Parità di genere

Parità di genere: la prassi UNI PdR 125:22, come ottenere la Certificazione? News e Aggiornamenti

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Il 16 Marzo 2022 è entrata in vigore la prassi UNI PdR 125:22 che definisce le linee guida sul Sistema di Gestione per la parità di genere che prevede la strutturazione e adozione di un insieme di indicatori prestazionali (KPI) inerenti alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni.

Come ottenere la certificazione? Come operano gli indicatori e come valutarli all’interno di una organizzazione?

  • Riportiamo di seguito alcune riflessioni tratte dall’articolo: “UNI PdR 125:22 e Sistema di Gestione della Parità di Genere” di Massimo Cassinari (Responsabile certificazione sistemi di gestione ICMQ) pubblicato sulla rivista Ambiente & Sicurezza sul lavoro 1/2023;
  • Gli ultimi aggiornamenti Accredia all’indomani dell’uscita del nuovo Codice Appalti
  • Le modifiche del DECRETO-LEGGE 29 maggio 2023, n. 57 art. 3, di modifica all’art.108 comma 7 del Nuovo Codice Appalti (D.Lgs. 36/2023). 
  • Sull’argomento suggeriamo anche la visione del Webinar informativo PARITÀ DI GENERE E SOSTENIBILITÀ: LE NUOVE SFIDE PER L’HSE (Relatori: Stefano Massera, Esperto sistemi di gestione della sicurezza e valutazione dei rischi, Direttore Tecnico Informa. Consulente Professionale INAIL e Francesco Sabbatini, Relazioni esterne e Lead Auditor dell’organismo di certificazione Dasa-Rägister).

Come ottenere la certificazione della parità di genere?

Le aziende possono richiedere la certificazione della parità di genere come atto volontario ottenibile in seguito ad un audit, da parte di un ente di certificazione accreditato, che verifichi la conformità alla prassi di riferimento sul Sistema di Gestione per la parità di genere indicate appunto nella PdR 125.

Certificazione della parità di genere: differenze con le Certificazioni Qualità sicurezza e ambiente

Rispetto alle “classiche” certificazioni di sistema di gestione (qualità, ambiente, salute e sicurezza sul lavoro ecc.), la nuova certificazione prevede la strutturazione e adozione di un insieme di indicatori prestazionali (KPI) inerenti alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni.

Indicatori della Parità di genere: quali sono?

I KPI che fotografano la situazione dell’organizzazione in riferimento alle pari opportunità sono complessivamente 34 e sono divisi in 6 macro aree:

  1. cultura e strategia;
  2. governance;
  3. processi HR;
  4. opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda;
  5. Equità remunerativa per genere;
  6. tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

A cosa servono gli Indicatori della parità di genere? Gli obiettivi

A ciascun indicatore è associato un obiettivo; nella maggior parte dei casi si tratta di obiettivi/indicatori di tipo qualitativo.

Per esempio, l’indicatore 1 della sezione “Cultura e strategia” richiede la “Formalizzazione e implementazione di un piano strategico che possa favorire e sostenere lo sviluppo di un ambiente di lavoro inclusivo e preveda valori aziendali coerenti con una cultura inclusiva”. In situazioni di questo tipo, la valutazione del raggiungimento dell’obiettivo è di tipo sì/no: dunque il Piano Strategico è presente e attuato o non lo è.

In altri casi, l’indicatore è di tipo quantitativo.

Per esempio l’obiettivo 3 della sezione “Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda”: “Percentuale di donne nell’organizzazione con qualifica di dirigente”.

La valutazione di questo indicatore si esplicita in un valore percentuale, dunque, in questo caso, i criteri per definire se l’obiettivo è raggiunto sono descritti nel dettaglio dalla Prassi di Riferimento per ogni singolo KPI.

Organizzazioni e attuazione della parità di genere

Le organizzazioni di dimensioni ridotte potrebbero avere difficoltà ad applicare alcuni degli indicatori. Per questo motivo, la Prassi di Riferimento classifica le organizzazioni in quattro categorie: micro (fino a 9 addetti), piccola (da 10 a 49 addetti), media (da 50 a 249 addetti), grande (250 addetti e oltre). Non tutti i KPI sono applicabili a tutte le categorie di organizzazione; in particolare, sono presenti esclusioni per micro e le piccole organizzazioni. In ogni caso, per il rilascio della certificazione, l’azienda deve raggiungere lo score minimo del 60%.

