Scuole: via libera alle Linee guida sulla gestione di casi e focolai di SARS-COV-2 – indicazioni dal Min. Salute

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Dalle Regioni arriva il via libera alle “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia“, predisposte da Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e Inail.e raccolte nella Circolare del 21 agosto 2020 (LEGGI QUI L’ANALISI DEL MINISTERO SALUTE).
Un testo che secondo il Presidente del Molise, Donato Toma, contiene “indicazioni operative condivise per evitare – come è scritto nel documento – ‘frammentazione e disomogeneità’.
Toma aggiunge che le Regioni hanno chiesto che nei servizi educativi per l’infanzia la didattica possa svolgersi a gruppi stabili, “rimettendo ai singoli istituti la valutazione sulla loro dimensione. Ed abbiamo presentato anche – ha concluso Toma – una raccomandazione sulla didattica a distanza, per classi e per plesso nel caso, in cui si dovessero verificare cluster che ne impongano la riattivazione”.

Tanti però i nodi ancora da sciogliere: dalla carenza di organico (“Servono certezze sui tempi entro cui sarà ripartita la seconda tranche di personale, prevista nel decreto “agosto” chiede Bonaccini), ai banchi (“vanno definiti contingenti certi e la quantificazione di ciò che verrà consegnato in ogni regione. E su questo tema abbiamo riscontrato l’impegno del Commissario Arcuri”) spiega Bonaccini. Ma il tema che desta più preoccupazione è quello dei trasporti: “ad oggi non ci sono soluzioni sostenibili né per il Trasporto Pubblico Locale, né per quello Scolastico. Abbiamo sollecitato l’esecutivo ad una comune assunzione di responsabilità per una decisione condivisa che consenta – rispettando il più possibile condizioni di sicurezza – la completa funzionalità dei mezzi pubblici, ha aggiunto il Presidente della Conferenza delle Regioni in una nota sul sito Regioni.it.

Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia: scopo del documento

Il Documento predisposto da Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e Inail nelle sue premesse si prefigge di fornire un supporto operativo per la gestione dei casi di bambini con segni/sintomi COVID-19 correlati e per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali focolai da COVID-19 collegati all’ambito scolastico e dei servizi educativi dell’infanzia, adottando modalità basate su evidenze e/o buone pratiche di sanità pubblica, razionali, condivise e coerenti sul territorio nazionale, evitando così frammentazione e disomogeneità.
Oltre ad un capitolo dedicato a come articolare la risposta ad eventuali casi e focolai di COVID-19, contiene una parte specifica con le indicazioni per la formazione, informazione e comunicazione per operatori sanitari e operatori scolastici.

Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole: le raccomandazioni e criticità

Nel documento gli autori sottolineano, fra l’altro la necessaria disponibilità della FAD per i referenti COVID-19 delle istituzioni scolastiche e dei DdP a partire dal 28 agosto e l’Inizio della sorveglianza scolastica integrata nella sorveglianza nazionale integrata su COVID-19 gestita da ISS a partire dal 14 settembre.
Fra le criticità sottolineate dagli esperti, l’identificazione del meccanismo con il quale gli insegnanti posti in quarantena possano continuare a svolgere regolarmente la didattica a distanza, compatibilmente con il loro stato di lavoratori in quarantena ed il meccanismo di attestazione da parte dei PLS e MMG per il rientro degli studenti/staff a scuola dopo sospetto o conferma di caso di COVID-19.

Cosa fare nel caso un alunno o un operatore scolastico abbia dei sintomi compatibili con il Covid-19, sia a scuola che a casa?

In base alle indicazioni offerte dal Ministero della Salute, nel documento si richiede che in caso di individuazione di un alunno o un operatore scolastico abbia dei sintomi compatibili con il Covid-19, sia a scuola che a casa ad essere attivati saranno:
• il referente scolastico
• i genitori
• il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale
• il Dipartimento di Prevenzione

Cosa succede se un alunno manifesta la sintomatologia a scuola?

Se ad esempio un alunno manifesta la sintomatologia a scuola, le raccomandazioni prevedono che questo vada isolato in un’area apposita assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica e che i genitori vengano immediatamente allertati ed attivati. Una volta riportato a casa i genitori devono contattare il pediatra di libera scelta o medico di famiglia, che dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione (DdP) per l’esecuzione del tampone.
Se il test è positivo il DdP competente condurrà le consuete indagini sull’identificazione dei contatti e valuterà le misure più appropriate da adottare tra le quali, quando necessario, l’implementazione della quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di contatto stretto.
La scuola in ogni caso deve effettuare una sanificazione straordinaria.

Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2: quali sono i compiti degli Istituti

Fra i compiti degli istituti il documento prevede anche il monitoraggio delle assenze, per individuare ad esempio casi di classi con molti alunni mancanti che potrebbero essere indice di una diffusione del virus e che potrebbero necessitare di una indagine mirata da parte del DdP.
Il documento sottolinea che è difficile stimare al momento quanto la riapertura delle scuole possa incidere su una ripresa della circolazione del virus in Italia.
“In primo luogo – scrivono gli esperti –, non è nota la trasmissibilità di SARS-COV-2 nelle scuole. Più in generale, non è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano SARS-COV-2 rispetto agli adulti, anche se la carica virale di sintomatici e asintomatici, e quindi il potenziale di trasmissione, non è statisticamente differente. Questo non permette una realistica valutazione della trasmissione di SARS-COV-2 all’interno delle scuole nel contesto italiano. Non è inoltre predicibile il livello di trasmissione (Rt) al momento della riapertura delle scuole a settembre”.
È previsto che il documento venga aggiornato per rispondere alle esigenze della situazione e alle conoscenze scientifiche man mano acquisite.

Redazione InSic

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