Inchiesta Eternit: i pm si preparano a contestare altri 115 morti

1648 0
AGGIORNAMENTO
La procura di Torino si prepara a contestare altri 115 decessi per amianto che dovrebbero confluire nel processo bis, attualmente sospeso in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, chiamata in causa in luglio dal giudice dell’udienza preliminare, Federica Bompieri, sulla questione del “ne bis in idem”, il principio in base al quale non si può essere processati due volte per lo stesso fatto.


A sollevare la questione sono stati i difensori dell’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, dopo l’annullamento per prescrizione della sua condanna a 18 anni per disastro ambientale, stabilito un anno fa dalla Cassazione. Quella sentenza non ha però fermato l’azione dei pm torinesi Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace, che nel processo bis hanno già contestato a Schmidheiny l’omicidio volontario di 258 persone e hanno allargato il perimetro della loro nuova inchiesta anche allo stabilimento di Siracusa della Eternit, che finora non era stato preso in considerazione, alla Svizzera e perfino al Brasile, dove andarono a lavorare alcuni operai italiani.

Se gli accertamenti sui casi avvenuti nel Paese sudamericano sono tuttora in corso, anche se sembrano piuttosto complicati, il rapporto conclusivo su quanto avvenuto nella sede Eternit di Siracusa è in dirittura d’arrivo. Dei 115 nuovi casi contestati, 98 sono legati allo stabilimento di Casale Monferrato, il più importante tra quelli italiani, mentre gli altri 17 riguardano ex emigrati italiani in terra elvetica, in prevalenza veneti e pugliesi, che dopo avere lavorato nelle fabbriche della multinazionale di Payerne e Niederurnen si ammalarono e morirono. La maggioranza di mesotelioma, gli altri di tumori polmonari o asbestosi. Patologie che, secondo i consulenti della procura, furono provocate dal contatto con l’amianto e dalle insufficienti misure di sicurezza.

La giustizia elvetica non procede perché, in base a quanto risulta agli inquirenti, le eventuali violazioni si considerano commesse nel momento in cui i lavoratori prestarono servizio. Si deve quindi tornare indietro fino agli anni Settanta ed è passato troppo tempo. In Italia, invece, il reato si consuma con la morte della persona offesa, e se la morte si verifica nel territorio nazionale si può andare in tribunale anche se l’azione che l’ha provocata è avvenuta all’estero. L’altra novità sostanziale riguarda il coinvolgimento nell’inchiesta di Thomas Schmidheiny, fratello di Stephan, che per un breve periodo ebbe incarichi di responsabilità nella multinazionale dell’amianto. Non è ancora chiaro, però, quali saranno i capi d’accusa: nel processo bis Stephan Schmidheiny è imputato di omicidio volontario, ma nel nuovo filone è indagato per omicidio colposo insieme al fratello, al quale dovrebbero essere contestati pochi decessi.

———————————————————NOTIZIA DEL 27 luglio 2015
Eternit bis: processo sospeso; attesa per la Corte Costituzionale


INAIL aggiorna sull’evoluzione del Processo Eternit Bis (vedi sotto gli aggiornamenti precedenti per capire la sua evoluzione).
Il Gup Bompieri ha voluto interpellare la Consulta sulla questione del “ne bis in idem” sollevato dai difensori di Schmidheiny a seguito del suo precedente proscioglimento dall’accusa di disastro ambientale doloso per prescrizione in Cassazione; la parola passa quindi alla Corte Costituzionale.

Secondo i pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace, invece, i fatto contestati nell’Eternit 1 erano altri e non attinenti a questo secondo ramo dell’inchiesta, dove il reato ipotizzato, per l’appunto, è quello di omicidio volontario. Tutto questo ha portato, alla fine, alla decisione del giudice di interrompere tutto in attesa di una pronuncia in merito da parte della Corte costituzionale.
Secondo gli avvocati della difesa, riporta INAIL, con il processo Eternit Bis sarebbero stati “Violati i principi della Corte europea dei diritti dell’uomo”. Per questo “il giudice ha inviato gli atti alla Corte costituzionale perché chiarisca se la norma italiana sia conforme a quella europea, e cioè se il principio del “ne bis in idem” si riferisca al fatto storico o al fatto giuridico”.
Nel frattempo, riporta INAIL la procura di Torino approfitterà dell’allungamento dei tempi per contestare altri 94 casi di morti legate all’amianto al magnate svizzero.

———————————————————NOTIZIA DEL 22 giugno 2015
Eternit bis: il 14 luglio la decisione sul rinvio a giudizio di Schmidheiny
Fonte: INAIL

È attesa per il prossimo 14 luglio la decisione del gup, Federica Bompieri, sul rinvio a giudizio di Stephan Schmidheiny, l’imprenditore svizzero chiamato a rispondere dell’omicidio doloso di 258 persone provocato dall’amianto lavorato negli stabilimenti Eternit.

