Industria chimica e sicurezza: presentati i dati del Responsible Care

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È stato presentato ieri, 21 ottobre 2014 alla Camera, il rapporto Responsible Care (che troverete in allegato), il programma volontario dell’industria chimica mondiale, con il quale oltre 10mila imprese in più di 50 Paesi, attraverso le rispettive federazioni e associazioni nazionali, si impegnano a realizzare valori e comportamenti di eccellenza, nelle aree della sicurezza, della salute e dell’ambiente, per contribuire allo sviluppo sostenibile del pianeta.

Responsible Care è adottato in Italia da 166 imprese associate a Federchimica, con 471 unità produttive e logistiche, oltre 44mila dipendenti e un fatturato aggregato di 29,6 miliardi di euro, che rappresentano quasi il 60% di quello generato complessivamente dall’industria chimica del nostro Paese.
Il rapporto, giunto ormai alla ventesima edizione è stato oggetto di una tavola rotonda cui hanno partecipato: Massimo De Felice, Presidente, INAIL; Raffaello Vignali, Segretario Ufficio di Presidenza, Camera dei Deputati; Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, Camera dei Deputati.

Una breve analisi dei risultati, riportata da Federchimica e sottolineata da INAIL, riscontra che l’industria chimica si impegna ogni giorno a garantire luoghi di produzione idonei allo svolgimento delle attività professionali senza rischi per la salute di chi vi opera. Secondo INAIL, la chimica è il settore con il minor numero di malattie professionale e il secondo con il minor numero di infortuni rapportato alle ore lavorate dai dipendenti.

Per quanto riguarda l’ambiente, le emissioni inquinanti in atmosfera sono scese di circa il 95% e quelle negli scarichi idrici del 65%, rispetto al 1990. In particolare le emissioni di gas serra sono state ridotte del 68%; già dal 2005. In calo anche i consumi energetici, del 38,2% rispetto al 1990.
L’industria chimica dedicherebbe inoltre il 2% del proprio fatturato alla sicurezza, salute e ambiente, realizzando investimenti per circa il 20% del totale investito.

Redazione InSic

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