Italian Summit HSE: obiettivo, riduzione infortuni e malattie del 50% entro il 2030

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Il 7 aprile scorso alcune delle realtà associative più importanti del comparto sicurezza si sono riunite attorno al Tavolo dell’Italian Summit HSE, vertice nazionale organizzato da Conflavoro PMI, Confederazione Nazionale Piccole e Medie Imprese ed è composto da Aifos, Unasf Conflavoro PMI, Fondazione LHS, Anmil, Aifes, Aiesil, Associazione Ambiente e Lavoro e Settore HSE.

Centrale la firma del Manifesto di impegno delle Associazioni a mettere a disposizione di politica ed Amministrazioni le proprie competenze e esperienze professionali per perseguire – anche tenendo conto delle migliori esperienze nazionali e internazionali per un comune obiettivo: ridurre gli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali del 50% entro il 2030.

Italian Summit HSE: i le Istituzioni ed i temi

Sono stati presenti all’evento, che si è svolto in diretta streaming ed è ancora a disposizione degli utenti, oltre ai rappresentanti delle Associazioni firmatarie e organizzatrici, anche la senatrice Rossella Accoto, Sottosegretaria al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Gianclaudio Bressa, Presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni del lavoro in Italia, Franco Bettoni, Presidente INAIL e Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Molti sono stati i temi oggetto di confronto e dibattito: la sottolineatura della necessità di fare squadra e sinergia e avere un unico obiettivo: “fare tanta cultura e prevenzione ed evitare la repressione che viviamo nelle imprese” (Capobianco, Conflavoro). E ancora la centralità della Sicurezza: “La questione della sicurezza deve riguardare ogni attore che deve fare la propria parte, un circolo virtuoso che farà bene al nostro settore produttivo”.

La sicurezza come momento centrale della vita di azienda

“La cultura della sicurezza un valore da coltivare ogni giorno. La sicurezza deve diventare un momento centrale della vita dell’azienda” ha detto Accoto (Ministero del lavoro) insistendo poi sulla formazione alla sicurezza già nelle scuole: “Importante introdurre la formazione nelle scuole primarie per educare alla sicurezza non solo nei luoghi di lavoro: la sicurezza va vista nella quotidianità e anche nello sport: bisogna educare alla sicurezza e non solo di sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Uno stimolo a lavorare per la prevenzione è arrivato anche dal presidente INAIL Bettoni che ha sottolineato come: “I dati impongono una riflessione ed un cambiamento di rotta. Le statistiche confermano il trend in salita. Occorre agire sinergicamente per invertire la rotta. Le modifiche del DL Fiscale vanno in questa direzione: occorre insistere nelle misure di prevenzione. La repressione non è sufficiente. La prevenzione attraverso la informazione, formazione, ricerca e consulenza, elementi fondanti per un lavoro sicuro.

Verso una rivoluzione dell’ingegneria sociale

Centrale l’intervento del presidente INL Giordano che si è soffermato in primis sulle novità del DL Fiscale “La riforma complessivamente ha da un lato previsto l’equiparazione dell’ispettorato alle asl in particolare sul coordinamento organi di vigilanza che rimane un nodo importante in un Paese con più di 10 organi di vigilanza, mentre il provvedimento di sospensione dell’attività delle imprese, si è rivelato uno strumento efficace, come confermano i fatti…”. E ha aggiunto: “Il termometro della sicurezza non sono i morti sul lavoro ma dell’efficienza della tutela del lavoro pubblico e privato”

L’ex magistrato a capo di INL ha poi ha fornito una visione d’insieme dei cambiamenti che stanno interessando il settore sicurezza e che stanno portando ad una visione di responsabilità sociale di impresa: “…Spesso dimentichiamo che non più di un mese e mezzo fa abbiamo avuto una grande riforma costituzionale dell’art.41 della Costituzione che ha introdotto nel comma 2 per l’iniziativa economica e privata i limiti dell’ambiente e della salute.

Una rivoluzione dell’ingegneria sociale: oggi l’iniziativa è ristretta da due valori collettivi della società, oggi l’impresa deve avere responsabilità sociale non solo nel rapporto di lavoro (dove ci sono obblighi e diritti) ma ci sono obblighi verso la società. Una rivoluzione che passa dalla visione liberista ad una visione da responsabilità sociale: è entrata in Costituzione la mentalità di Olivetti, dove l’impresa è valore sociale, non profitto. La sicurezza sul lavoro è questo paradigma: ogni infortunio coinvolge più attori e più sistemi, fra cui il soggetto pubblico nelle sue articolazioni”.

“In questi due anni si è capito che fare prevenzione fa bene alla salute collettiva e quando ci occupiamo di questioni tecniche o burocratiche o applicative, noi dobbiamo fare delle scelte che tengano conto dell’ugualglianza efficienza del Sistema” ha chiosato.

