Lavoro: dal Covid-19 alla crisi demografica dei lavoratori, i DATI INAIL

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Come sta cambiando il mercato del lavoro e quali sono i rischi nuovi che stanno emergendo per la popolazione lavorativa italiana?

Il numero di luglio dei Dati INAIL sull’andamento infortunistico va oltre il dato di infortuni e malattie professionali per raccontare un mercato del lavoro dominato dall’invecchiamento della forza lavoro e dal calo demografico. Non solo, l’Istituto traccia una “storia” degli infortuni da Covid-19 e riassume le novità per la valutazione dei rischi alla luce dell’emersione del rischio “calore”.

Riportiamo di seguito i dati più significativi diffusi da INAIL

DATI INAIL: i dati sull’invecchiamento della popolazione

INAIL segnala i dati sulla popolazione e sulla popolazione lavorativa

  • Residenti italiana e fuga di cervelli: al 2041 ci saranno
    • 2,5 milioni di residenti in meno nella fascia di età fino ai 24 anni
  • 5,3 milioni in meno nella fascia di età 25-64 anni.
  • Cresce il tasso di espatrio per i laureati di età compresa tra i 25 e i 34 anni: è del 9,5‰ tra gli uomini e del 6,7‰ tra le donne.

Per quanto concerne il mercato del lavoro nel 2022

  • gli occupati sono stati mediamente 23,1 milioni contro i 22,5 del 2021, con un aumento di 545mila occupati (+2,4%).
  • L’incremento ha riguardato circa 307mila uomini e 239mila donne, con una crescita di 147mila occupati nel Mezzogiorno e nel Centro, e di 251mila unità al Nord.

Occupazione, settori in crescita nel 2022

Secondo INAIL la crescita è stata di

  • 385mila occupati nei Servizi,
  • 120mila nelle Costruzioni
  • 79mila nell’Industria in senso stretto

in Agricoltura c’è stata una diminuzione di 39mila unità.

Lavoratori dipendenti nel 2022

  • I lavoratori indipendenti sono aumentati di  sole 52mila unità (pur ancora sotto i 5 milioni),
  • I lavoratori dipendenti in più sono stati 493mila. Di questi ultimi, 346mila hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato (+2,4%, superando la soglia dei 15 milioni) e 147mila a tempo determinato (+5,1%, superando il tetto dei 3 milioni). Di questi 346mila nuovi contratti a tempo indeterminato, 97mila sono  stati stipulati per lavoratrici e 249mila per lavoratori. Ne consegue che i circa 15,1 milioni di dipendenti stabili sono oramai quasi 8,4 milioni di uomini e circa 6,7 milioni di donne.

Sars COV-2 – denunce di infortuni dal 2020

Dall’inizio della pandemia:

  • al 30 aprile 2023, sono state 300 mila denunce di infortuni da Sars Cov-2 all’INAIL: 320.724 contagi professionali e registrati 901 decessi

Il picco di massima concentrazione delle infezioni si è registrato a marzo e a novembre 2020 e a gennaio 2022.

Provenienza geografica delle domande:

  • nel nord Italia, il 40,5%;
  • nel nord-ovest;
  • nel nord-est il 21,5%;
  • nel meridione il 21,1%;
  • nel centro con il 16,9%.

La regione con più casi in valore assoluto è stata la Lombardia, seguita a distanza da Piemonte e Veneto.

Infortuni da Covid-19: genere ed età degli infortunati

 Gli infortuni sul lavoro da SARS-CoV-2 si contraddistinguono per la prevalenza di casi femminili (poco meno di 7 eventi su 10). Le donne sono, infatti, maggiormente impiegate in settori particolarmente esposti al rischio di contagio, primo tra tutti l’ambito sanitario.

Gli infortunati hanno in oltre la metà dei casi meno di 50 anni (55,7%) e sono prevalentemente italiani (88,5%). I deceduti, al contrario, sono per lo più uomini (oltre 8 su dieci), sono più anziani (con quasi 1 su 5 ultra 64enne) e nella stragrande maggioranza sono italiani (90,7%).

