In occasione della Settimana mondiale della sicurezza stradale (7th UN Global Road Safety Week dal 15 al 21 maggio 2023) organizzata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riportiamo i dati aggiornati di INAIL al 2022 sul fenomeno infortunistico stradale contenuto (seppure parzialmente) nei dati degli infortuni “in itinere” registrati dall’Istituto in Italia.
Nell'articolo
Infortuni in Itinere 2022: i dati INAIL
In base ai Dati INAIL 2022 (rilevazione Gennaio 2023) a livello nazionale si registra
- Infortuni sul lavoro: un incremento rispetto al 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro (+28,0%) sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+11,9%).
- Infortuni mortali: nel 2022 sono stati registrato 1.090 infortuni mortali, 131 in meno rispetto ai 1.221 del 2021, 180 in meno rispetto ai 1.270 del 2020 e uno in più rispetto ai 1.089 del 2019 pre-pandemia. Il calo rispetto al 2021 riguarda solo i decessi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 973 a 790 (-18,8%) per il notevole minor peso delle morti da contagio, mentre quelli occorsi in itinere sono aumentati del 21,0%.
- Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro dicembre 2022 sono state 697.773, in aumento del 25,7% rispetto al 2021 (+25,9% rispetto a gennaio-dicembre 2020 e +8,7% rispetto a gennaio-dicembre 2019). Previsto un incremento nel 2022 rispetto al 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro (+28,0%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento dell’11,9%.
Infortuni in itinere dati 2019-2022 a confronto
INAIL riscontra poi i dati 2022 con quelli del 2019 (omettendo quindi il periodo Covid-19), un’analisi dalla quale emerge anche il peso degli infortuni in itinere.
L’incremento registrato tra il 2022 e il 2019 è sintesi di una crescita di 67.073 infortuni avvenuti
in occasione di lavoro (+12,4%) e di un calo di 10.938 di quelli in itinere (-10,8%). INAIL riscontra a proposito che l’incidenza degli itinere sul totale degli infortuni denunciati sia stata nel 2022 ancora sotto la soglia che registrava negli anni precedenti la pandemia, si è infatti attestata al 12,9% contro il 15,7% del 2019 (era pari all’11,2% nel 2020 e al 14,5% nel 2021).
Anche l’incidenza degli infortuni stradali (avvenuti con il coinvolgimento di un mezzo di trasporto)
è nel 2022 inferiore a quella osservata nel 2019 (9,9% contro il 12,4%; era pari al 9,1% nel 2020 e
all’11,7% nel 2021).
L’incidenza degli itinere sul totale dei decessi denunciati è nel 2022 del 27,5% contro il 28,1%
registrato nel 2019 (era 16,9% nel 2020 e 20,3% nel 2021). Analogamente, per gli stradali l’incidenza
è passata dal 36,2% del 2019 al 35,0% nel 2022 (era 22,6% nel 2020 e 26,3% nel 2021). Si fa
osservare per il genere femminile come nel 2022 l’incidenza dei decessi avvenuti in itinere sul totale di
tutti i decessi denunciati da donne (50,0%) sia tornata quasi ai livelli del 2019 (51,1%); per gli uomini,
le predette incidenze sono più basse e rappresentano mediamente circa un quarto dei loro decessi.
Gli Infortuni in itinere INAIL nel 2019
Gli infortuni denunciati all’Inail e avvenuti nel 2019 con il coinvolgimento di un mezzo di trasporto, cd “stradali”, sono stati 91.832 ed hanno rappresentato il 14,2% degli infortuni complessivamente denunciati, pari a 644.803, con un discreto decremento (-2,9%) rispetto all’anno precedente. I dati sono sostanzialmente stabili nel corso dell’ultimo quinquennio e si attestano su una media di 93 mila casi l’anno.
Sono le indicazioni fornite da INAIL per il Rapporto 2020 (agg. aprile 2020) relativo alla “Produzione di statistiche sull’incidentalità nei trasporti stradali, anche con riferimento alla tipologia di strada”, pubblicato sul sito del Ministero Infrastrutture, che si compone di diversi Rapporti provenienti da enti e agenzie impegnate nel monitoraggio delle strade.
Denunce di infortuni stradali 2019
Le denunce degli infortuni stradali con esito mortale, sempre per il 2019, sono state 470, pari al
40,7% del complesso delle denunce mortali (1.156) con un decremento pari al -20,1% rispetto al
2018 e del -12,1% nel quinquennio: i 588 casi mortali del 2018 costituiscono il peggior dato degli
ultimi 5 anni.
L’eccezionalità registrata nel 2018 è da attribuirsi alla maggior frequenza e consistenza numerica di eventi mortali plurimi (ovvero quelli che causano contemporaneamente la morte di due o più lavoratori): nel solo mese di agosto 2018 si ricordano i tragici episodi relativi al crollo del ponte Morandi a Genova, in cui persero la vita 15 lavoratori e i due incidenti stradali accaduti in provincia di Foggia, in cui sono deceduti 16 braccianti.
Del complesso delle quasi 92mila denunce, 8 casi su 10 (precisamente il 79,6%) riguardano
infortuni in itinere, in maggioranza anche tra gli eventi mortali (254 decessi su 470, il 54,0%).
