Tutela della maternità nel lavoro: il report Ilo

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L’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) ha pubblicato il report Maternity and Paternity at Work: Law and practice across the world (Maternità e paternità nel lavoro: legislazioni e prassi nel mondo), dove analizza le misure di protezione della maternità per le donne che lavorano


Nel report l’Ilo sottolinea che su un totale di 185 Paesi e territori, 66 hanno assunto impegni con almeno una delle tre Convenzioni in materia di protezione della maternità, adottate nel 1919, 1952 e 2000. Queste Convenzioni stabiliscono, in particolare, la prevenzione dall’esposizione a rischi per la salute e la sicurezza durante la gravidanza e l’allattamento, il diritto al congedo di maternità retribuito, alla tutela della salute della madre e del bambino e ai permessi per allattamento, e il diritto al reintegro sul posto di lavoro dopo il periodo di congedo.

Il rapporto traccia anche un’analisi comparata delle legislazioni nazionali con le norme dell’Ilo più recenti. In materia di salute e sicurezza, 111 Paesi su 160 prevedono norme specifiche sui lavori considerati pericolosi e insalubri per le donne in gravidanza o che allattano, e 78 prevedono il divieto assoluto di svolgere questo tipo di lavori. Sono soltanto tre, inoltre, i Paesi che non prevedono l’obbligo di versare un’indennità durante il congedo di maternità e, ad oggi, più di cento quelli che garantiscono il pagamento di un’indennità all’interno dei loro sistemi di sicurezza sociale, in modo da ridurre il contributo dei datori di lavoro.

Dal 1994 a oggi, nessun Paese ha ridotto la durata del congedo e si osserva un’evoluzione progressiva verso una durata minima di 14 settimane, come previsto dalle Convenzioni Ilo. Rispetto alla protezione contro la discriminazione, invece, solo 20 Paesi su 165 non la vietano esplicitamente durante la gravidanza e il congedo di maternità.

Oltre alla legislazione sulla protezione della maternità, molti Paesi dispongono anche di misure a favore dei padri che lavorano. Su 167 Paesi esaminati, infatti, 78 prevedono norme per il congedo di paternità, spesso retribuito, a indicare una chiara tendenza verso una maggiore partecipazione dei padri alla nascita di un figlio. Il congedo parentale a favore dei padri è più frequente nei Paesi industrializzati, in Africa, in Europa Orientale e in Asia Centrale, ed è retribuito in 70 dei 78 Paesi in cui è previsto.

Circa l’80 per cento dei circa 830 milioni di lavoratrici che non godono ancora di un’adeguata protezione della maternità, in termini di congedo e sicurezza del reddito al momento del parto, si trova in Africa e in Asia, dove alcuni gruppi di lavoratori sono completamente esclusi da qualsiasi forma di protezione, sia dal punto di vista normativo che pratico. È il caso, per esempio, dei lavoratori autonomi, migranti, domestici, del settore agricolo, occasionali o temporanei, o delle persone che appartengono a minoranze indigene e tribali. In queste aree geografiche, dove la copertura è principalmente sotto la responsabilità del datore di lavoro, predomina il lavoro informale e i tassi di mortalità materna e infantile sono ancora molto elevati.

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Redazione InSic

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