Quale segnaletica per gli ambienti confinati?

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Nuovo quesito per gli esperti della rivista Ambiente&Sicurezza sul lavoro, stavolta sulla segnaletica degli spazi confinati!

Nell’ambito di una classificazione di spazi confinati all’interno di uno stabilimento, si rilevano diverse camerette d’ispezione dell’impianto fognario sia di acque nere che di acque bianche.
Essendo l’aspetto esteriore costituito da tombini disposti su piazzali carrabili dove è costante un flusso di automezzi per operazioni di carico e scarico, mi chiedo se sia obbligatoria la loro segnalazione sul posto (oltre che sulle documentazioni cartacee pertinenti) e che tipo di segnaletica sia eventualmente più appropriata in termini di intralcio prodotto e di durabilità.

La parola al nostro Esperto, il Dott. Marco Surace, Ispettore tecnico, Direzione Territoriale del Lavoro, Firenze.

Secondo l’Esperto
Le lavorazioni negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati seguono le indicazioni definite agli artt. 66 e 121 e all’Allegato IV punto 3 del D.Lgs. 81/08, relativamente all’esecuzione delle stesse e alle procedure di accesso, utilizzo di DPI, verifiche preventive e simili; mentre il DPR 177/2011 elenca i requisiti indispensabili delle imprese che possono operare in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (art. 2) e alcune procedure di sicurezza, complementari a quanto sopra citato, da adottare prima e durante tali operazioni (art. 3).
Nessuna delle norme indicate però cita esplicitamente la segnaletica da impiegare per evidenziare la presenza di tali ambienti. Tale problematica è invece trattata nel “Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art. 3 comma 3 del DPR 177/2011”, approvato nel 2012 dalla Commissione consultiva permanente di cui all’art. 6 del D.Lgs. 81/08. Tale manuale indica espressamente:
1.2 Segnaletica
È opportuno segnalare i luoghi di lavoro classificabili come “ambienti confinati” o “ambiente sospetto di inquinamento”, rientranti nell’ambito di applicazione del DPR 177/2011, con apposito cartello.
Nell’evidenziare che non esistono cartelli di tipo unificato per questa tipologia, si suggerisce che essi contengano almeno le seguenti indicazioni:
– pittogramma rappresentativo di “pericolo generico”;
– pittogrammi per rischi aggiuntivi quali ad esempio esplosione, presenza infiammabili, tossici, rischio asfissia;
– la dicitura “ambiente confinato” o “ambiente sospetto di inquinamento”;
– la dicitura “divieto di ingresso senza lo specifico modulo autorizzativo”

Viene suggerito il modello indicato nell’allegato VII vedi nell’immagine della notizia.
Non parliamo quindi di obblighi ma di buone prassi. Questo per quanto concerne la segnalazione e protezione al di fuori delle operazioni svolte all’interno di detti ambienti.
Sarà ovviamente cura sia del committente che delle imprese qualificate operanti in luoghi confinati segnalare con cura le operazioni durante il loro svolgimento, interrompendo nel caso specifico il flusso di automezzi per operazioni di carico e scarico, delimitando l’area e seguendo le altre indicazioni nelle norme sopra citate.

Redazione InSic

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