Conclusa l’udienza preliminare, si attende il responso del gup Federica Bompieri. Secondo la difesa il magnate svizzero non può essere giudicato due volte per lo stesso fatto.
Se i difensori del magnate elvetico hanno chiesto il proscioglimento del loro assistito in base al ne bis in idem – il principio giuridico secondo il quale non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto – i pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace hanno confermato, invece, la richiesta di rinvio a giudizio per Schmidheiny. Secondo l’accusa, infatti, i 258 morti per cui si chiede di procedere non sarebbero conseguenza degli stessi fatti dibattuti nel primo processo – terminato con la prescrizione decisa dalla Corte di Cassazione – dove il reato contestato era quello di disastro ambientale doloso (e non di omicidio).
E’ stata un’udienza preliminare dai toni fortemente accesi: in particolare da parte della difesa di Schmidheiny, arrivata a denunciare un procedimento ritenuto “una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo”. Da segnalare, ancora, la costituzione come parte civile della presidenza del Consiglio, insieme a Regione Piemonte, Provincia di Alessandria e a una quarantina di soggetti pubblici e privati (tra i quali l’Inail). Una decisione, quella del governo, che ha visto il plauso dei parenti delle vittime e la soddisfazione del sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti. “Finalmente le istituzioni sono unite a tutti i livelli”, ha affermato.

———————————————————-NOTIZIA DEL 26 Maggio 2015

Processo Eternit bis: lo Stato si costituisce parte civile
La presidenza del Consiglio dei Ministri si è costituita, parte civile nel procedimento bis che vede l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny rispondere all’accusa di omicidio volontario nei confronti di 258 morti provocate – secondo gli inquirenti – dall’amianto lavorato negli stabilimenti della multinazionale.


La decisione era stata annunciata dal premier Matteo Renzi già all’indomani della sentenza con cui la Cassazione dichiarò prescritto il reato di disastro ambientale. Nelle precedenti due sessioni dell’udienza preliminare del nuovo procedimento dalla capitale non si era ancora fatto vedere nessuno: ieri, invece, la presenza di posizione del governo è stata salutata con favore dai cittadini. Oltre al governo si sono costituite anche la Regione Piemonte e la Provincia di Alessandria, che vanno ad aggiungersi a una quarantina di soggetti pubblici e privati (tra i quali anche l’Inail).
I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio di Schmidheiny puntellando le loro accuse con materiale nuovo: un carteggio (di area Olivetti) che dimostra come lo svizzero, nel 1984, due anni prima della chiusura degli stabilimenti italiani, avesse cercato di vedere l’Eternit alla famiglia De Benedetti. Ci furono anche degli incontri con Franco De Benedetti, che tuttavia non portarono a nulla. Ma dai documenti, secondo i magistrati, si ricava che l’imputato – che, nel corso della trattativa avrebbe conversato anche sui rischi legati all’asbesto“voleva abbandonare la partita” dell’amianto ed era “disponibile a molto pur di uscirne”. Per i pm, dunque, Schmidheiny conosceva il problema, ma proseguì “a scopo di lucro” con la sua politica dopo avere tentato inutilmente di sbarazzarsi dell’azienda.
Toccherà ora alla difesa replicare nelle prossime udienze, a partire dal 4 giugno. Tra le altre novità emerse ieri: il gup ha respinto una serie di eccezioni, fra cui quella della competenza territoriale. Gli avvocati di Schmidheiny volevano, infatti, che il processo venisse trasferito a Ivrea, dal momento che il primo dei decessi elencati nel capo di imputazione è quello di un ex lavoratore di Cavagnolo, un paesino che oggi, dopo la riforma della geografia giudiziaria, ricade nella sfera del tribunale eporediese. Nel districare l’intreccio di norme che regolano la complicatissima materia il giudice, però, ha scelto la tesi della procura di Torino.

———————————————————-NOTIZIA DEL 12 Maggio 2015
Torino: si apre il processo Eternit bis
Fonte: AGI

Si apre stamattina a Torino il processo Eternit Bis, che vede come imputato l’ex amministratore delegato del gruppo belga, Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio doloso aggravato nei confronti di 258 persone, tra ex lavoratori e residenti, morti tra il 1989 e il 2014 per mesotelioma pleurico causato dall’amianto. Schmidheiny era già stato condannato dalla Corte d’Appello di Torino a 18 anni di carcere per disastro, ma poi definitivamente prosciolto per prescrizione del reato.
L’udienza preliminare si svolgerà nella maxi aula 1 del Palazzo di giustizia di Torino dinanzi al giudice Federica Bompieri.
Schmidheiny era già stato condannato dalla Corte da Appello di Torino a 18 anni di carcere per disastro, ma poi definitivamente prosciolto per prescrizione del reato. “La decisione della Cassazione è stato un colpo allo stomaco, una mazzata, molti di noi non hanno più fiducia nella giustizia italiana”, le parole del rappresentante dell’Associazione.
Cgil Cisl Uil del Piemonte si sono costituite parti civili nel nuovo processo Eternit. I sindacati garantiranno il patrocinio ai familiari delle vittime attraverso un pool di avvocati delle rispettive organizzazioni.
.
.

Redazione InSic

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell'ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore