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DOSSIER DONNE 2022: infortuni e decessi al femminile, la fotografia INAIL

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Come ogni anno, INAIL pubblica, in occasione della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo il Dossier Donne che riporta l’analisi sull’andamento del fenomeno infortunistico e tecnopatico al femminile, condotta dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto.

In questa pagina raccogliamo le diverse Edizioni così da poter tracciare un quadro di confronto del fenomeno infortunistico al femminile dell’Inail nel corso degli anni!

Dossier Donne 2022

Il nuovo Dossier Donne 2022 analizza l’andamento al femminile di infortuni sul lavoro e malattie professionali attraverso il confronto tra i dati mensili provvisori del 2020 e 2021, rilevati al 31 dicembre di ciascun anno, e quelli consolidati del quinquennio 2016-2020, rilevati alla data dello scorso 31 ottobre. In questa edizione spicca anche una riflessione sui temi della prevenzione e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in ottica di genere, che include anche l’impatto della pandemia sulle lavoratrici.

Spicca tra i dati INAIL che riportiamo sotto in forma di FAQ, il balzo dell’incidenza infortunistica femminile nel 2020 al 43% (rispetto al 36% registrato fino al 2019) per effetto della pandemia da COVID-19. Scende l’incidenza mortale dell’infortunio in itinere (per effetto dell’applicazione dello slart-working). Sul fronte patologie professionali, il 91% delle patologie denunciate dalle lavoratrici è osteomuscolare, in particolare le dorsopatie e i disturbi dei tessuti molli (circa il 92%).

Per approfondire ulteriormente il dato infortunistico al femminile, segnaliamo il nuovo numero di Dati Inail tra gender gap salariale e infortuni al femminile.

Donne e infortuni: qual’è l’impatto del Covid-19?

Dai dati della Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, emerge che l’incidenza degli infortuni al femminile rispetto al totale tra il 2016 e il 2019 è rimasta pressoché costante e pari mediamente al 36%, mentre nel 2020 è salita di ben sette punti percentuali fino al 43%, complice anche il maggior numero di contagi sul lavoro da Covid-19 delle donne rispetto agli uomini. Su 211.390 infezioni di origine professionale denunciate dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 31 gennaio, infatti, ben 144.353, pari a poco meno di sette contagi su 10, riguardano le lavoratrici.

Lavoratrici e infortuni mortali in Itinere: l’impatto della pandemia

Nel 2020 l’incidenza di questo tipo di incidenti tra le lavoratrici è stata pari a un decesso su cinque (38 su 188), rapporto che per gli uomini scende a uno su otto (190 su 1.452). Negli anni pre-pandemia, prima del massiccio ricorso allo smart working in chiave anti contagio, la quota di itinere sul totale era invece molto più elevata per entrambi i sessi (il 50% per le donne e il 25% per gli uomini).

Malattie professionali al femminile: le patologie del 2020?

Se nel 2020 a colpire i lavoratori nel complesso sono state soprattutto le patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso, pari all’80% del totale delle denunce, queste malattie rappresentano il 76% delle denunce dei lavoratori ma ben il 91% di quelle delle lavoratrici (circa 11mila delle 12mila denunce femminili complessive). Fra le patologie del sistema osteomuscolare, in particolare, le malattie più frequenti sono le dorsopatie e i disturbi dei tessuti molli (circa il 92%) e, fra quelle del sistema nervoso, la quasi totalità è rappresentata dalla sindrome del tunnel carpale.

Donne e Infortuni: i dati 2021

Emerge un decremento del 14,2% (da 233.731 a 200.557) rispetto all’anno precedente degli infortuni delle lavoratrici denunciati all’Istituto, a fronte di un aumento del 10,6% (da 320.609 a 354.679) di quelli maschili. I casi mortali sono stati nel complesso 1.221, 49 in meno rispetto ai 1.270 denunciati nel 2020 (-3,9%). Questo calo riguarda sia la componente maschile, i cui decessi denunciati sono stati 37 in meno, da 1.132 a 1.095, sia quella femminile, che ha fatto registrare 12 casi mortali in meno, da 138 a 126.

Dossier Donne 2021

Nel Dossier Donne 2021 (scarica qui il PDF) emergono dunque dati specifici dell’andamento infortunistico femminile che riguarda il 36% dei casi totali di infortunio, 102.942 le denunce (su 147.875), 79 decessi su 461 e la caduta è la prima causa di infortunio.
Crescono di più gli infortuni tra le ultra sessantenni
,spicca la maggiore incidenza del “rischio strada” rispetto agli uomini: la metà dei decessi femminili avviene nel tragitto tra la casa e il luogo di lavoro.

Le donne sono maggiormente vittima delle patologie del sistema osteo-muscolare, del tessuto connettivo e del sistema nervoso, che superano il 90% del totale.
Dai dati INAIL che riportiamo, emerge anche che nel periodo pandemico le lavoratrici sono le più colpite dai contagi professionali da Covid-19, il 43,6% delle contagiate dal Covid-19 ha oltre 49 anni e le più colpite sono le infermiere.

