente in tutto il mondo, passando da poche visite per ispettore in media in un anno in alcuni paesi a diverse visite al giorno in media per ispettore in altri
Nella metà degli 83 paesi per i quali sono disponibili i dati, ciascun ispettore del lavoro ha effettuato in media più di 86 visite sul posto di lavoro nell’anno di riferimento. Il numero mediano di visite per ispettore è leggermente più alto nei paesi ad alto reddito, a 88 rispetto a 73 nei paesi a reddito medio-alto e 74 nei paesi a reddito medio-basso e basso.
Riconoscendo che la quota ideale di luoghi di lavoro visitati in modo proattivo all’anno dipende dal contesto, in base al Rapporto ILO, nell’87% dei 75 paesi con dati, il numero di visite condotte è stato inferiore al numero di luoghi di lavoro soggetti a ispezione, e nel 71% dei paesi con dati è stato meno della metà del numero di luoghi di lavoro soggetti a ispezione (ma alcuni luoghi di lavoro potrebbero essere stati visitati più di una volta).
Ispezioni e difficoltà di accesso
Con riferimento ai cambiamenti che stanno interessando il mondo del lavoro quali, ad esempio, l’uso di subappalti e intermediari, lo sfuocamento dei confini fra lavoro retribuito e autonomo, la proliferazione di lavoro occasionale, non retribuito, a domicilio e l’affermarsi di forme di svolgimento della prestazione a distanza (telelavoro e smart working) pongono nuove sfide al mondo ispettivo.
Le ispezioni, infatti, non possono condursi in abitazioni private e non sempre nei luoghi di lavoro l’accesso viene facilitato mentre i fenomeni infortunistici toccano sempre di più il lavoro domestico, il lavoro a domicilio, il lavoro rurale e nelle micro e piccole imprese, contesti di difficile supervisione.
Le criticità del sistema ispettivo sul lavoro in Europa
ILO continua la sua analisi affermando che già nel 2019 il Comitato di esperti che monitora l’attuazione delle Convenzioni e delle Raccomandazioni ha riscontrato alcuni aspetti critici per lo svolgimento delle attività ispettive: si fa riferimento, ad esempio all’obbligo di notifica preventiva di una visita ai datori di lavoro, le restrizioni alle ispezioni senza preavviso, i limiti alla frequenza, alla durata e alla portata delle ispezioni, esenzioni dalle ispezioni a una parte significativa delle imprese, tagli sostanziali al numero di ispettori del lavoro e alle risorse loro assegnate, e assegnazione di compiti aggiuntivi agli ispettori del lavoro che impediscono loro di concentrarsi sui loro compiti primari e danneggiano la loro autorità e imparzialità.
Per cercare di risolvere queste criticità, l’Ilo sottolinea la necessità di maggiori risorse, certo ma anche di formazione e competenze aggiuntive per identificare le realtà lavorative più complesse con un sistema contrattuale spesso diversificato e sfidante.
“L’ispezione del lavoro svolge un ruolo fondamentale nell’applicazione dei diritti fondamentali del lavoro, tra cui la sicurezza e la salute sul lavoro. Tuttavia, gli ispettorati del lavoro devono disporre di personale e attrezzature sufficienti per essere all’altezza del compito” afferma la ricercatrice ILO, commentando il Report.
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Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.
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