Durante il Consiglio dei ministri del 27 settembre, il Governo ha sollecitato all’approvazione di un disegno di legge in materia di sicurezza delle attività subacquee che dovrebbe disciplinare le procedure e le regole volte a rendere l’ambiente marino sempre più accessibile e sicuro.
L’ambiente subacqueo che comprende oceani, mari, fiumi e laghi, fino ai fondali, ha subito una progressiva antropizzazione che giustifica un aggiornamento delle regole.
Finora, infatti, al di là delle norme generali fissate dal Testo unico di Sicurezza, manca una legislazione specifica ma solo una normativa tecnica prodotta da UNI per la subacquea al servizio dell’industria.
Nell'articolo
Sicurezza delle attività subacquee: cosa prevede il nuovo Disegno di Legge
Il disegno di Legge disciplina le procedure e le regole volte a rendere detto ambiente sempre più accessibile e sicuro, rispondendo principalmente a tre macro-esigenze:
- gestione delle interferenze per coordinare e controllare le attività subacquee civili, quelle militari e quelle di polizia;
- esigenza regolatoria della navigazione, i mezzi e le infrastrutture subacquee;
- tutela delle persone e degli operatori che svolgono attività subacquee – si stabiliscono i princìpi fondamentali in materia di attività subacquee e iperbariche, disciplinando le qualifiche professionali e i requisiti per l’esercizio della professione.
Cosa farà l’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee (ASAS)
La prossima Legge sull’attività subacquea istituisce l’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee (ASAS), alla quale si attribuisce la funzione di coordinare e controllare le attività subacquee civili, al fine di evitare interferenze tra queste, le attività subacquee militari e quelle di polizia
Fra i principali compiti attribuiti all’Agenzia:
- la gestione delle interferenze nella dimensione subacquea;
- il rilascio di autorizzazioni in ordine al passaggio inoffensivo di sommergibili in immersione nelle acque territoriali;
- la definizione delle misure necessarie volte ad assicurare la sicurezza delle infrastrutture subacquee;
- la definizione degli standard minimi di sicurezza con riferimento ai sistemi di estrazione di emergenza di persone da mezzi pilotati, di trasponder e di sistemi di localizzazione subacquea, che devono possedere i mezzi subacquei non militari;
- la definizione della regolamentazione tecnica dei requisiti per l’abilitazione al comando e alla conduzione di mezzi subacquei, delle caratteristiche e delle dotazioni minime di sicurezza dei mezzi subacquei non militari idonei alla navigazione subacquea, nonché del percorso di formazione per l’iscrizione nel registro degli operatori subacquei e professionali;
- la promozione dello sviluppo della capacità nazionale di soccorso ed estrazione di persone da mezzi subacquei civili sinistrati;
- l’adozione di linee guida per lo sviluppo di tecnologie subacquee, in collaborazione con il Polo Nazionale della dimensione Subacquea (PNS) e gli enti pubblici di ricerca preposti sul territorio nazionale.
Sicurezza dei lavori subacquei
Nella futura Legge si delineano anche disposizioni in materia di lavori subacquei e iperbarici, sia con riferimento ai singoli operatori, sia con riferimento alle imprese subacquee e iperbariche, specificando, tra l’altro, le qualifiche professionali necessarie per l’esercizio ditali attività e i requisiti per l’iscrizione nel Registro degli operatori subacquei e iperbarici professionali, nonché prevedendo sanzioni in caso di inadempimento degli obblighi stabiliti nel disegno di legge.
Infine, si apportano modifiche al Codice dell’ordinamento militare (COM), attribuendo alla Marina militare nuove competenze alla luce della neo-introdotta disciplina delle attività della dimensione subacquea e al Codice della navigazione al fine di integrare la normativa di settore con le nuove competenze attribuite all’ASAS.
Attività subacquee: in attesa di una normativa specifica
Purtroppo, in Italia, malgrado le diverse proposte di legge presentate e discusse nelle apposite commissioni parlamentari negli ultimi anni, non si è ancora riusciti a dotarsi di una legislazione nazionale specifica che regolamenti questo ambito professionale.
Il Decreto Ministeriale M.M. del 13 gennaio 1979 ha istituito la categoria dei sommozzatori in servizio locale, quale personale addetto ai servizi portuali ed il “registro dei sommozzatori in servizio locale”, tenuto dal Comandante del porto.
Con il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., anche le attività svolte per motivi professionali devono essere gestite mediante i dettami del Testo Unico di Sicurezza (TUS).
Per tutelare la salute degli operatori subacquei e del personale di assistenza, l’UNI ha pubblicato nel 2010 la norma UNI 11366 “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee e iperbariche professionali al servizio dell’industria”, un documento importante che ha visto il coinvolgimento di molti soggetti interessati sia sul piano dell’utilizzo (aziende e lavoratori) sia sul piano istituzionale (soggetti ministeriali, enti previdenziali, istituti di ricerca, università, organismi associativi).
La norma UNI definisce
- i criteri e le modalità per l’esecuzione di attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria,
- le caratteristiche delle attrezzature e degli equipaggiamenti utilizzati
- i requisiti di natura professionale che deve possedere il personale coinvolto, tali da garantire la sicurezza e la tutela della salute dei medesimi lavoratori durante l’espletamento delle attività.
Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico
Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.
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