Sicurezza degli operatori sanitari: insediato un Osservatorio nazionale anti-violenza

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Con DECRETO 13 gennaio 2022 il MINISTERO DELLA SALUTE ha istituito l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

  • L’Osservatorio, oltre ad una funzione di monitoraggio degli episodi di violenza e d promozione delle misure di prevenzione del fenomeno, acuitosi in Italia durante la pandemia e oggetto di una specifica tutela, contribuisce con i propri dati alla relazione annuale che il Ministro della salute trasmette alle Camere, sull’attività svolta.
  • Nel 2020 infatti con LEGGE 14 agosto 2020, n. 113 sono state aumentate le pene (da euro 500 a euro 5.000) in caso di lesioni agli operatori sanitari e richiesta l’istituzione di un Ispettorato, oltre a fissare una Giornata Nazionale di educazione e prevenzione dei fenomeni di violenza approvata con specifico decreto interministeriale (Ministero Salute-Istruzione-Ricerca) che cadrà ogni 12 marzo .

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Quali sono i compiti dell’Osservatorio per le professioni sanitarie

L’Osservatorio, in base al decreto ha il compito di

  • monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
  • monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
  • promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;
  • monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, anche promuovendo l’utilizzo di strumenti di videosorveglianza;
  • promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, anche nella forma del lavoro in equipe;
  • promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale medico e sanitario, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti.

Chi fa parte dell’Osservatorio?

L’Osservatorio è composto da:

  • otto rappresentanti delle regioni individuati da parte della Commissione salute della Conferenza delle regioni e delle province autonome;
  • un rappresentante dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas);
  • un rappresentante del Ministero dell’interno;
  • un rappresentante del Ministero della difesa;
  • un rappresentante del Ministero della giustizia;
  • un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
  • un rappresentante dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL);
  • un rappresentante FNOMCeO – Federazione nazionale degli ordini dei medici-chirurghi e degli odontoiatri;
  • un rappresentante FNOVI – Federazione nazionale ordini veterinari italiani;
  • un rappresentante FOFI – Federazione ordini farmacisti italiani;
  • un rappresentante CNOP – Consiglio nazionale ordine psicologi;
  • un rappresentante FNOPO – Federazione nazionale ordini professioni ostetriche;
  • un rappresentante FNTSRM – PSTRP Federazione nazionale degli ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione;
  • un rappresentante FNOPI – Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche;
  • un rappresentante ONB – Ordine nazionale dei biologi;
  • un rappresentante FNCF – Federazione nazionale degli ordini dei chimici e dei fisici;
  • un rappresentante CNOAS – Consiglio nazionale ordine assistenti sociali;
  • un rappresentante ANAAO ASSOMED – Associazione medici dirigenti;
  • un rappresentante CIMO – Coordinamento italiano medici ospedalieri;
  • un rappresentante FASSID – Federazione patologi clinici, radiologi, medici del territorio, farmacisti, psicologi ed altri dirigenti;
  • un rappresentante AAROI EMAC – Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica;
  • un rappresentante FP CGIL – Funzione pubblica;
  • un rappresentante FVM – Federazione veterinari medici e dirigenti sanitari;
  • un rappresentante FESMED – Federazione sindacale medici dirigenti;
  • un rappresentante Federazione CISL Medici;
  • un rappresentante ANPO-ASCOTI-FIALS Medici Associazione primari ospedalieri;
  • un rappresentante UIL FPL;
  • un rappresentante COSMED – Confederazione sindacale medici e dirigenti;
  • un rappresentante CIDA – Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità;
  • un rappresentante CODIRP – Confederazione della dirigenza pubblica;
  • un rappresentante CONFSAL – Confederazione generale sindacati autonomi lavoratori;
  • un rappresentante CISL FP – Funzione pubblica;
  • un rappresentante FIALS – Federazione italiana autonomie locali e sanità;
  • un rappresentante NURSIND – Sindacato delle professioni infermieristiche;
  • un rappresentante FSI – Federazione sindacati indipendenti;
  • un rappresentante NURSING UP – Sindacato infermieri italiani;
  • un rappresentante CGS – Confederazione generale sindacale;
  • un rappresentante USAE – Unione sindacati autonomi europei;
  • un rappresentante CSE – Confederazione indipendente sindacati europei;
  • un rappresentante FIMMG – Federazione italiana medici di medicina generale;
  • un rappresentante SNAMI – Sindacato nazionale autonomo medici italiani;
  • un rappresentante SM – Sindacato dei medici italiani;
  • un rappresentante CISL medici;
  • un rappresentante FIMP – Federazione italiana medici pediatri;
  • un rappresentante SIMPEF – Sindacato medici pediatri di famiglia;
  • un rappresentante Federazione CIPE-SISPE-SINSPE – Confederazione italiana pediatri – Sindacato italiano specialisti pediatri – Sindacato italiano nazionale specialisti pediatri;
  • un rappresentante SUMAI ASSOPROF – Sindacato unico di medicina ambulatoriale italiana e professionalità dell’area sanitaria;
  • un rappresentante FESPA – Federazione specialisti ambulatoriali;
  • un rappresentante FIASO – Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere;
  • un rappresentante FEDERSANITÀ – Confederazione Federsanità ANCI regionali.

