Fondo per le Vittime dell’Amianto: il volume illustrativo INAIL

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INAIL aggiorna il volume “Fondo per le vittime dell’amianto” (Ed.2021) che illustra le prestazioni in favore dei soggetti colpiti da patologie asbesto-correlate e dei loro superstiti e le modalità di funzionamento del Fondo. Il volume è corredato da un opuscolo informativo INAIL anch’esso liberamente scaricabile.

L’opuscolo rappresenta una guida al funzionamento del Fondo ed il ruolo del Comitato amministratore, individua i beneficiari, approfondisce sulla estensione del Fondo ai malati di mesotelioma non professionale ed il ruolo dell’INAIL: diffondere in modo capillare le conoscenze sulle prestazioni, semplificare l’accesso a queste prestazioni, anche attraverso una maggiore sinergia con i Centri operativi regionali e il Registro nazionale dei mesoteliomi, e incrementare le prestazioni economiche per i malati e i loro familiari, nell’ambito delle disponibilità economiche stanziate.

Sul Fondo Vittime per l’amianto suggeriamo la consultazione

Quante persone sono morte a causa dell’amianto? (Agg. 2021)

INAIL riporta i dati della Organizzazione mondiale della sanità:

  • nel mondo le persone ancora esposte all’amianto nei luoghi di lavoro sono circa 125 milioni.
  • In Europa sono 15mila le morti asbesto-correlate che avvengono ogni anno
  • l’amianto è responsabile di circa la metà di tutti i decessi per cancro sviluppato sul posto di lavoro.

Quante persone sono morte a causa dell’amianto in Italia?

INAIL riporta di anno in anno nei diversi aggiornamenti dell’opuscolo i dati sui lavoratori tecnopatici, ovvero i lavoratori affetti da patologie di origine professionale. Negli anni è evidente una crescita del loro numero e dei casi mortali.

  • per l’anno di protocollazione 2019, i tecnopatici sono stati 1.638, di cui 535 casi mortali;
  • per l’anno di protocollazione 2018, i tecnopatici sono stati 1.360, di cui 361 casi mortali;
  • per l’anno di protocollazione 2015 i tecnopatici sono stati, 1.681 di cui 477 con esito mortale.

Cos’è il Fondo per le vittime dell’amianto?

Il Fondo per le vittime dell’amianto è un ulteriore in-dennizzo economico destinato ai titolari di rendite per malattie correlate all’esposizione all’amianto e, in caso di morte, in favore dei loro eredi titolari di rendita a superstiti.

Cosa fa il Comitato amministratore del Fondo Vittime Amianto?

Il DIM 12 gennaio 2011, n. 30, (Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 72 del 29 marzo 2011), conteneva il Regolamento del Fondo per le vittime dell’amianto e richiedeva che il Fondo fosse gestito senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica, da un Comitato amministratore composto da sedici membri.

Sempre in base alle previsioni del DIM 30/2011, i componenti del Comitato amministratore, nominati con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, durano in carica tre anni e possono essere confermati una sola volta a prescindere dal periodo di effettivo svolgimento dell’incarico.

Il Comitato è composto da sedici membri: un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale per le politiche previdenziali -, uno del Ministero dell’economia e delle finanze, quattro rappresentanti dell’INAIL, quattro rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, quattro rappresentanti delle organizzazioni datoriali maggiormente rappresentative a livello nazionale, due rappresentanti delle associazioni delle vittime dell’amianto maggiormente rappresentative nell’ambito delle regioni che, a livello nazionale, risultano avere una più alta incidenza di malattie asbesto-correlate”.

Amianto: Legge 257/92 e il bando dal Mercato

Nel marzo 1992, con l’approvazione della Legge n.257/1992, l’Italia è stata uno dei primi Paesi al mondo a vietare l’estrazione, l’importazione, la lavorazione, l’utilizzo, la commercializzazione e l’esportazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono. Sebbene la sua grave nocività per la salute sia accertata da tempo, però, a distanza di oltre un quarto di secolo la “questione amianto” non può ancora essere considerata chiusa.

Purtroppo, in alcuni Paesi l’amianto è ancora utilizzato, soprattutto nei materiali da costruzione, e continua a essere prodotto ed esportato. A causa dell’uso massiccio che se ne è fatto in passato e della sua permanenza nell’ambiente, che richiede adeguate procedure di smaltimento, il pericolo di esposizione dei lavoratori e dei cittadini persiste però anche negli Stati che, come l’Italia, hanno scelto di metterlo al bando.

Per ulteriori informazioni, si consiglia la consultazione delle pagine di Assoamianto

Amianto e malattie asbesto-correlate

Solo in Europa sono 15mila le morti asbesto-correlate che avvengono ogni anno e l’amianto è responsabile di circa la metà di tutti i decessi per cancro sviluppato sul posto di lavoro.

L’inalazione delle sue sottilissime fibre può inoltre provocare l’asbestosi, una fibrosi polmonare progressiva, le placche pleuriche, il carcinoma polmonare e altre tipologie tumorali con maggiore o minore evidenza scientifica di correlazione con l’amianto.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo le persone ancora esposte all’amianto nei luoghi di lavoro sono circa 125 milioni.

La formazione per i professionisti della lotta all’amianto:

CORSO DI FORMAZIONE A CATALOGO
Il Responsabile amianto
Valido come corso di Aggiornamento per RSPP e ASPP e Coordinatori per la progettazione e l’esecuzione dei lavori (D. Lgs. 81/08 e s.m.i.)
16 Crediti Formativi (CFP) CNAPPC e CNPI
15 Crediti Formativi (CFP) CNI

I Docenti del corso
Dott. Fulvio CAVARIANI
Direttore Laboratorio di Igiene Industriale Civita Castellana Responsabile Centro Regionale Amianto ASL Viterbo

Dott. Fulvio D’ORSI
Medico del lavoro – Già Direttore SPRESAL ASL RM C

Dott. Stefano MASSERA
Esperto sistemi di gestione della sicurezza e valutazione dei rischi
Consulente Professionale INAIL
Magistrato del Tribunale, esperto nelle tematiche trattate

Redazione InSic

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