rischio stress termico sul lavoro

Rischio stress termico da calore: come prevenirlo e gli effetti su salute e sicurezza sul lavoro

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Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, con conseguenze tangibili anche sul mondo del lavoro. E per chi lavora all’aperto, sotto il sole, i rischi per la salute e la sicurezza non sono mai stati così alti. Vediamo quali sono i principali rischi per i lavoratori esposti ad alte temperature e come prevenirli.

Effetti sulla salute e la sicurezza sul lavoro

Alla luce degli scenari di cambiamento climatico la protezione dei lavoratori dai rischi di infortunio connessi alle alte temperature è ormai considerata una priorità.

Aumentano infatti i rischi di incidenti, infortuni e malattie legate all’esposizione a temperature estreme.

Lo European Climate and Health Observatory offre una panoramica sui diversi rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro, connessi ai cambiamenti climatici.

I lavoratori più esposti

I lavoratori che operano nel settore agricolo e in quello delle costruzioni sono tra i soggetti più esposti agli effetti del caldo, ma anche settori come la silvicoltura, la pesca, il settore minerario o estrattivo, i trasporti, la manutenzione e le forniture di servizi sono settori che meritano attenzione in situazioni climatiche estreme.

I lavoratori che svolgono la loro attività all’aperto sono in generale esposti a tutti i fenomeni atmosferici (esposizione a raggi UV, alte concentrazioni di ozono, particolato fine, ecc.) e devono modificare i loro orari di lavoro per evitare i periodi in cui le temperature sono più elevate.

L’aumento delle temperature può provocare inoltre l’aumento dei livelli di stress nei lavoratori, in particolare, ad esempio, in quelli coinvolti nei servizi di emergenza.

È necessario dunque sviluppare protocolli di sicurezza più rigorosi per la tutela dei lavoratori, garantendo adeguata formazione, accesso a dispositivi di protezione e misure di prevenzione per i rischi connessi alle condizioni climatiche estreme.

Cosa si rischia con il caldo?

Grazie al sistema di termoregolazione, il corpo umano è in grado di mantenere un proprio equilibrio termico rispetto alle possibili variazioni dell’ambiente circostante.

Nel caso degli ambienti severi caldi, il sistema di termoregolazione opera per ridurre l’accumulo di calore all’interno dell’organismo, attraverso la vasodilatazione e la sudorazione.

Se però la situazione di stress termico estremo si prolunga può generare patologie anche gravi.

Cos’è lo stress termico?

Il fenomeno, noto come “stress termico”, si verifica quando il corpo non riesce a raffreddarsi adeguatamente, portando a una serie di problemi di salute che vanno dal semplice disagio a condizioni gravi come il colpo di calore.

Il rischio effettivo per la salute dipende da diverse variabili, tra cui, in particolare:

  • livello di esposizione e durata
  • capacità di adattamento
  • sensibilità individuale
  • livello di attività svolta

Anche la salute mentale del lavoratore può essere influenzata dall’esposizione a temperature estreme. Non è infatti raro che in caso di particolari ondate di calore possano manifestarsi anche disturbi dell’umore e aumento dell’aggressività.

Effetti dello stress termico da calore sulla salute

I principali effetti dello stress termico da calore sulla salute possono manifestarsi in una serie di patologie differenti. Il rischio maggiore è rappresentato dal colpo di calore.

  • Il colpo di calore si presenta quando l’organismo non è più in grado di controllare la sua temperatura, che può salire oltre 40°C. Si manifesta improvvisamente con malessere generale, pelle calda e/o secca, cefalea, vertigini, perdita parziale o totale di coscienza.

Altre patologie correlate ad una prolungata esposizione al caldo possono essere:

  • crampi da calore, dovuti a una sudorazione abbondante e prolungata che porta a una perdita di sali minerali, possono evolvere verso l’esaurimento da calore, di cui sono un sintomo;
  • esaurimento da calore, è dovuto a insufficienza o collasso circolatorio che può tradursi anche in una breve perdita di coscienza. Se non trattato, può evolvere verso il colpo di calore.

Valutare il rischio caldo

Per procedere alla valutazione del rischio dovuto ad un’esposizione prolungata a temperature elevate è opportuno eseguire una valutazione del microclima, considerato come uno degli agenti fisici all’interno del titolo VIII del D.Lgs. 81/08.

Il microclima è definito come l’insieme di parametri che caratterizzano l’ambiente in cui l’individuo lavora, richiamato esplicitamente come uno degli agenti fisici all’interno del titolo VIII del D.Lgs. 81/08.

