Spazi confinati: definizione, normativa e procedure da seguire

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Gli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento sono classificati come luoghi di lavoro a forte rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori: la conferma arriva anche dai numerosi fatti di cronaca, anche recenti, che hanno portato ad una riflessione sul livello di sicurezza da garantire nelle attività che in essi si svolgono e sulla formazione del personale delle ditte (anche quelle esterne) che operano in questi contesti.

Il contributo è tratto dall’articolo: “Ambienti confinati: un rischio da non sottovalutare” di Adolfo Antonio Faletra, Giusto Tamigio su Ambiente&Sicurezza sul lavoro (vedi sotto)

Spazi confinati: definizione

In Italia non esiste una vera e propria definizione di spazio confinato o ambiente confinato o sospetto di inquinamento.  Secondo la norma internazionale OSHA4, per spazio confinato si intende uno “spazio abbastanza grande e configurato affinché un lavoratore possa accedervi interamente per eseguire il lavoro assegnato, ha limitati o ristretti accessi per l’entrata/uscita, non è progettato per una attività continuativa”.

Quando è spazio confinato?

Secondo la Guida operativa ISPESL, per ambiente confinato si intende uno “spazio circoscritto, caratterizzato da limitate aperture di accesso e da una ventilazione naturale sfavorevole, in cui può verificarsi un evento incidentale importante, che può portare ad un infortunio grave o mortale, in presenza di agenti chimici pericolosi (ad esempio, gas, vapori e polveri)”.

Spazio confinato: definizione

L’ambiente confinato (o “spazio confinato” come spesso denominato nel linguaggio corrente) è un ambiente o un luogo chiuso che non è stato progettato e costruito per un’occupazione continua da parte del lavoratore ma che – occasionalmente e temporaneamente – può essere occupato da lavoratori impegnati in operazioni di vario genere quali: manutenzione, riparazione, ispezione, pulizia, etc.

Classificazione spazi confinati

Alcune tipologie di ambienti confinati sono facilmente identificabili per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, come nel caso di serbatoi, silos, recipienti adibiti a reattori, fosse biologiche, reti fognarie.

Altri tipi di ambienti confinati non sono altrettanto facili da identificare: anche ambienti non completamente chiusi possono essere ugualmente pericolosi come, ad esempio, camere con aperture in alto, vasche, depuratori, camere di combustione nelle fornaci, canalizzazioni varie, camere non ventilate o scarsamente ventilate.

Dunque, non è possibile fornire una lista esaustiva di tutti gli ambienti confinati.

Spazi confinati – Normativa

Vediamo di seguito qual è la principale normativa per gli spazi o ambienti confinati.

Spazi confinati – D.Lgs. n.81/08

Nella legislazione italiana gli ambienti confinati o sospetti di inquinamento sono presi in considerazione nel D.Lgs. 81/08; in particolare l’art. 66 delinea le disposizioni generali per l’esecuzione dei lavori in ambienti sospetti di inquinamento mentre l’art. 121 si occupa della presenza di gas negli scavi.

Quali sono i lavori in spazi confinati?

Entrambi gli articoli del Testo Unico di Sicurezza, letti congiuntamente, individuano dunque come ambienti confinati: pozzi, pozzi neri, fogne, cunicoli, camini e fosse, gallerie e – in generale – ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili in cui sia possibile il rilascio di gas deleteri.

Bisogna tenere in considerazione anche il p.to 3 dell’allegato IV dello stesso decreto, che definisce i requisiti che devono possedere i luoghi di lavoro costituiti da vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti e silos.

Ambiente confinato: la normativa – il DPR 177/2011

Il D.Lgs. 81/08 non ha però previsto quali requisiti di formazione debbano avere i lavoratori che operano all’interno degli ambienti confinati. Si è provveduto in tal senso con il D.P.R. 177/11, che ha introdotto un regolamento per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.

Il regolamento è fondato su due capisaldi:

  • la qualificazione delle imprese e dei lavoratori che operano in ambienti confinati
  • le procedure di sicurezza.

1. La qualificazione delle imprese

Qualsiasi attività lavorativa che operi nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati in ragione del possesso di requisiti specifici.

Requisiti di Formazione per lavoratori in spazi confinati

L’azienda deve avere del personale, in percentuale non inferiore al 30% della forza lavoro, con esperienza lavorativa di almeno tre anni in ambienti sospetti di inquinamento o confinati; tale esperienza deve essere necessariamente posseduta dai preposti.

Il personale deve essere formato e informato sui fattori di rischio propri di tali attività, con verifica di apprendimento e aggiornamento. Si fa notare che il datore di lavoro non è esentato dall’obbligo se effettua anch’egli tali attività lavorative. Infatti, le notizie di cronaca riportano spesso casi di incidenti in ambienti confinati in cui le vittime sono state proprio, o anche, i titolari delle aziende operanti.

