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Esplosioni e infortuni nei luoghi di lavoro: i dati di Infor.MO

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Tra 2002 e 2018 sono stati 98 le esplosioni in ambienti di lavoro: coinvolti 119 infortunati, 114 con esito mortale e 5 con esito grave. Gli infortuni avvengono per lo più nel settore manifatturiero (nel 51% dei casi), in particolare anche nei laboratori e nelle officine, ma è nelle costruzioni dove si muore di più (il 38% dei casi).
Sono i dati raccolti da INAIL nella Scheda “Infor.MO” su “Gli infortuni mortali causati da esplosioni” desunti dalla banca dati Informo, approfondisce le dinamiche e le cause infortunistiche delle esplosioni e incendi che hanno comportato il decesso di uno o più lavoratori (nel caso di eventi collettivi).

Vediamo i numeri diffusi da INAIL, i fattori di rischio esplosione e le principali problematiche di sicurezza nel settore ATEX e alcune informazioni sulle principali tipologie di esplosioni.

In questo Articolo
Esplosioni sul lavoro: i dati Infor.Mo
Esplosioni sul lavoro: settori e lavorazioni più colpite
Esplosioni sul lavoro: quali fattori di rischio?
Esplosioni sul lavoro: quali sono le principali problematiche di sicurezza?
Quali sono le tipologie di esplosioni con rilascio di energia?
Aggiornati con Istituto Informa

Esplosioni sul lavoro: i dati Infor.Mo sugli infortuni

Vediamo di seguito il dato infortunistico e mortale sul lavoro: i settori maggiormente coinvolti, in numero di infortuni e casi mortali e la tipologia di lesioni.

Totale eventi infortunistici:
• 98 eventi occorsi in ambienti di lavoro nel periodo 2002 – 2018,
• 119 infortunati: 114 con esito mortale e 5 con esito grave).

Statistiche eventi mortali in caso di esplosioni sul lavoro
• comparto del manifatturiero (20%)
• costruzioni (38%)
• trasporti e magazzinaggio all’8%.
Lesioni riportate dai lavoratori durante le esplosioni
• l’ustione (49%) da esplosioni con onde di combustione
• frattura (25%) (da collasso di muri, strutture, impianti e attrezzature)
• schiacciamento (8%) (da collasso di muri, strutture, impianti e attrezzature).

Esplosioni sul lavoro: settori e lavorazioni più colpite

Esplosioni: i settori maggiormente interessati:
• comparto del manifatturiero (51%)
• costruzioni (15%)
• trasporti e magazzinaggio (9%).

Tipologie di ambienti a rischio esplosioni:
1. luogo di produzione, laboratorio, officina (42%)
2. luogo dedicato al magazzinaggio, carico, scarico materiali (24%),
3. cantiere riguardante le fasi di demolizione, restauro, manutenzione (8%),
4. area aziendale destinata ad operazioni di manutenzione o riparazione (5%).

Lavorazioni collegate ai casi di esplosioni (%):
• Saldatura/taglio 21%
• Produzione lavorati e semilav. con utilizzo di impianti/macchine 21%
• Smaltimento/trattamento/recupero rifiuti 10%
• Produzione/utilizzo fuochi d’artificio, cariche esplosive 9%
• Preparazione superfici 8%
• Ricarica bombole 6%
• Riparazione pneumatici 5%
• Lavori elettrici 3%
• Altra attività 17%

Esplosioni sul lavoro: quali fattori di rischio?

Le caratteristiche dei fattori di rischio, riportate da INAIL prima per la totalità dei casi poi distintamente per le due modalità di accadimento più frequenti che descrivono oltre il 90% del data set, sono 246 fattori di rischio rilevati in fase di indagine; il 96% risulta non essere stato valutato o essere stato valutato in maniera insufficiente (al netto del dato mancante).
La distribuzione dei fattori di rischio evidenzia il maggior contributo dei materiali (quelli in lavorazione o lavorati dove l’analisi della dinamica infortunistica ha rilevato criticità) nelle esplosioni rispetto al complesso degli infortuni mortali in banca dati: il peso percentuale è quasi 4 volte superiore (13,8% vs 3,7%). Di contro le problematiche connesse ai DPI sono molto meno frequenti (1,6% vs 8,1%) e riconducibili essenzialmente alla mancanza o non utilizzo di dispositivi antistatici anche perché non si dispone di DPI efficaci in grado di proteggere dalle conseguenze energetiche di un’esplosione.

Esplosioni sul lavoro: quali sono le principali problematiche di sicurezza?

Le criticità nelle esplosioni riguardano:
• caratteristiche dei materiali e presenza di agenti infiammabili nei prodotti, non bonificati, oggetto della lavorazione: per il 62% dei casi
• caratteristiche delle fasi di stoccaggio (modalità, incompatibilità e quantitativi non in linea con i requisiti di sicurezza minimi).
• I fattori di rischio collegati alle procedure (attività infortunato o attività terzi) relative a scorrette modalità operative (che essenzialmente generano inneschi), collegate a pratiche abituali (26%) e a carenze formative/informative (22%) degli operatori coinvolti.

Quali sono le tipologie di esplosioni con rilascio di energia?

Le esplosioni, eventi con improvviso rilascio di energia che generano onde pressorie che si propagano nell’aria, si distinguono in:
fisiche quando l’energia rilasciata è meccanica e non sono coinvolte reazioni chimiche. Si verificano quando grandi quantità di liquido vaporizzano istantaneamente per ebollizione a seguito o della rottura di
attrezzature contenenti liquidi in pressione (es. GPL) o del contatto di considerevoli quantità di liquido con superfici molto calde (es. perdite d’acqua all’interno dei forni per la fusione di metalli), ecc. Nelle esplosioni fi siche possono rientrare anche le rotture di componenti di macchine contenenti gas in pressione (es. pneumatici industriali);
chimiche dove l’onda pressoria è dovuta alla violenta espansione dei gas prodotti da una rapida reazione chimica esotermica.
Le conseguenze delle esplosioni dipendono quindi dalla proiezione di frammenti con notevole energia cinetica, dagli effetti meccanici (crolli e cedimenti) e dagli eventuali gradienti termici che accompagnano l’onda pressoria (combustioni, incendi).

Gli agenti chimici coinvolti nelle esplosioni vengono suddivisi per classi di pericolo e rispetto agli infortuni:
• gli infiammabili (riguardano il 47% dei casi incluse le acque freatiche contenenti metano CH4),
• gas sotto pressione (21%);
• esplosivi (13%).

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Redazione InSic

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