Secondo le nuove disposizioni, a bordo delle navi dovranno essere trasportati certificati o altri documenti che attestino la sussistenza di una copertura finanziaria a tutela dei marittimi che lavorano a bordo, pena il fermo della nave in porto.
La Commissione ricorda che la Convenzione sul lavoro marittimo stabilisce standard minimi di lavoro e di vita per tutti coloro che lavorano a bordo di navi battenti bandiera di paesi ratificanti.
L’Unione ha adottato numerosi strumenti legislativi per assicurare l’applicazione coerente ed efficace della Convenzione da parte degli Stati membri e l’esecuzione della Convenzione sul lavoro marittimo a tutte le navi che fanno scalo in uno dei porti dell’UE. Nel novembre 2013 la Commissione europea ha presentato una proposta per includere i lavoratori marittimi in numerose direttive di diritto del lavoro dell’UE, integrando così le norme della Convenzione.
Fra i punti della Convenzione oggetto di modifica si pone la protezione dei marittimi in caso di abbandono della nave: la Commissione stima che a partire da marzo 2014, c’erano 159 casi irrisolti di navi mercantili abbandonate, alcune risalenti al 2006. In tali casi, i lavoratori restano senza paga, spesso per diversi mesi, privi di forniture alimentari regolari, cure mediche o mezzi per tornare a casa. Le proposte di modifica riguardano proprio la fornitura di un sostegno finanziario per proteggere meglio i marittimi dalle conseguenze di abbandono nei porti.
Inoltre, le proposte di modifica indicano una serie di requisiti minimi supplementari per il sostegno finanziario al fine di garantire che i marittimi siano protetti dalle conseguenze finanziarie di malattia, infortunio o decesso a seguito della loro attività lavorativa.
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