Premio Imprese per la Sicurezza: il confronto fra sindacati e imprese

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Riportiamo il comunicato INAIL a chiusura del premio “Imprese per la sicurezza”, la cui cerimonia conclusiva si è svolta ieri a Roma alla presenza di Istituzione e parti sociali. Ecco le dichiarazioni rilasciate dai sindacati e da Confindustria

La contrazione del numero degli infortuni nel corso dell’ultimo decennio non deve essere un motivo per abbassare la guardia ma, al contrario, un elemento d’impulso per la diffusione sempre più capillare della cultura della prevenzione.
Le modalità per riuscirci sono molteplici e vanno dall’incremento della formazione per i lavoratori al “completamento” del decreto legislativo 81/2008, fino al potenziamento della semplificazione e delle misure di premialità a favore delle aziende. A fare il punto della situazione sulle strategie d’intervento in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono stati oggi a Roma – in occasione della consegna del premio “Imprese per la sicurezza” – Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, Paolo Carcassi, segretario confederale della Uil e Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria.

“Il lavoro è composto da persone e non è una merce alla quale bisogna solo abbassare il prezzo – ha esordito CamussoQuesto significa rendere la formazione sempre più costante e qualificata: un approccio che, a mio parere, valuta gli investimenti in tecnologie come uno strumento essenziale per la promozione di condizioni ambientali più sicure all’interno dei processi produttivi”. Il leader di di via Po ha anche riconosciuto “fondamentale” il ruolo dell’Inail “nel generale rapporto con i lavoratori, soprattutto per quanto riguarda il tema sempre più importante del riconoscimento delle malattie professionali”.

Secondo Bonanni non si può parlare di sicurezza sul lavoro senza un processo di selettività che, a monte, elimini le “false” aziende dove è strutturalmente più alto il rischio infortunistico. “Sono inutili le leggi draconiane se poi tutti possono fare impresa – ha sostenuto – Con le aste al massimo ribasso e la crisi di questi anni ci sono soggetti che sbancano tutti senza essere sottoposti ad alcun controllo. Non basta l’iscrizione alla Camera di commercio: sono necessari, piuttosto, interventi ad hoc. A cominciare dall’incentivazione della premialità per chi è virtuoso: l’occasione per separare il grano dal loglio e garantire la sicurezza”.

Dalla Uil è arrivato l’auspicio nei confronti di una verifica dell’efficacia del decreto legislativo 81/2008. “A sei anni dalla sua approvazione, è necessario fare un check sull’applicazione del Testo unico per la sicurezza, emanando le normative che ancora mancano e attuando le numerose parti che ancora sono solo sulla carta”, ha sottolineato Carcassi. “Il governo deve assumere un’iniziativa complessiva e procedere alla elaborazione della Strategia nazionale della sicurezza prevista dalla legge – ha aggiunto il segretario confederale della Uil – D’altra parte la sicurezza del lavoro costituisce un forte elemento di qualità delle imprese ed è la leva principale perché i nostri prodotti possano reggere la concorrenza internazionale e la produzione possa essere rilanciata”. Essenziale, secondo Carcassi, è radicare nelle aziende la convinzione che la sicurezza – anziché un semplice costo – rappresenti uno strumento di qualità e di competitività: “Solo così potrebbero estendersi le buone prassi riconosciute oggi dal Premio e realizzare non solo la tutela della salute dei lavoratori, ma anche la crescita del nostro sistema produttivo”.

“Più si è virtuosi, più i costi devono scendere”. A sottolineare, in particolare, l’importanza della premialità è stato Squinzi. “Il lavoro è un diritto, non deve diventare una tragedia o un lutto – ha sostenuto – Nessuno meglio delle aziende lo sa: dobbiamo continuare a investire sulla sicurezza, ma anche sulla conoscenza e l’innovazione. Per questo servono anche regole chiare ed esigibili: più si è virtuosi, più i costi scendono”. In questo contesto gioca un ruolo essenziale la semplificazione. “Le leggi più chiare sono sempre le benvenute – ha rimarcato il presidente di Confindustria, che si è detto fiducioso sul futuro. “Gli infortuni stanno diminuendo, ma ci sono ancora grandi spazi di miglioramento – ha concluso – Investire in conoscenza, semplificare e premiare chi è virtuoso: sono queste le direzioni di un cammino che consentirà al nostro Paese di conseguire progressi ancora più notevoli”.

Redazione InSic

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