L’86,2% dei lavoratori è a conoscenza dell’esistenza della normativa riguardante la tutela della SSL in Italia e, tra questi, l’87,7% ritiene che sia applicata in maniera abbastanza, molto o completamente efficace. Registrato quindi un incremento dell’efficacia percepita della normativa di tutela della SSL rispetto a Insula1 in cui tale percentuale si attestava intorno al 70%.
Sono i dati dell’indagine INSULA2 diffusi da INAIL nei giorni scorsi: si tratta della seconda indagine nazionale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ( a distanza di 7 anni da INSULA1 in allegato) che ha obiettivo principale di monitorare la qualità delle condizioni di lavoro per una gestione efficace della salute e sicurezza nelle aziende italiane e promuovere il benessere dei lavoratori.
In questa edizione i dati di Insula2 hanno fornito informazioni importanti per la stima del rischio di contagio da COVID-19 in ambito lavorativo e per la stesura dei documenti tecnici sviluppati a supporto della gestione dei rischi connessi con l’emergenza epidemiologica.
Vediamo di seguito
rimandando per i dati completi alla pubblicazione INAIL: “SECONDA INDAGINE NAZIONALE SULLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO (Insula2)”.
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I dati più rilevanti dell’indagine INSULA 2 in sintesi
- L’86,2% dei lavoratori è a conoscenza dell’esistenza della normativa di SSL;
- Percezione del rischio: cresce nel settore sanità, costruzione e trasporti rispetto a INSULA1;
- Stress-lavoro correlato: il rischio a cui ci si sente più esposti;
- Smart-working: il 70% dei lavoratori riconosce un miglioramento del bilanciamento tra la vita lavorativa e la vita privata
- cresce il coinvolgimento di tutte le figure della prevenzione nell’attività di valutazione dei rischi, con una prevalenza di consulenti esterni, MC e RSPP.
- la mancanza di risorse temporali, economiche e umane fra i maggiori ostacoli alla gestione della SSL in azienda
- la semplificazione normativa invocata dai DL per migliorare la SSL sui luoghi di lavoro
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Nell'articolo
PROGETTO INSULA2: i risultati dell’indagine
Quali figure sono state coinvolte e su quali aspetti di SSL?
INSULA 2 ha coinvolto
- 8.000 lavoratori ed è volta ad esplorare il loro livello generale di consapevolezza rispetto al sistema di tutela della SSL in applicazione del d.lgs. 81/2008 e s.m.i. (anche a confronto con i dati emersi dalla prima indagine) e, dall’altro, di rilevare la loro percezione relativamente ai rischi per la salute e sicurezza presenti in azienda.
In questa edizione sono stati introdotti approfondimenti relativi ai cambiamenti del mondo del lavoro, inclusi aspetti legati all’innovazione tecnologica e alle nuove modalità di lavoro, oltre a un focus su salute e stili di vita. - 1.000 aziende ed i loro Datori di Lavoro per esplorare il loro livello generale di consapevolezza rispetto al sistema di tutela della SSL in applicazione del d.lgs. 81/2008 e s.m.i. e rilevare la loro percezione relativamente ai rischi per la salute e sicurezza presenti in azienda. Un campione rappresentativo dell’intera realtà nazionale e stratificato per macro-aree geografiche, dimensione aziendale e settore di attività economica
Rispetto alla prima indagine Insula, in questa edizione, sono stati introdotti approfondimenti relativi ai cambiamenti del mondo del lavoro, inclusi gli aspetti legati all’innovazione tecnologica e alle nuove modalità di lavoro, oltre a un focus sulla promozione della salute in azienda.
Formazione: partecipazione e adeguatezza
La partecipazione a corsi di formazione si attesta complessivamente al 65,6%,
- è meno frequente nei lavoratori più giovani, operanti nelle micro-aziende e provenienti dal Sud e Isole
- Il 63,9% di coloro che hanno partecipato a corsi di formazione li considera molto e completamente adeguati (un incremento rispetto a Insula1 in cui tale percentuale relativa all’adeguatezza della formazione si attestava intorno al 50%)
- la formazione in aula da parte di persone esterne all’azienda quella che viene considerata più efficace.
- la formazione obbligatoria dei lavoratori viene considerata dalla maggior parte dei DL un contributo all’incremento dei livelli di SSL, con differenze significative per dimensione aziendale (come già rilevato in Insula1).
Informazione in materia di sicurezza: cresce quella online
- Quasi la metà dei lavoratori dichiara di ricevere dalla propria azienda materiale informativo relativamente alla prevenzione dei rischi per la SSL.
- Il 21,7% del campione totale dichiara di informarsi anche autonomamente su tematiche di SSL.
