Lavoratori in edilizia: uno studio sulle malattie professionali

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Un progetto pilota INAIL-La Sapienza ha messo in evidenza i fattori di rischio legati all’insorgenza del carcinoma del cavo orale, patologia con alto tasso di mortalità, individuando anche le possibili strade per la prevenzione, la diagnosi e la cura


La Sapienza di Roma e l’INAIL hanno recentemente pubblicato uno studio sui lavoratori del settore edile che evidenzia fattori di rischio legati all’insorgenza del carcinoma del cavo orale. Si tratta di una patologia che causa un alto tasso di mortalità, e che si ricollega anche a comportamenti dannosi per la salute come il fumo e il consumo di alcol.

La ricerca presentata mercoledì scorso nell’ateneo, rientra in una campagna più ampia rivolta ai lavoratori del settore edile, con l’obiettivo di valutare l’incidenza di condizioni potenzialmente oncologiche ed ha riguardato 677 operai: dalla ricerca emerge:
– scarsa conoscenza dei segnali del carcinoma
– presenza di fattori novici (il 43% dei lavoratori fuma e il 57% è consumatore di alcol) e nei giovani presenza dall’Hpv, l’infezione del papillomavirus

Fra i fattori di rischio del carcinoma del cavo orale si annoverano
– traumatismi cronici,
– la scarsa igiene orale,
– l’ipovitaminosi
– l’immunodeficienza
“La disinformazione, dovuta all’assenza di una cultura preventiva di base – riferisce Antonella Polimeni, ordinario di Odontoiatria pediatrica all’Università Sapienza di Roma – spesso impedisce ai soggetti potenzialmente a rischio di sottoporsi a visite periodiche, mentre è importante fornire strumenti informativi e formativi, con particolare riferimento all’importanza degli stili di vita e dei ‘follow-up’ odontoiatrici periodici. È importante, inoltre, effettuare un’istantanea dello stato di salute del cavo orale nei lavoratori esposti ad agenti potenzialmente cancerogeni, per formulare un’eventuale diagnosi precoce”.

Secondo i dati riportati da INAIL e dallo studio, il carcinoma del cavo orale e del labbro ha un’incidenza del 2,1% a livello mondiale, con un rapporto di circa 2 a 1 tra uomini e donne. In Italia l’incidenza è dell’1,1%, più bassa della media dell’Unione europea. Il rischio di sviluppare questo tumore aumenta con l’età: generalmente le prime manifestazioni iniziano intorno ai 45 anni e raggiungono il picco oltre i 75.
La ricerca sottolinea l’importanza della prevenzione: la prognosi del carcinoma orale non è infatti migliorata negli anni e la mortalità per questa patologia è fra le più alte in assoluto. Necessaria quindi una diagnosi precoce. Nel corso dell’incontro di presentazione è stato presentato il percorso integrato messo a punto dal dipartimento testa-collo del Policlinico Umberto I di Roma che punta a facilitare l’accesso alla diagnosi precoce e alle cure e si affida ad una task force di specialisti di diversi ambiti per permettere la migliore azione terapeutica e riabilitativa sui pazienti.

Redazione InSic

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