Certificazione parità di genere e requisiti del Sistema

Il raggiungimento degli obiettivi non è tuttavia l’unico requisito per l’ottenimento della certificazione, vi sono anche requisiti tipici dei sistemi di gestione più classici: l’organizzazione deve infatti de[1]finire un Piano strategico, metterlo in atto, monitorarne l’applicazione e rivederlo periodicamente nell’ottica del miglioramento.

Si tratta del ciclo di miglioramento continuo secondo il ciclo Plan – Do – Check – Act (PDCA) comune a tutti i sistemi di gestione. Purtroppo, la struttura della PdR 125 non è allineata alla High Level Structure che contraddistingue tutte le norme ISO della stessa categoria (sistemi di gestione) e questo complica l’integrazione con eventuali altri sistemi di gestione presenti in azienda.

Certificazioni di Sistemi di gestione per la parità di genere – indicazioni da Accredia

Accredia ricorda che le imprese capaci di adottare misure concrete per ridurre il divario di genere rispetto alle opportunità di crescita, alla parità salariale e alla tutela della maternità, possono richiedere la certificazione accreditata del sistema di gestione per la parità di genere secondo la Prassi di riferimento PdR UNI 125 a organismi accreditati da Accredia e ottenere sgravi fiscali.

Il certificato di sistema di gestione secondo la PdR/UNI 125 non ha alcuna limitazione settoriale, pertanto la certificazione potrà essere misurata in maniera equa e oggettiva, a prescindere dal settore di riferimento, dal numero di dipendenti e dalle condizioni di partenza delle imprese stesse. Infatti, l’obiettivo è premiare quelle che investono di più per raggiungere l’effettiva parità all’interno dei propri ambienti di lavoro.

Sull’argomento Accredia dedica:

  • una pagina informativa sui Sistemi di gestione per la parità di genere con le indicazioni sulla normativa di riferimento e le circolari UNI collegate
  • una pagina di FAQ sulla certificazione di genere in cui UNI e Accredia intendono rispondere sia alle esigenze di una migliore applicazione della UNI/PdR 125 da parte di tutte le organizzazioni sia garantire un approccio uniforme e omogeneo da parte degli organismi di valutazione della conformità accreditati, che certificheranno i sistemi di gestione per la parità di genere.

Nuovo Codice Appalti – D.Lgs. n.36/2023: cosa cambia per la certificazione della parità di genere?

A seguito della pubblicazione in Gazzetta del nuovo Decreto sui Contratti pubblici (D.Lgs. n.36/2023) il requisito della certificazione della parità di genere per ottenere benefici fiscali e vantaggi negli appalti pubblici è stato oggetto di un intervento normativo di aggiornamento: il nuovo Codice Appalti (art. 108, comma 7) stabilisce che le stazioni appaltanti prevedano un “maggior punteggio da attribuire alle imprese che attestano, anche a mezzo di autocertificazione, il possesso dei requisiti di cui all’articolo 46-bis del d.lgs. 198/2006” (certificazione parità di genere).

Pertanto, cambiano le modalità con cui un’impresa può dimostrare di adottare delle politiche per la parità tra i generi: non più il rispetto della UNI, un’attestazione rilasciata da un soggetto terzo e imparziale ma un’autocertificazione fornita dall’azienda stessa. Una modalità che, conferma Accredia, non offre le stesse garanzie della certificazione rilasciata sotto accreditamento.

Attestazione della certificazione di genere: cosa cambia?

Accredia indica che l’art. 108, comma 7, prosegue stabilendo che la stazione appaltante dovrà verificare “l’attendibilità̀ dell’autocertificazione dell’aggiudicataria con qualsiasi adeguato mezzo”. Ma le stazioni appaltanti, specialmente quelle di dimensioni ridotte, potrebbero non possedere le competenze adeguate a verificare l’attendibilità dell’autocertificazione.

DL 57/2023 – certificazione della Parità di Genere: modifiche al nuovo Codice Appalti

Il successivo DECRETO-LEGGE 29 maggio 2023, n. 57 ha eliminato il riferimento all’obbligo di verifica dell’attendibilità dell’autocertificazione con qualsiasi mezzo da parte della stazione appaltante.

Per avere un quadro dei riferimenti alla certificazione della parità di genere negli affidamenti in base alla vecchia normativa dei contratti pubblici (D.Lgs. n.50/2016) e nella nuova del Codice dei Contratti pubblici 2023 (D.Lgs. n.36/2023), suggeriamo il nostro approfondimento:

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