Richiamo europeo in materia di Radioprotezione, quali conseguenze? intervista a G.M.Contessa

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Il 24 gennaio 2019 la Commissione europea, con Parere motivato, ha invitato l’Italia a recepire la normativa dell’UE in materia di radioprotezione contenuta nella Direttiva 2013/59/EURATOM, il cui termine per l’adeguamento è scaduto il 6 febbraio 2018.
Ne parliamo con il Dott. Gian Marco Contessa (Fisico, Esperto qualificato in radioprotezione di III grado)

Dott. Contessa, quali novità dobbiamo aspettarci nel decreto di recepimento della Direttiva 2013/59/EURATOM? Ci saranno modifiche al Testo Unico di Sicurezza (D.Lgs. n.81/08)?
Per quanto attiene alla protezione dei lavoratori dalle radiazioni ionizzanti il Testo Unico rimanda al decreto legislativo 230 del 1995 (e sue successive modifiche). Il recepimento della Direttiva 2013/59/EURATOM andrà a modificare questo decreto, soprattutto per quanto riguarda la protezione del lavoratori e della popolazione dall’esposizione al gas Radon, in quanto molti studi epidemiologici in zone residenziali hanno evidenziato un aumento statisticamente significativo del rischio di carcinoma polmonare legato a questo agente di rischio.
Importanti novità riguarderanno inoltre il limite di legge per l’esposizione del cristallino e la protezione dei lavoratori che impiegano materiali contenenti radionuclidi presenti in natura (i cosiddetti NORM).
Infine la Direttiva richiede agli Stati Membri di identificare quali pratiche che comportano esposizioni con metodiche per immagini a scopo non medico vogliano giustificare, imponendo diversi vincoli, ma di fatto lasciando la libertà di autorizzare pratiche quali l’impiego di radiazioni ionizzanti ai fini dell’individuazione di oggetti nascosti nel corpo umano.

A che punto siamo con il recepimento? Ci saranno conseguenze per il nostro Paese se il ritardo dovesse prolungarsi?
Fino a qualche giorno fa non era ancora stata emanata la legge delega per l’emanazione del decreto di recepimento. A fronte del ritardo il nostro Paese è sottoposto a sanzioni.

Qual è l’impatto del mancato adeguamento alla Direttiva EURATOM su lavoratori e aziende?
Come dicevo, il recepimento della Direttiva richiederà l’abbassamento del limite di legge per l’esposizione del cristallino e dei livelli permessi per l’esposizione al gas radon, contestualmente all’aumento dei luoghi di lavoro, all’interno di zone individuate secondo criteri specifici, in cui sarà obbligatorio effettuare misurazioni dei livelli di radon.
Dunque, come prevedibile, il recepimento comporterebbe un effettivo aumento della salute e sicurezza occupazionali.

Come cambierà la protezione dei lavoratori in materia di radiazioni ionizzanti? In che modo sono state rafforzate le misure di protezione a seguito dell’incidente nucleare di Fukushima?
È necessario premettere una breve distinzione tecnica: dal momento che l’Italia non possiede centrali nucleari attive, il nostro paese può essere coinvolto in incidenti nucleari esclusivamente transnazionali. A questo proposito, la Direttiva rafforza le collaborazioni tra Stati Membri per la gestione di eventi di questo tipo.
Per quanto riguarda le emergenze radiologiche, come quelle che possono avvenire in ambito industriale e sanitario anche in Italia, la Direttiva introduce un approccio più completo di quello attuale, basato anche sulla lezione imparata dall’incidente di Fukushima. In questo contesto si prevede un sistema globale di valutazione, gestione, intervento e pianificazione e una complessa organizzazione a tutela dei lavoratori coinvolti, che comprenda un’adeguata limitazione delle esposizioni e la formazione continua. Inoltre, particolare attenzione è data alla corretta informazione della popolazione da parte degli Stati Membri.

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Redazione InSic

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