Gli infortuni collegati a scivolamento e caduta sui luoghi di lavoro, rappresentano il maggior numero di infortuni in tutti i settori lavorativi, compreso il lavoro d’ufficio, e sono motivo delle principali assenze dal lavoro superiori ai tre giorni specialmente nelle piccole e medie imprese (PMI). Lo riporta INAIL nella pubblicazione: “Valutare il rischio di caduta in piano”, primo volume (liberamente scaricabile) di una collana realizzata all’interno del progetto “RAS” (Ricercare e applicare la sicurezza) promosso da Inail/Direzione regionale Campania e l’Università degli studi di Napoli Federico II.
Vediamo di seguito alcune considerazioni sui riferimenti normativi al rischio di caduta in piano e alcuni passaggi sulla scivolosità delle pavimentazioni e sui metodi per calcolarla ai fini della prevenzione dal rischio caduta.
Inoltre un utile prodotto video-informativo realizzato da EPC Editore proprio sulla problematica dello scivolamento sul lavoro e sulle misure di segnaletica di sicurezza.
Nell'articolo
Scivolamento delle pavimentazioni: cosa dice il Testo Unico di Sicurezza
Il problema della scivolosità delle pavimentazioni nei luoghi di lavoro è stato regolato dal Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di lavoro (D.lgs. 81/2008 e s.m.i.) al paragrafo 1.3.2. che recita:
“I pavimenti dei locali devono essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli nonché esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi”.
La valutazione di pavimento antisdrucciolevole si prevede venga effettuata in base al DM n. 236/89, che prevede l’impiego del metodo BCRA per la misura del coefficiente d’attrito delle superfici di calpestio.
Scivolosità delle pavimentazioni: da cosa dipende?
La scivolosità dei materiali per pavimentazione può variare in modo significativo in rapporto al tipo di posa in opera (stuccatura, lucidatura), in rapporto al periodo di utilizzo, e di manutenzione o di usura nel lungo termine.
Pavimentazioni e coefficiente di attrito: come valutarlo?
Inoltre, i dati semplicemente restituiti come misura del coefficiente di attrito (CoF) non possono essere considerati assoluti ma vanno rapportati al tipo di test effettuato, in quanto lo strumento di misura impiegato e le modalità di effettuazione del test, possono influire sulla validità dei dati rilevati.
Diversi studi hanno riportato risultati diversi del CoF pur in condizioni identiche di combinazione tra superfici e materiali e con strumenti di misura identici.
In generale i risultati indicano che le variazioni dovute alla diversità dei campioni sono statisticamente poco rilevanti rispetto ad altre condizioni, come rispetto all’effetto del tempo su alcune combinazioni di materiali e sullo stato delle superfici.
Scivolamento dei pavimenti dei luoghi di lavoro: come valutarlo?
Attualmente sono in uso diversi strumenti per la misura del CoF in loco o in laboratorio. I test attualmente impiegati, avverte INAIL, potrebbero produrre dati ingannevoli in condizioni di bagnato, anche perché alcuni pavimenti lisci appaiono meno scivolosi in tali condizioni piuttosto che a secco.
I metodi internazionali di valutazione del CoF (Coefficiente di attrito)
INAIL indica alcuni metodi per la valutazione del rischio scivolamento:
– British Pendulum: i risultati mostrano che il metodo del pendolo è in grado di differenziare in modo coerente, tra condizioni di superficie asciutta e bagnata, l’analisi della variazione dei dati (ANOVA), inoltre consente di classificare i differenti materiali.
– Surface microroughness meter (Rz): la misura della rugosità di superficie è un’utile integrazione ai test del pendolo ai fini della valutazione del rischio di slittamento. La potenziale presa dovuta alla rugosità superficiale (Rz) fornisce informazini aggiuntive sulla capacità di tenuta della superficie anche in rapporto alla pre[1]senza di diversi contaminanti.
– Tortus: i risultati ottenuti con Tortus mostrano che questo dispositivo è in grado di discriminare il coefficiente di attrito rispetto a materiali dissimili.
– Ramp Test: questo metodo è in grado di differenziare i materiali ma produce risultati diversi a seconda dei soggetti dai quali è condotto il test pertanto ne risulta compromessa la effettiva ripetibilità.
– Brungraber Mark II slipmeter: il Brungraber Mark II (BM II) è uno degli strumenti di misura del COF più diffuso negli Stati Uniti; è anche noto come un tester portatile inclinabile e con puntone di slittamento articolato (PIAST)
Cos’è il progetto RAS?
Il progetto RAS, Ricercare e Applicare la Sicurezza, ha come obiettivo di rendere disponibili, alla comunità tecnica, una serie di manuali operativi sulle tematiche inerenti la sicurezza nei luoghi di lavoro. Obiettivo, la divulgazione dei risultati di studi e ricerche scientifiche sul miglioramento delle condizioni di lavoro in diversi contesti produttivi.
Le attività sono state condotte e realizzate dal Laboratorio di Ergonomia Applicata e Sperimentale del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con la Contarp (Consulenza tecnica accerta[1]mento rischi e prevenzione) dell’Inail – Direzione regionale Campania.
Progetto RAS: i fascicoli in vista:
sei fascicoli:
- Valutare il rischio di caduta in piano, Fascicolo 1 della Collana RAS, Ricercare e Applicare la Sicurezza, Inail Campania e Università degli Studi di Napoli Federico II.
- Valutare il rischio architettonico negli ambienti di lavoro, Fascicolo 2 della Collana RAS, Ricercare e Applicare la Sicurezza, Inail Campania e Università degli Studi di Napoli Federico II.
- Valutare il rischio ergonomico nella Grande Distribuzione Organizzata, Fascicolo 3 della Collana RAS, Ricercare e Applicare la Sicurezza, Inail Campania e Università degli Studi di Napoli Federico II.
- Valutare il rischio ergonomico nella Lavoro d’Ufficio, Fascicolo 4 della Collana RAS, Ricercare e Applicare la Sicurezza, Inail Campania e Università degli Studi di Napoli Federico II.
- Valutare il rischio ergonomico nella produzione agricola, Fascicolo 5 della Collana RAS, Ricercare e Applicare la Sicurezza, Inail Campania e Università degli Studi di Napoli Federico II.
- Valutare il rischio ergonomico nell’industria alimentare, Fascicolo 6 della Collana RAS, Ricercare e Applicare la Sicurezza, Inail Campania e Università degli Studi di Napoli Federico II.
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