- Internet si riconferma come il mezzo più utilizzato (51,8%),
- si registra un incremento dell’uso dei social network, blog e forum (10,3%) rispetto a quanto emerso in Insula1, dove venivano utilizzati da circa il 4% del campione.
Percezione del rischio in sicurezza? bassa ma con differenze fra settori
La maggior parte dei rispondenti percepisce poco o per niente la presenza di rischi per la SSL nella propria azienda, si sente poco o per niente esposta a rischi per la SSL, ha poca o per niente paura di ammalarsi o di infortunarsi a causa del proprio lavoro. Più della metà del campione ha dichiarato di essere completamente o molto d’accordo sul fatto di conoscere l’entità dei rischi presenti nella propria azienda. Confermati i dati di Insula1 ma con differenze significative legate al genere e al settore produttivo di appartenenza: nel settore della sanità ci si sente maggiormente esposti a rischi per la SSL e si ha più paura di ammalarsi, mentre nei settori delle costruzioni e dei trasporti cresce la paura di infortunarsi.
A quali rischi ci si sente più esposti?
In base ai dati di INSULA2 la classifica dei rischi ai quali ci si sente più esposti in azienda è la seguente:
- il rischio stress lavoro-correlato (SLC) e altri rischi psicosociali
- il rischio biomeccanico ed ergonomico,
- il rischio da lavoro al videoterminale (VDT)
- i rischi fisici.
- il rischio biologico,
- il rischio da interferenze
- il rischio chimico.
INSULA2 rivela che i lavoratori più giovani si sentono significativamente meno esposti a tali rischi.
- Le donne in una media significativamente più alta rispetto agli uomini hanno dichiarato di sentirsi più esposte al rischio da lavoro al VDT e al rischio biologico,
- gli uomini dichiarano di sentiersi esposti ai rischi fisici, biomeccanico, chimico e da interferenze.
- il gruppo dei più giovani si sente significativamente meno esposto al rischio da lavoro al VDT,
- i lavoratori tra i 45 e i 54 anni si sentono meno esposti al rischio da interferenze tra attività/lavorazioni diverse.
Smart working
Meno dell’11% degli intervistati ha dichiarato che lo smart working (o lavoro agile) è stato implementato nella propria azienda.
- Nelle grandi aziende risulta applicato in misura maggiore (in misura maggiore nel settore delle attività finanziarie)
- in gran parte delle micro-aziende non è stato introdotto e risulta anche maggiormente inapplicabile (soprattutto nei settori dell’agricoltura, della sanità, del commercio e delle costruzioni).
Il 70% dei lavoratori che hanno usufruito personalmente di smart working dichiara di essere completamente e abbastanza d’accordo sul fatto che la sua introduzione abbia migliorato il bilanciamento tra la vita lavorativa e la vita privata. In generale, le donne risultano significativamente più favorevoli all’introduzione dello smart working rispetto agli uomini.
A che punto è l’implementazione dello smart working?
Quanto all’implementazione dello smart working, emerge che
- nel 10% del campione era stato implementato al momento della rilevazione.
- Tale modalità di lavoro è stata considerata nel 41% dei casi utile per migliorare il bilanciamento tra vita privata e vita lavorativa,
- nel 28% utile per contribuire ad abbattere i costi, ottimizzando l’utilizzo delle attrezzature e degli spazi di lavoro
- nel 26% utile per migliorare la produttività aziendale
Coinvolgimento delle figure della sicurezza in aumento
- INSULA 2 registra un maggiore coinvolgimento da parte di tutte le figure della prevenzione nell’attività di valutazione dei rischi, con una prevalenza di consulenti esterni, MC e RSPP.
- Le consultazioni dei lavoratori su tematiche di SSL avvengono più frequentemente in occasione delle riunioni periodiche tramite il RLS e tramite la discussione diretta con i lavoratori; la prima modalità si configura come la più frequente nelle medie e grandi aziende, mentre la discussione diretta con i lavoratori è maggiormente utilizzata nelle piccole e medie aziende. Differenze si riscontrano anche rispetto al settore di attività eonomica.
Come cambia l’atteggiamento dei lavoratori verso la sicurezza?
L’atteggiamento dei lavoratori nei confronti della SSL viene descritto dalla maggior parte dei DL come disciplinato e rispettoso delle regole. I tre principali ostacoli percepiti dai DL per una efficace gestione della SSL:
- la mancanza di risorse temporali, economiche e umane;
- la mancanza di conoscenza e preparazione;
- la mancanza di consapevolezza, con differenze significative nella percezione di alcuni ostacoli rispetto al settore produttivo e all’età.
Miglioramento della sicurezza: su cosa puntare?