Lotta al Caporalato digitale, una pagina da scrivere

Interessante anche l’intervento dell’onorevole Bressa che, a proposito della sicurezza nelle scuole, ha annunciato che è ”In vista un investimento nella formazione nelle scuole anche attraverso strumenti multimediali per far capire che la sicurezza e il lavoro sono parte della vita accanto all’alimentazione e alla sicurezza stradale”.

L’onorevole ha anche messo luce sul fenomeno del “Caporalato digitale”: fenomeno che coinvolge diversi lavoratori che rispondono a parametri definiti da un algoritmo per l’organizzazione del proprio lavoro. “Per la trasparenza, occorre capire come è formato l’algoritmo e perché impone determinati ritmi e non è cosa banale: si tratta di un settore da esplorare, i diritti digitali nel lavoro, una pagina tutta da scrivere”.

L’onorevole ha anche illustrato il fenomeno delle cosiddette cooperative spurie attive nel settore della logistica, soprattutto nelle grandi città e anche in quei contesti industriali al top per l’applicazione delle norme sulla sicurezza.

Per approfondire sugli argomenti trattati suggeriamo di recuperare la diretta streaming dell’evento.

Come ridurre gli infortuni sul lavoro? Le tre azioni dell’Italian Summit HSE

Le Associazioni nel manifesto hanno individuato tre obiettivi annuali, consistenti in azioni da realizzare assieme per raggiungere l’obiettivo di riduzione di tutti gli infortuni e delle malattie professionali.

  1. Istituire un Tavolo di lavoro presso le Amministrazioni competenti ove proporre ai decisori possibili semplificazioni degli adempimenti cartacei e documentali, fermi restando i livelli di tutela fornendo supporto per mezzo dei propri consulenti ed esperti;
  2. Valorizzazione della formazione e dell’addestramento, per diminuire l’incidenza, in costante aumento, degli infortuni sul lavoro dovuti a comportamenti imprudenti (o ad eccessi di confidenza) da parte dei lavoratori, anche per mezzo della formazione esperienziale, della progettazione innovativa della formazione e dell’utilizzo di testimonianze di lavoratori infortunati, valorizzando così al massimo l’empatia del processo formativo;
  3. Individuazione e finanziamento di strumenti di tipo premiale, anche a favore di imprese virtuose, che incentivino la promozione e la corretta attuazione di misure volte a tutelare salute

Italian Summit: più sicurezza e meno burocrazia

Le Associazioni dell’italian Summit HSE ritengono che la prevenzione sia più facilmente applicabile in modo efficace riducendo la carta e aumentando la sicurezza.

Certo, contano le differenze di dimensione e dei livelli di rischio delle imprese ed è sempre essenziale diversificare le aziende con organizzazioni complesse da quelle con organizzazioni semplici, nelle quali favorire una maggiore proattività del datore di lavoro e dei lavoratori – e delle “buone prassi” in materia applicate con successo anche in altri Paesi.

Italian Summit: formazione, serve partire dalle scuole

È emerso più volte durante l’incontro il bisogno di una formazione che parta fin dall’età scolare. In tal senso il Manifesto enfatizza nel secondo punto il valore della prevenzione nelle scuole, senza però dimenticare forme innovative di valutazione dell’apprendimento degli adulti, puntando sulla “natura etica” della formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Interessante in tal senso la proposta di un Tavolo di lavoro specifico a cui far partecipare le Amministrazioni competenti, allo scopo di proporre una regolamentazione tanto incentrata sugli aspetti formali (qali la durata oraria dei percorsi formativi) e diretta all’efficacia della formazione.

Italian Summit: i meccanismi premiali per le imprese

Non meno importante, secondo gli organizzatori individuare strumenti di tipo premiale per le imprese “virtuose” che incentivino la promozione e la corretta attuazione di misure volte a tutelare salute e sicurezza sul lavoro.

L’idea in campo è riconoscere alle imprese un credito d’imposta, nella misura del 50%, sui costi sostenuti per attività di prevenzione, formazione, informazione e addestramento, nonché di consulenza, di medicina del lavoro e in relazione a quei costi imputabili all’adeguamento dell’azienda al D.Lgs 81/08.

Tale misura agevolativa, rapportata a dei massimali variabili in base al grado di rischio e delle dimensioni aziendali, contribuirebbe, secondo gli organizzatori, ad implementare, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, le misure di sicurezza nelle aziende, riducendo così l’indice infortunistico.

Per maggiori informazioni sull’evento: https://www.summithse.it/

Antonio Mazzuca

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in "Gestione integrata di salute e sicurezza nell'evoluzione del mondo del lavoro" INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19). Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore. Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro. Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter). Contatti: Linkedin Mail: a.mazzuca@insic.it