Responsible Care è adottato in Italia da 166 imprese associate a Federchimica, con 471 unità produttive e logistiche, oltre 44mila dipendenti e un fatturato aggregato di 29,6 miliardi di euro, che rappresentano quasi il 60% di quello generato complessivamente dall’industria chimica del nostro Paese.
Il rapporto, giunto ormai alla ventesima edizione è stato oggetto di una tavola rotonda cui hanno partecipato: Massimo De Felice, Presidente, INAIL; Raffaello Vignali, Segretario Ufficio di Presidenza, Camera dei Deputati; Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, Camera dei Deputati.
Una breve analisi dei risultati, riportata da Federchimica e sottolineata da INAIL, riscontra che l’industria chimica si impegna ogni giorno a garantire luoghi di produzione idonei allo svolgimento delle attività professionali senza rischi per la salute di chi vi opera. Secondo INAIL, la chimica è il settore con il minor numero di malattie professionale e il secondo con il minor numero di infortuni rapportato alle ore lavorate dai dipendenti.
Per quanto riguarda l’ambiente, le emissioni inquinanti in atmosfera sono scese di circa il 95% e quelle negli scarichi idrici del 65%, rispetto al 1990. In particolare le emissioni di gas serra sono state ridotte del 68%; già dal 2005. In calo anche i consumi energetici, del 38,2% rispetto al 1990.
L’industria chimica dedicherebbe inoltre il 2% del proprio fatturato alla sicurezza, salute e ambiente, realizzando investimenti per circa il 20% del totale investito.
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