Infortuni sul lavoro al femminile: il 36% del totale nel Dossier DONNE 2021

In controtendenza rispetto al complesso degli infortuni sul lavoro, tra i quali i casi femminili si fermano al 36%. Su 147.875 denunce pervenute alla data del 31 gennaio del 2021, infatti, ben 102.942 sono femminili, ossia circa 70 contagi professionali ogni 100. Diversa la situazione tra le vittime, donne nel 17,1% dei casi (con 79 decessi su 461), in linea con il dato degli infortuni mortali sul lavoro nel complesso, che registra il numero maggiore di decessi tra gli uomini, mentre le donne restano sotto la soglia del 10%.

Infortunio in itinere: la metà dei decessi è femminile

Lo studio della Csa prosegue con i dati del 2019, aggiornati allo scorso 31 ottobre, che confermano l’elevata incidenza per le donne degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Questi infortuni rappresentano, infatti, il 23,5% (praticamente una su quattro) del totale delle denunce femminili (231.128) e il 12,5% (poco più di una su dieci) del totale di quelle maschili (413.779). Più elevata l’incidenza per le denunce con esito mortale: nel 2019, quasi un decesso femminile su due (44 su 97, il 45,4%) è avvenuto in itinere, rapporto che per gli uomini scende a circa uno su quattro (281 su 1.087, il 25,9%). I dati sono confermati nella più ampia categoria degli infortuni “fuori azienda”, che sommano tutti i casi in itinere e quelli in occasione di lavoro avvenuti con mezzo di trasporto coinvolto: il 25,3% (58.396) delle denunce femminili contro il 16,1% (66.485) di quelle maschili e, per i casi mortali, il 67,0% femminile (65 casi dei 97 totali) contro il 44,8% maschile (487 su 1.087).

Crescono di più gli infortuni tra le ultra sessantenni.

Tutte le fasce di età hanno registrato nel 2019 un andamento infortunistico altalenante rispetto all’anno precedente, con la riduzione più marcata per la fascia 40-44 anni (-4,0%) e aumenti più alti per le ultra 60enni (+3,9%). L’incremento più importante si registra nella classe 65-69 anni (+14,8%). La fascia tra i 50-54 anni, con 31.782 casi (-1,2%), è, invece, la più colpita in valore assoluto e rappresenta il 13,8% di tutti gli infortuni al femminile. Tra gli infortuni mortali, il maggior numero di casi riguarda la fascia 60-64 anni (14 casi), seguita dalle tre fasce 45-49, 50-54 e 55-59 anni, con 13 denunce ciascuna. A livello territoriale, gli infortuni femminili si sono concentrati per oltre la metà al Nord (60,2%), seguito dal Centro (20,6%) e dal Mezzogiorno (19,2%). Per i casi mortali le percentuali si attestano al 49,5% per il Nord, al 20,6% per il Centro e al 29,9% per il Meridione.

Denunce di infortunio al femminile – Dossier DONNE 2021

Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019, a fronte di un aumento dell’occupazione pari al +1,1%, le denunce di infortunio delle lavoratrici sono passate dalle 227.068 del 2015 alle 231.128 del 2019, con un aumento percentuale dell’1,8%, maggiore rispetto a quello rilevato tra i lavoratori (+1,0%), per i quali l’Istat ha registrato un aumento dell’occupazione pari al +0,3%. Le denunce di infortunio con esito mortale tra le lavoratrici sono, invece, diminuite, dai 117 casi del 2015 ai 97 del 2019 (-17,1%), in maniera più marcata rispetto alla riduzione dell’8,9% rilevata tra i lavoratori.

Tecnopatie al femminile: dati del Dossier DONNE – INAIL 2021

Nel periodo 2015-2019, la caduta è la prima causa di infortunio per le donne (26,7% sul totale dei casi codificati) e la quarta per gli uomini (17,6%), seguita dai movimenti del corpo sotto sforzo fisico (23,4%), che è anche la seconda causa degli infortuni maschili (21,1%). Nel 2019, la sede più interessata dagli infortuni continua a essere la mano, anche se per le donne ha un’incidenza inferiore rispetto agli uomini (23,3% dei casi codificati contro 29,2%), dovuta alla maggiore rilevanza assunta dalla caviglia (13,7% contro 8,9%), dalla colonna vertebrale e dal ginocchio (entrambi al 10% per le donne contro, rispettivamente, l’8,3% e il 7,9% per gli uomini). Sia per gli uomini che per le donne, le conseguenze più frequenti degli infortuni sono contusioni e lussazioni.

L’incidenza maggiore delle tecnopatie nel pubblico impiego

Le malattie professionali denunciate dalle lavoratrici nel 2019 sono state 16.640 (649 in più rispetto all’anno precedente), pari al 27,2% delle 61.197 tecnopatie denunciate nel complesso. Rispetto al 2015, si è avuto un aumento delle denunce del 3,9%, sintesi di un incremento pari al 5,9% per gli uomini e di un calo dell’1,0% per le donne. Il 75,0% delle denunce di malattia professionale femminili si sono concentrate nella gestione più grande dell’Industria e servizi (contro l’82,6% dei maschi), il 22,8% nell’Agricoltura e il restante 2,2% nel Conto Stato. A causa della forte presenza femminile tra gli occupati di molti settori, come la scuola e i ministeri, la gestione Conto Stato detiene il primato di incidenza percentuale femminile tra le denunce di malattia professionale (362 casi su 639, pari al 56,7%).

