In Europa, rivela l’EU OSHA nel rapporto “European Opinion Poll on Occupational Safety and Health” Maggio 2013, la precarietà dell’impiego o la riorganizzazione del lavoro sono considerate le cause più comuni di stress. I lavoratori sono poco informati sui programmi o le politiche che agevolano il proseguimento dell’attività lavorativa fino all’età pensionabile od oltre, sebbene la maggior parte degli intervistati dichiari di essere favorevole alla loro introduzione.
Il direttore dell’EU-OSHA, Christa Sedlatschek ha precisato che “il 41% dei lavoratori in Europa dichiara che lo stress legato al lavoro non viene gestito adeguatamente sul luogo di lavoro e, fra questi, il 15% ritiene che sia gestito in modo del tutto inadeguato” ed ha aggiunto che, a conferma dell’importanza del tema dello stress, la prossima campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri sul lavoro sarà dedicata proprio al tema “La gestione dello stress” perché “Il messaggio da trasmettere alle aziende europee di dimensioni e settori diversi è che i rischi psicosociali possono essere trattati in modo logico e sistematico, esattamente come altri problemi correlati alla salute e alla sicurezza”.
I dati
La causa più comune dello stress da lavoro in Europa è individuata nella precarietà dell’impiego o nella riorganizzazione del posto di lavoro (72%), seguite dalle ore e dal carico di lavoro (66%). Tuttavia, fra i lavoratori più giovani di età compresa tra 18 e 34 anni, queste due cause costituiscono la percentuale più elevata (entrambe al 69%). Inoltre, gli operatori sociosanitari sono più propensi, rispetto alla media, a ricondurre lo stress alle ore e/o al carico di lavoro (77%).
Comportamenti inaccettabili come il bullismo o le molestie sono percepiti come una causa frequente di stress da sei lavoratori su dieci (59%). Un minor numero di lavoratori cita come cause comuni di stress il mancato sostegno da parte di colleghi o superiori (57%), la mancanza di chiarezza sui ruoli e le responsabilità (52%) o le scarse opportunità di gestire i modelli di lavoro (46%).
In Italia
Qual è la percezione del rischio stress in Italia?
Secondo il sondaggio elaborato dall’EU OSHA su 480 interviste telefoniche condotte su un campione variegato e rappresentativo di lavoratori, le cause più comuni di stress sono legate alla riorganizzazione del lavoro (segnalata dal 71% degli intervistati), o alla riorganizzazione del carico di lavoro e delle ore di lavoro (indicata dal 65% dei lavoratori). Il 63% degli intervistati indicano fra le cause di stress, anche la mancanza di sostegno da parte dei colleghi o superiori o legano lo stress a ruoli e responsabilità poco chiare, nonché a comportamenti inaccettabili come il bullismo o molestie (rilevate dal 62% degli intervistati).
I dati italiani confermano come la principale causa di stress resti la riorganizzazione del lavoro e la precarietà, e più della metà degli intervistati italiani segnalano che lo stress, pur essendo un dato comune nel loro posto di lavoro, è tuttavia ben controllato (come confermato dal 60% degli intervistati). Solo il 39% dei lavoratori italiani afferma che i fenomeni di stress sono rari e il 4% nega che si siano verificati fenomeni del genere in azienda.
Rispetto alla media europea quindi, in Italia c’è maggiore consapevolezza del fenomeno stress lavoro correlato (55% di rilevazioni italiane contro il 51% delle rilevazioni europee), e sono molti di più i lavoratori italiani che credono che il fenomeno italiano sia ben controllato (quasi il 60% contro il 54% dell’Unione).
C’è però da fare una precisazione: nei luoghi di lavoro con più di dieci dipendenti il 43% degli intervistati indica che il controllo del rischio stress è efficace, mentre la percentuale dei lavoratori soddisfatti del controllo del rischio stress scende al 26% nei luoghi di lavoro più piccoli.
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