Guariniello ha sottolineato che la Suprema corte parla di “pervicacia e spregiudicatezza” degli imputati, evocando così l’ordinanza con cui la Cassazione il 4 aprile scorso ha respinto il ricorso contro gli ordini di custodia cautelare: “I reati di disastro e rimozione volontaria di cautele, gli stessi che contestiamo noi, sono ascrivibili a condotte tenute negli anni, si sono consumati anche con la gestione successiva al 1995 e i loro effetti sono ancora attuali”.
“Mi ci è voluto del tempo – ha concluso il magistrato – per capire che non era giusto addebitare il disastro Eternit ai dirigenti italiani degli stabilimenti. Schmidheiny è stato bravo a nascondersi in tutti questi anni. Ma grazie anche ai parenti delle vittime ho potuto individuare la strada da prendere: dietro a questo immane disastro c’erano delle scelte strategiche fatte dal vertice. C’era un’unica regia”.
Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore