“La presenza di quello che sempre più appare un vero e proprio concorrente della intelligenza umana, rappresenta una novità destinata a condizionare ogni aspetto della società, tra cui, ovviamente, anche il mondo del lavoro”.
Così la Ministra Marina Calderone nell’indagine conoscitiva in merito all’impatto dell’intelligenza artificiale, in particolare quella generativa, sul mondo del lavoro presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati il 26 ottobre ‘23.
Evidenziamo alcuni passaggi salienti della Relazione, alcuni interessanti documenti che fanno luce sugli impatti attesi dell’AIGen e quanto riportato per gli aspetti di salute e sicurezza sul lavoro.
Nell'articolo
Cosa si intende per AI Generativa?
La Ministra si concentra sul fenomeno dell’IA generativa (ovvero quella Intelligenza artificiale che “genera” contenuti utilizzando tecniche di Machine Learning e Deep Learning tra cui anche immagini, musica e testo, che non esistevano in precedenza, ed è progettata non per limitarsi al discernimento logico, bensì per sviluppare una comprensione dei dati che gli vengono presentati e dare vita a qualcosa di nuovo.
I Progetti che sostengono e regolano l’Intelligenza artificiale
In un altro passaggio la ministra cita fra gli strumenti a sostegno dell’IA Generativa, iniziative come
- AI4EU (progetto di intelligenza artificiale avviato nel 2019, volto a sviluppare un ecosistema europeo di intelligenza artificiale, riunendo le conoscenze, gli algoritmi, gli strumenti e le risorse disponibili).
La Ministra cita anche la recente adozione del Regolamento in materia di IA, denominato “AI ACT”, che fornisce una definizione legale di Intelligenza artificiale, ricomprendendo ogni sistema software progettato per operare con vari livelli di autonomia che può, per obiettivi espliciti o impliciti generare risultati come previsioni, raccomandazioni o decisioni che influenzano ambienti fisici o virtuali.
Intelligenza artificiale ed i rischi per il mondo del lavoro
Se da un lato l’IA è in grado di implementare la produttività e la competitività delle imprese, d’altra parte essa porta con sé alcune rischi, spiega Calderone in termini di:
- decisioni discriminatorie (soprattutto nei processi di selezione);
- perdita di posti di lavoro, principalmente nei settori a bassa specializzazione, con conseguente necessità di implementare percorsi di formazione per i lavoratori;
- diseguaglianza economica tra le aziende capaci di investire in IA e quelle (PMI) che potrebbero non avere le risorse per farlo;
- dipendenza dalla tecnologia tale da causare blocchi o interruzioni di servizi in caso di malfunzionamento o, addirittura, perdita di competenze umane nel lungo periodo a causa dell’assuefazione all’utilizzo dell’IA.
In questo contesto, il Ministro conferma il decisivo ruolo del legislatore: l’azione dei Governi non può che essere quella di normare e regolamentare le nuove fattispecie che l’IA pone come di stretta attualità, anche con riferimento al mondo del lavoro. Ciò va fatto con decisioni lungimiranti ed equilibrate, ispirate al bilanciamento tra le grandi opportunità offerte dalle tecnologie ed il rispetto inderogabile dei diritti fondamentali potenzialmente coinvolti.
Quanto si investe nell’Intelligenza artificiale?
La Ministra riporta alcuni dati sul fenomeno economico dell’AI nel mondo del lavoro italiano: l’1.2% del totale delle imprese italiane ha investito in IA, e a questi investimenti si associa un incremento significativo della propensione a ricercare profili professionali altamente qualificati (+2%).
Non eserciterebbe invece alcun effetto sulla domanda di professioni mediamente qualificate o non qualificate.
La Ministra cita due report interessanti che fanno le stime sugli impatti macro-economici dell’Intelligenza artificiale
- lo studio condotto dalla Nelsen Norman Group, sull’utilizzo massiccio della IA nella attività di Customer Service: dimostra
- un incremento nella velocità nel rispondere ai consumatori stimabile nell’ordine di oltre il 10%
- stesura di documenti commerciali di routine: la produttività degli uffici è aumentata di quasi il 60%
- la capacità delle società informatiche che sviluppano software con contenuto poco innovativo è aumentata fino a livelli del 120%.
- Una ricerca condotta da McKinsey stima che l’adozione della IA, da sola, può apportare una maggiore crescita all’intera economia statunitense stimata tra lo 0.1 e lo 0.6% ogni anno.
AI Generativa e Report internazionali
A sostegno dei dati, la ministra cita interessanti Report di approfondimento
- Il rapporto sul futuro del lavoro redatto dal World Economic Forum nel 2023 che riporta come le competenze con il più alto tasso di richiesta da parte del mercato riguardino le conoscenze tecnologiche, ed in particolare IA e Big Data. Il Rapporto annovera tra i 10 profili professionali che nei prossimi 5 anni vedranno la maggiore crescita, tra gli altri: specialisti in IA e Machine Learning, analisti per la sicurezza informatica, specialisti in trasformazione digitale ed ingegneri robotici.
- lo studio dell’Università della Pennsylvania che prevede che circa l’80% della forza lavoro potrebbe essere coinvolta da cambiamenti delle proprie responsabilità lavorative, soprattutto nelle professioni a reddito più elevato;
- lo studio pubblicato dall’OIL dal titolo “AI Generativa e lavoro: un’analisi globale dei potenziali effetti sulla quantità e qualità del lavoro” prevede che la maggior parte dei lavori e delle attività economiche vedranno solo una parziale transizione verso l’automazione e i lavori per come li conosciamo oggi hanno maggiore probabilità di essere modificati ed integrati dall’uso dell’IA piuttosto che venire del tutto cancellati.
Secondo la Ministra è necessario che il paese sia in grado di rispondere a tale crescente domanda di profili altamente qualificati, al fine di evitare un mismatch tra le competenze richieste dal mercato e quelle possedute dalla forza lavoro
Intelligenza artificiale e Sicurezza sul lavoro: gli aspetti da considerare
L’IA offre opportunità e genera preoccupazioni anche per quanto attiene al tema della salute e sicurezza del lavoro. In più passaggi la Ministra riflette sui risvolti di sicurezza collegati all’intelligenza artificiale. L’automazione secondo il Ministro può
- essere una fonte di grande miglioramento per quanto riguarda le condizioni di lavoro, sia relativamente all’aspetto della gravosità dello sforzo fisico (che potrebbe ridursi con l’ausilio dell’automazione) sia per quanto concerne la progettazione e l’implementazione di sistemi di sicurezza. La ministra cita le prime applicazioni dell’IA per il controllo dei carichi muscoloscheletrici del lavoratore ed i sistemi indossabili di ausiliazione, esoscheletri, che agevolano molto il lavoro fisico, ma fanno affidamento sulle tecnologie dell’IA per funzionare correttamente.
- nei profili più intellettuali, per i compiti più ripetitivi consentirebbe al lavoratore di avere maggiore tempo per dedicarsi ad altri aspetti della propria mansione, con conseguente miglioramento delle condizioni generali del lavoro stesso.
- Essere di grande sostegno alla rilevazione dei rischi per la sicurezza sul lavoro quale la presenza di sostanze nocive o temperature pericolose nel processo produttivo
- diventare un assistente essenziale da affiancare a chi ha il compito di progettare sistemi e piani che garantiscano la sicurezza del lavoratore, integrando un gran numero di dati utili a identificare e gestire i rischi per la salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
I rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, dietro l’intelligenza artificiale
Tuttavia, non si devono dimenticare i numerosi rischi che possono derivare dall’adozione dell’IA. Ammonisce la Ministra. Ad esempio, una forte automazione dei macchinari limita il controllo umano sugli stessi, mentre l’automazione di alcuni processi, anche non meccanici, comporta dei rischi di carattere etico relativo alla selezione dei lavoratori in caso di assunzione o di promozione senza la dovuta trasparenza potrebbe nascondere processi discriminatori contro alcune categorie di lavoratori, che l’intervento dell’uomo dovrebbe eliminare per far in modo che il processo decisionale finale sia ispirato ai principi costituzionali di uguaglianza.
La proposta di regolamento UE “IA Act” , ricorda la ministra, inserisce questi processi proprio tra quelli considerati a maggiore rischio e sui quali vengono imposti agli sviluppatori maggiori obblighi di trasparenza.
Intelligenza artificiale: il legislatore ed i principi a cui ispirarsi
La Ministra termina la sua analisi con l’indicazione dei principi a cui dovrà ispirarsi l’azione del legislatore: la salvaguardia dei diritti fondamentali privacy, non discriminazione, salute e sicurezza.
Il Legislatore è chiamato ad assumere decisioni ed individuare soluzioni normative che regolamentino la materia valorizzando le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, senza arretrare minimamente nella tutela dei lavoratori e dei loro diritti, conclude Calderone.
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Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico
Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.
Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter).
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