È dunque opportuno:

  • analizzare l’attività lavorativa e le modalità di esecuzione, nonché la durata dell’esposizione.
  • adottare le misure di prevenzione e protezione per contenere gli effetti dell’esposizione e tutelare i lavoratori e la loro salute.
  • all’esito della valutazione dei rischi attivare la sorveglianza sanitaria.

Il progetto Worklimate 2.0

Il progetto Worklimate vuole approfondire le conoscenze acquisite relativamente all’impatto delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività aziendale. L’obiettivo è quello di migliorare strumenti e strategie di intervento già disponibili per vari ambiti lavorativi, nonché sviluppare nuove soluzioni tecnologiche, informative e formative per una migliore azione di prevenzione e gestione del rischio.

Gli strumenti messi a disposizione degli utenti comprendono:

  • mappe di previsione,
  • una web app calibrata sulle caratteristiche dei lavoratori e su vari scenari di esposizione,
  • una guida per la gestione del rischio caldo,
  • report periodici su infortuni e malori sul lavoro che possono essere correlati all’esposizione ad alte temperature,
  • iniziative e proposte per la tutela dei lavoratori esposti a stress termico.

Sul sito Worklimate 2.0 è inoltre disponibile una sezione con brochure informative sulle patologie da calore, sui fattori che contribuiscono alla loro insorgenza e sulle raccomandazioni da seguire per un’efficace pianificazione degli interventi aziendali in materia di prevenzione del rischio microclima.

Di particolare interesse il Decalogo per la prevenzione dei rischi da calore che contiene raccomandazioni per un’efficace pianificazione degli interventi aziendali in materia di Prevenzione del rischio.

La Campagna “Proteggiamoci dal caldo” di Ministero della Salute e Inail

In vista delle possibili ondate di calore attese nei mesi estivi, il Ministero della Salute ha riattivato il numero gratuito di pubblica utilità 1500, che fornisce “indicazioni utili sui comportamenti da adottare per proteggersi dal caldo estremo e sui servizi socio-sanitari presenti sul territorio nazionale.

Grazie alla collaborazione con l’Inail, per l’anno 2024 il servizio telefonico è stato esteso anche a lavoratori e imprese, con l’introduzione di informazioni specifiche sul “rischio caldo” nei luoghi di lavoro, ponendo particolare attenzione ai lavoratori impiegati in attività all’aperto, come l’agricoltura e l’edilizia, e dunque più esposti alle alte temperature”.

Come indicato dal Presidente Inail D’Ascenzo, “aumentare la conoscenza e la consapevolezza del rischio caldo nel contesto lavorativo italiano, tra i lavoratori, i datori di lavoro e gli operatori della prevenzione, è una priorità”. Contattando il numero 1500, ha chiarito il Presidente D’Ascenzo, “è possibile ottenere informazioni per orientare e risolvere le situazioni di disagio dovute alle alte temperature, ricevere counselling di tipo medico attraverso la collaborazione dei dirigenti sanitari del Ministero della Salute, che assicurano il presidio di un secondo livello di risposta, e avere chiarimenti su norme e linee guida per la tutela dei lavoratori dall’esposizione solare”.

Rischio stress termico da calore “in breve”

  1. Cosa si intende per “microclima severo” o “ambiente termico severo”?

    Un ambiente severo è caratterizzato da esigenze, di contesto o produttive, che vincolano i parametri microclimatici, sia di tipo ambientale (temperatura, umidità, etc.) che soggettivo (metabolismo, isolamento termico dell’abbigliamento), per cui si determina uno squilibrio termico tale da rappresentare un rischio per le condizioni di salute del lavoratore.

  2. In quali casi si può sospendere il lavoro per il troppo caldo?

    Il 1° luglio 2024, la Commissione Industria del Senato ha approvato l’emendamento al decreto Agricoltura sulla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) per temperature elevate. L’emendamento prevede la possibilità per i datori di lavoro, in caso di emergenza climatica, di accedere fino a dicembre 2024 alla cassa integrazione ad ore, oltre i limiti di durata massima già previsti dalla normativa.

  3. Cosa fare quando fa caldo a lavoro?

    Come ricordato dal Ministero della Salute, la misura più semplice per proteggersi dal caldo è la schermatura delle finestre con tende che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria. L’impiego dell’aria condizionata è utile, ma vanno evitate le temperature troppo basse (non più di 5°C rispetto all’esterno). È importante garantire la pulizia periodica dei filtri.
    Bere molta acqua e mangiare frutta fresca è inoltre una misura essenziale per contrastare gli effetti del caldo.

  4. Cosa si intende per “temperature elevate” sul lavoro?

    Si considerano elevate le temperature superiori a 35° centigradi.

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