I rappresentanti del Ministero della salute che fanno parte dell’Osservatorio sono:

  • un rappresentante della Direzione generale della prevenzione sanitaria;
  • un rappresentante della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale;
  • un rappresentante della Direzione generale della programmazione sanitaria;
  • un rappresentante della Direzione generale della digitalizzazione, del Sistema informativo sanitario e della statistica.

Violenza sugli operatori sanitari: i dati

Secondo CRI, ogni anno in Italia si contano 1200 atti di aggressione ai danni dei lavoratori della sanità. Nel 70% dei casi le vittime delle aggressioni sono donne (il 78% delle infermierie, corregge Fenopi). Ad essere maggiormente colpiti gli ausiliari sanitari (57.9% delle vittime nel 2016), seguiti da infermieri (in calo da 23.5% a 14.5%), e medici (2.4%-2.6%); sale invece la violenza sul personale tecnico (da 4.8% a 20.6% nel 2016).

Dove si commette violenza agli operatori sanitari

Sono i Pronto soccorso i reparti dove capita con maggior frequenza, seguiti dai reparti di degenza, gli ambulatori, gli Spdc (Servizio psichiatrico Diagnosi e Cura), le terapie intensive, le ambulanze del 118, le case di riposo e i penitenziari

Quali violenze sugli operatori sanitari?

Si tratta di violenze di ogni genere: nel 60% sono minacce, il 20% percosse, il 10% violenza a mano armata e il restante 10% vandalismo

Chi commette violenza su operatori sanitari

Non sono solo i pazienti a commettere violenza (nel 49% dei casi) ma anche familiari (30%) e parenti (8%). In particolare i fatti si verificano di sera e notte.

Violenza sul lavoro e operatori sanitari: un infortunio su 10

Secondo il rapporto DATI INAIL tra il personale sanitario quasi un infortunio su 10 è per aggressione. I dati risalgono al 2020 e riferiscono al quinquennio 2015-2019: a fronte di un’incidenza complessiva degli infortuni da violenza e aggressione pari al 3% dei casi accertati positivamente e in occasione di lavoro nella gestione Industria e servizi, nella sanità questa quota si triplica raggiungendo il 9%, ovvero quasi un infortunio su 10. Il 41% dei casi è concentrato nell’assistenza sanitaria (ospedali, case di cura, studi medici), il 31% nei servizi di assistenza sociale residenziale (case di riposo, strutture di assistenza infermieristica, centri di accoglienza) e il 28% nell’assistenza sociale non residenziale.

Per approfondire vai alla pagina INAIL del Rapporto 2020.

Informazione e formazione alla sicurezza del personale sanitario

InSic suggerisce sull’argomento:

Abc delle procedure di sicurezza nel settore sanitario
Manuale ad uso dei lavoratori. Informazione dei lavoratori ai sensi degli artt. 36 e 37 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i.

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