Infortuni stradali: genere ed età degli infortunati
Il fenomeno degli infortuni stradali colpisce maggiormente gli uomini in quanto molte attività che includono la guida di un mezzo di trasporto sono tipicamente maschili. Poco meno del 60% (precisamente il 59,0%) degli infortuni colpisce gli uomini (54.211 nel 2019); la quota raggiunge l’88,3% nel caso dei mortali (415 sui 470 decessi totali). Nel quinquennio gli infortuni femminili registrano una riduzione (-1,4%), quelli maschili un aumento (+1,8%); per i mortali, invece, per entrambi i sessi si registrano forti riduzioni, più marcate per le donne, pari a -26,7%, contro il – 9,8% per gli uomini.
Di notevole rilievo è il dato relativo al numero di decessi stradali femminili: nel 2019 sono stati 55 su un totale di 95 (il 57,9%). La quota di decessi stradali è molto diversa tra i sessi: in media, nell’ultimo quinquennio, è stata del 59,5% per le donne e del 40,8% per gli uomini.
Dal punto di vista anagrafico, la fascia d’età maggiormente interessata dall’infortunio stradale è quella compresa tra i 35 e i 49 anni, che raccoglie il 37,7% delle denunce, a seguire quella dei più giovani con età inferiore ai 35 anni (35,1% di casi). Non si evidenziano differenze significative per genere.
Infortuni stradali mortali: età e genere
Quanto ai casi mortali, la fascia di età più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni (35,4% dei decessi), seguita da quella tra i 35 e i 49 anni (33,8%). Le vittime sono tendenzialmente più anziane, infatti gli ultra 50enni superano il 40% dei casi, mentre sono il 27% nel caso del complesso delle denunce stradali. Distinguendo per genere si osserva che le decedute sono generalmente più giovani, il 34,5% ha meno di 35 anni (è il 24,3% nel caso degli uomini) e poco più di una su quattro ha più di 49 anni, mentre nel caso degli uomini ben il 42% ha oltre 49 anni (il 5,5% oltre 64 anni).
L’età media più elevata tra i casi mortali (45 anni) rispetto a quella rilevata per il complesso delle denunce (40 anni) evidenzia una possibile correlazione tra l’invecchiamento fisico del lavoratore (con conseguente rallentamento dei riflessi, acutezza visiva, capacità di concentrazione, insonnia, ecc.) e la gravità delle conseguenze dell’incidente.
Infortuni stradali: analisi territoriale
L’analisi territoriale evidenzia come nel 2019 il 61,0% degli infortuni denunciati con mezzo di trasporto coinvolto sia avvenuto nel Nord del Paese, il 22,7% nel Centro e il restante 16,3% nel Mezzogiorno. L’incidenza delle denunce stradali sul complesso (stradali e non) è pari, a livello Italia, al 14,2% e nel dettaglio risulta maggiore al Centro (16,7%) rispetto alle altre due ripartizioni del Nord (14,2%) e Mezzogiorno (11,9%).
L’analisi per Regione riporta nelle prime posizioni per valori assoluti Lombardia (21,5% delle denunce nazionali), Veneto (12,4%) ed Emilia Romagna, (11,7%), regioni caratterizzate da elevati livelli occupazionali. In termini di incidenza sul complesso, invece, il Lazio si contraddistingue per la quota più cospicua, pari al 19,2%, seguono Lombardia e Toscana (entrambe 16,4%).
Esaminando i soli eventi mortali stradali si nota come siano inferiori (rispetto al complesso degli infortuni) le quote di denunce al Nord e al Centro (rispettivamente 51,9% e 21,9%), mentre è più elevata quella del Mezzogiorno (26,2%).Incidenti stradali mortali: analisi territoriale Analogamente per i casi mortali a livello regionale la graduatoria dei valori assoluti riporta ai primi posti Lombardia (14,9%), Veneto (12,1%) ed Emilia Romagna (10,2%).
L’incidenza dei decessi stradali sul complesso degli eventi mortali, invece, presenta valori elevati per Umbria (57,9%), Veneto (57,6%) e Marche (55,9%). Il Veneto, quindi, risulta ai primi posti sia in termini assoluti sia in termini di incidenza relativa.
Per Provincia si osserva che in valore assoluto le prime per denunce sono Milano (7.740 casi), Roma (7.256), Torino (4.323), Firenze (3.009) e Bologna (2.487).
Se si considerano solo i decessi la triste classifica cambia con nell’ordine Roma (25 vittime), Milano (21), Verona (19) e Bologna (14). In termini di incidenza, rapportando gli infortuni stradali al complesso delle denunce, la graduatoria vede ai primi posti Firenze (21% di stradali sul complesso degli infortuni), Roma (20%) e a seguire Monza Brianza, Milano e Pisa (tutte con il 19%). Nel caso dei morti sul lavoro stradali, risulta che le Province di Biella, Trieste ed Enna hanno registrato per il 2019 decessi avvenuti tutti col coinvolgimento di un mezzo di trasporto, a seguire Lucca (88%) e Mantova (86%).
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