Dorsopatie, disturbi dei tessuti molli e sindrome del tunnel carpale le patologie più frequenti

Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso si confermano, anche nel 2019, le più frequenti tra i lavoratori nel complesso (78,3% del totale delle denunce). Ben marcata resta anche la differenza tra uomini e donne: se le patologie citate rappresentano il 74,5% delle denunce dei lavoratori, la percentuale sale al 90,9% tra le lavoratrici (oltre 15mila delle 16.640 denunce complessive). In particolare, fra le patologie del sistema osteo-muscolare, le malattie più frequenti sono le dorsopatie ed i disturbi dei tessuti molli (circa il 92%) e, fra quelle del sistema nervoso, la quasi totalità è rappresentata dalla sindrome del tunnel carpale.

Contagi da COVID-19, il dato al femminile

Secondo l’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, il 43,6% delle contagiate dal Covid-19 ha oltre 49 anni, il 38,1% ha tra i 35 e i 49 anni e il 18,3% è under 35. L’età media è di 46 anni e quella mediana di 48 anni, anche se ultimamente c’è una tendenza alla diminuzione. Più elevata, e pari a 56 anni, l’età media al decesso, con nessuna deceduta nella classe di età più giovane delle under 35, mentre il 19,0% delle vittime ha tra i 35 e i 49 anni e l’81,0% ha dai 50 anni in su. Gli infortuni si concentrano nelle regioni con il maggior numero di contagi nella popolazione. La Lombardia raccoglie, infatti, il 28,3% delle denunce femminili, seguita da Piemonte (15,4%), Veneto (11,1%) ed Emilia Romagna (8,5%). È sempre la Lombardia a registrare il maggior numero di vittime femminili, ben il 39,2%. A seguire Emilia Romagna (15,2%) e Piemonte (8,9%).

L’81% dei casi femminili di contagio è infermiera

Con il 42,0% dei casi codificati, sono i tecnici della salute a far registrare il maggior numero di denunce da Covid-19. Tra le figure professionali più colpite ci sono le infermiere (81,1% dei casi della categoria) e le fisioterapiste (5,8%). Segue la categoria delle operatrici sociosanitarie, con il 22,4% dei casi, e, con l’8,9%, quella delle lavoratrici qualificate nei servizi personali e assimilati. Il 6,3% dei casi riguarda, invece, i medici e il 5,0% le lavoratrici non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari. Per quanto riguarda i decessi, la categoria più colpita è sempre quella dei tecnici della salute, con un caso ogni quattro denunce: il 70% sono infermiere. Seguono le operatrici socio-sanitarie con il 14,1% dei casi e le operatrici socio-assistenziali con il 12,8%.

Infortuni sul lavoro e Giornata internazionale della donna: un legame stretto

Perché la Giornata internazionale della Donna viene festeggiata proprio l’8 marzo? e perché questa data ha un collegamento così importante con il mondo del lavoro e delle rivendicazioni delle lavoratrici e la sicurezza nei luoghi di lavoro?

La Giornata internazionale della donna si ispira alle attività dei movimenti dei lavoratori agli inizi del XX secolo in Nord America e in Europa. La prima giornata internazionale delle donne è stata celebrata dagli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909.
Il Partito socialista americano, in seguito, scelse questa giornata in onore dello sciopero dei lavoratori del settore vestiario durante il quale le donne protestarono per le condizioni lavorative dell’epoca.
Le Nazioni Unite, la cui Carta rappresenta il primo statuto internazionale che nel 1945 ha affermato il principio di uguaglianza tra i generi, hanno designato (a partire dal 1975) l’8 marzo come giornata internazionale della donna.

Perché proprio l’8 marzo come data della Festa della Donna?

Per molti anni l’origine dell’8 marzo si è fatta risalite a una tragedia accaduta nel 1908, che avrebbe avuto come protagoniste le operaie dell’industria tessile Cotton di New York, rimaste uccise da un incendio. L’incendio del 1908 è stato però confuso con un altro incendio nella stessa città, avvenuto nel 1911 e dove si registrarono 146 vittime, fra cui molte donne.

A San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne manifestarono per chiedere la fine della guerra. In seguito, per ricordare questo evento, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste che si svolse a Mosca nel 1921 fu stabilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia.In Italia la prima giornata della donna si è svolta nel 1922, ma il 12 marzo e non l’8.
Nel settembre 1944 a Roma è stato istituito l’UDI, Unione Donne Italiane, e si è deciso di celebrare il successivo 8 marzo la giornata della donna nelle zone liberate dell’Italia.

Redazione InSic

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