2020-2023, i settori più colpiti da Covid-19

Ma quali sono le professioni più colpite dalla Sars CoV-2?

La stragrande maggioranza delle infezioni professionali da SARS-CoV-2 riguarda la gestione  assicurativa dell’Industria e servizi (95,9% per le denunce e 87,8% per i soli decessi), a seguire il Conto  dello Stato (3,3% e 9,4%), minoritarie Agricoltura e Navigazione.

I settori più colpiti dal Covid-19 secondo INAIL nell’ultimo triennio pandemico

  • sanità e assistenza sociale (63,4% delle denunce codificate);
  •  amministrazione pubblica (cui appartengono anche le Asl, con il 9,0%);
  • il trasporto e magazzinaggio (8,0%);
  • il noleggio e servizi di supporto alle imprese (comprensivo dei servizi di pulizia, vigilanza e call center) con il 3,9%.

Quanto ai decessi da Covid-19 negli ultimi 3 anni, INAIL segnala che la sanità e assistenza sociale registra il maggior numero di decessi (21,0%), seguita dal trasporto e magazzinaggio (15,4%).

Valutazione del rischio calore: le indicazioni INAIL

Nell’ultima parte del Report Dati INAIL, si fa riferimento al rischio da ondate di calore, soprattutto nei mesi estivi.

Il Decreto Caldo, come abbiamo visto ha cercato di fornire una tutela minima ai lavoratori esposti.

Nel Report INAIL ribadisce come la complessiva valutazione dei rischi ai sensi dell’art. 17 del d.lgs.81/08 dovrebbe dunque prendere in considerazione gli eventuali impatti del cambiamento climatico sull’organizzazione, “operando un’accurata analisi e mettendo a punto specifiche misure di prevenzione e protezione: identificazione di ambienti di lavoro, attività e mansioni più esposte, determinazione dei lavoratori più vulnerabili, presenza di fattori aggravanti quali lo sforzo fisico (per esempio in cantiere o nei campi), predisposizione di procedure di lavoro ordinario o di emergenza, attuazione di misure sia di tipo strutturale e tecnico, sia di tipo organizzativo e individuale”.

Protezione dal rischio calore: strumenti a disposizione di lavoratori e imprese

Nel Report INAIL dettaglia una serie di misure protettive e preventive da mettere in campo, spaziando dalla rimodulazione degli orari e dei turni di lavoro alla installazione di ripari per creare ombra, alla fornitura d’acqua in più siti alle giuste pause con riduzione dell’esposizione nelle ore più calde fino alla fornitura di indumenti e Dpi anche per ridurre il rischio di eventuali contagi da agenti infettivi piani di evacuazione in caso di eventi estremi e gestione del ripristino dei luoghi di lavoro in sicurezza.

INAIL ricorda il risultato del progetto Worklimate che ha messo a punto una piattaforma a disposizione di singoli lavoratori, autorità di sanità pubblica e operatori della prevenzione per valutare, monitorare e contrastare l’esposizione occupazionale ad alte temperature.

Riduzione del premio INAIL per misure di prevenzione dal rischio calore

Infine, INAIL ricorda che le aziende con “ambienti severi caldi (UNI EN ISO 7243, UNI EN ISO 7933) possono beneficiare di una riduzione del premio Inail per prevenzione, attraverso lo strumento dell’OT23 per i seguenti interventi:

  • installazione di sistemi di condizionamento per il controllo dei parametri microclimatici (temperatura e umidità);
    • realizzazione di barriere e protezioni di tipo e materiali diversi per l’isolamento delle sorgenti radianti;
    • acquisto di capi di vestiario con proprietà riflettenti rispetto alle sorgenti radianti.

Valutazione dei rischi – la formazione di Istituto Informa

Istituto Informa organizza il corso di salute e sicurezza per l’elaborazione del Documento di Valutazione dei rischi


Il documento di valutazione dei rischi (DVR)

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data di inizio 27/10/2023

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Antonio Mazzuca

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in "Gestione integrata di salute e sicurezza nell'evoluzione del mondo del lavoro" INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19). Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore. Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro. Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter). Contatti: Linkedin Mail: a.mazzuca@insic.it