Quali DPI è opportuno utilizzare negli spazi confinati?

Oltre alla protezione collettiva, che deriva dalla conoscenza delle procedure e dalla formazione approfondita sui rischi, non si possono ovviamente dimenticare gli obblighi di dotazione di specifici dispositivi di protezione individuale, attrezzature e strumentazioni idonee per tali attività, al cui uso corretto i lavoratori (e il datore di lavoro) devono essere ben addestrati. L’addestramento deve pertanto comprendere anche l’applicazione operativa delle procedure di sicurezza.

In caso di subappalti, che devono essere espressamente autorizzati dal committente, tali obblighi devono ovviamente discendere anche nei confronti dei lavoratori delle imprese in subappalto, compresi i lavoratori autonomi.

2. Le procedure di sicurezza in ambienti confinati

Solo un’adeguata conoscenza del contesto in cui si è chiamati ad operare può permettere la predisposizione di procedure di sicurezza veramente efficaci. 

In tal senso è fondamentale il ruolo del datore di lavoro dell’impresa committente che conosce molto bene le caratteristiche dell’ambiente confinato. Infatti, prima di consentire l’accesso agli ambienti confinati, il datore di lavoro committente deve informare tutti i lavoratori dell’impresa appaltatrice su: 

  • le caratteristiche dei luoghi in cui sono chiamati ad operare; 
  •  tutti i rischi esistenti negli ambienti di lavoro, ivi compresi quelli derivanti dai precedenti utilizzi degli ambienti di lavoro
  •  le misure di prevenzione ed emergenza adottate in relazione della propria attività.

Questo scambio di informazioni deve essere realizzato in un tempo sufficiente ed adeguato al completo trasferimento delle informazioni; si ritiene adeguata la durata minima di un giorno per acquisire tali informazioni. 

Vigilanza in spazi confinati

Il datore di lavoro committente è anche tenuto a nominare un proprio rappresentante, che deve vigilare – con funzione di indirizzo e coordinamento – sulle attività svolte dai lavoratori dell’impresa appaltatrice o dai lavoratori autonomi. Ciò al fine anche di limitare i rischi di interferenza tra le attività svolte da entrambe le imprese. 

Inoltre, devono essere predisposte ed attuate apposite procedure di lavoro, dirette ad eliminare o ridurre i rischi propri delle attività in ambiente confinato. È importante che esse siano riferite a tutte le fasi delle lavorazioni e anche all’eventuale fase di emergenza e di coordinamento con gli enti preposti al soccorso (Servizi Sanitari e Vigili del fuoco). 

Il regolamento dunque individua le linee guida generali di una strategia di contrasto del fenomeno infortunistico.

Spazi confinati: formazione

Quale formazione è possibile per gli spazi confinati? Occorre un corso di formazione tecnico-pratico per la qualificazione del personale (addetti e preposti) operante in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati ed erogato da soggetti idonei e qualificati ai sensi delle normative applicabili, anche ai fini dell’aggiornamento quinquennale per la formazione dei lavoratori ai sensi dell’art. 37 D.Lgs. 81/2008 s.m.i. e D.P.R. 177/2011.

Spazi confinati: corso

Istituto Informa organizza il corso: “Spazi confinati e lavori in quota” – IN VIDEOCONFERENZA.

Valido come Aggiornamento (D. Lgs. 81/08 e s.m.i.) per:
• Responsabili e Addetti SPP
• Coordinatori per la progettazione e l’esecuzione dei lavori.

Spazi confinati, aggiornamento ogni quanto?

La durata dell’aggiornamento per spazi confinati o sospetti di inquinamento è di 4 ore ed ha Validità di 5 anni.

Maggiori info su date e costi del corso di formazione:

Spazi confinati: INAIL

Per una facile applicazione delle norme può anche utilizzarsi

Spazi confinati: libro

Per capire come organizzare gli aspetti formativi e informativi dei lavoratori impegnati in spazi confinati:

Sbocchi Christian

Libro EPC – Edizione: aprile 2018

Sbocchi Christian

E-book EPC

Da EPC Editore un Volume “Corso di Formazione per addetti ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati” che permette ai docenti formatori di organizzare un corso di formazione minimo di 4 ore per gli operatori in spazi confinati: il corso è concepito in forma modulare in modo che l’utente possa adattarne il contenuto alle esigenze specifiche del corso da organizzare. Le diapositive sono realizzate in PowerPoint® (.PPT) e tutti gli strumenti di ausilio sono in formato doc.

Fucile Antonio

Manualistica per i lavoratori

Edizione: ristampa marzo 2013

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