In particolare, il legislatore ha modificato l’art. 2, comma 1, lett. b, d.lgs. n. 626/1994 con l’emanazione del d.lgs. n. 242/1996, introducendo per la prima volta nel nostro ordinamento una nozione specifica di datore pubblico per la sicurezza, valida per le amministrazioni elencate dall’art. 1, comma 2, d.lgs. n. 29/1993 (oggi sostituito dall’art. 1, comma 2, d.lgs. n. 165/2001).
Secondo la nuova normativa, per datore di lavoro pubblico s’intende «il dirigente al quale spettano poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale» . L’individuazione del datore pubblico deve avvenire, ai sensi dell’art. 30 del d.lgs. n. 242/1996, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore dello stesso, ad opera degli organi di direzione politica o dei vertici amministrativi dell’ente, i quali devono tener conto «dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività». Ne consegue che il datore di lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni cd. “privatizzate” coincide con l’organo amministrativo, in linea con quanto da decenni affermato dalla giurisprudenza maggioritaria, in applicazione del principio di effettività .
Tale definizione solleva comunque una serie di problematicità. Come identificare correttamente la figura di riferimento? E in caso di mancata o non corretta individuazione, in capo a chi ricadono obblighi e connesse responsabilità.
Ce ne parla su Ambiente&Sicurezza sul lavoro n.1/2019, Clemente Davide La Porta (Dottore di ricerca di Diritto della Sicurezza del Lavoro presso l’Università degli Studi di Milano su Ambiente&Sicurezza sul Lavoro n.1/2019 compiendo una completa e profonda analisi sul tema.
Riferimenti normativi:
Pubblica Amministrazione. Come si individua il Datore di Lavoro
Clemente Davide La Porta
Ambiente&Sicurezza sul lavoro n.1/2019
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