I DL ritengono maggiormente determinanti per il miglioramento della gestione della SSL
- la semplificazione delle normative vigenti;
- lo stanziamento dei fondi da parte delle istituzioni;
- il potenziamento della formazione e dell’informazione dei lavoratori.
Sviluppo della cultura della sicurezza: a che punto siamo?
In base ai dati INSULA2
- L’85% dei DL intervistati – di aziende in cui è prevista la riunione periodica – dichiara di aver adottato codici di comportamento, buone prassi o obiettivi di miglioramento della sicurezza per prevenire rischi di infortuni e malattie professionali, giudicati efficaci (molto/completamente) da oltre l’80% del campione.
- La maggior parte dei DL descrive il concetto di tutela della SSL come una responsabilità condivisa con i lavoratori
- Il 71% dei DL sostiene che nei 10 anni precedenti l’indagine il livello di SSL sia aumentato.
- I settori in cui il livello di tutela della SSL risulta aumentato in misura maggiore sono quelli della sanità, dell’agricoltura e dei trasporti.
Aggiornamento tecnologico delle aziende: quali risultati?
Circa la metà dei DL dichiara che nella propria azienda nei 5 anni precedenti l’indagine sono stati introdotti aggiornamenti tecnologici che hanno comportato cambiamenti significativi per lo svolgimento dell’attività lavorativa, con differenze significative per dimensione aziendale, settori produttivi, macro-area geografica e genere, cambiamenti che hanno comportato principalmente cambiamenti relativamente ai processi lavorativi, alle modalità di interazione e collaborazione tra i lavoratori e alla postazione di lavoro.
Sviluppo della sorveglianza sanitaria, maggiore al nord
In oltre il 70% delle aziende intervistate è prevista la sorveglianza sanitaria da parte del MC; questa risulta interessare maggiormente le medie e le grandi aziende, afferenti al Nord. La maggioranza dei DL dichiara che la sorveglianza sanitaria (dove questa è prevista) possa “contribuire all’incremento dei livelli di SSL”; solo il 16% pensa che sia un “adempimento formale a un obbligo di legge”, soprattutto nelle micro-aziende.
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PROGETTO INSULA2: caratteri e obiettivi dell’Indagine e differenze con INSULA1
I dati di Insula2, facendo riferimento ad un campione rappresentativo della forza lavoro italiana, hanno fornito informazioni importanti per la stima del rischio di contagio in ambito lavorativo e per la stesura dei documenti tecnici sviluppati a supporto della fase di rilascio delle misure contenitive attuate per fronteggiare l’epidemia e per la gestione dei rischi connessi con la riapertura delle attività economiche sospese.
L’indagine ha riguardato
- i soggetti che rientrano nella definizione di “lavoratore” di cui all’art. 2 c.1 lett. a) del d.lgs. 81/2008 e s.m.i. che lavorano in tutti i settori di attività, pubblici e privati, a esclusione dei lavoratori che operano in contesti ai quali si applicano specifiche regolamentazioni di tutela (art. 3 c. 2 d.lgs. 81/2008 e s.m.i.).
Il campione finale è costituito da 8.000 lavoratori rappresentativi dell’intera realtà nazionale.
Il campione è stato costruito in modo stratificato, ripartendo proporzionalmente le interviste sulla base dell’universo disaggregato rispetto ad alcune variabili socio-demografiche e aziendali, quali, ad esempio, la regione di provenienza, il genere, l’età, la tipologia di contratto e il settore di attività economica dell’azienda. - i datori di lavoro su un campione di 1.000 aziende, rappresentativo dell’intera realtà nazionale e stratificato per macro-aree geografiche, dimensione aziendale e settore di attività economica
Come cambia la percezione della SSL a dieci anni dal Testo unico di Sicurezza?
In Insula2 si è voluta indagare la percezione da parte delle figure della prevenzione relativamente al benessere lavorativo, ai rischi emergenti e ai livelli di consapevolezza della normativa vigente, dopo circa dieci anni dall’approvazione del d.lgs. 81/2008 (c.d. “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”) e dalla sua prima applicazione all’interno dei contesti di lavoro.
Quali sono gli obiettivi della seconda indagine Insula2?
La seconda indagine Insula si pone come obiettivo principale di monitorare la qualità delle condizioni di lavoro al fine di evidenziare gli aspetti chiave per una gestione efficace della salute e sicurezza nelle aziende italiane e per promuovere il benessere dei lavoratori. Insula vuole fornire un contributo per la progettazione e l’attuazione di nuove politiche nel campo della SSL, anche in relazione ai principali cambiamenti socio-economici che hanno un effetto negli ambienti di lavoro.
Differenze fra INSUL1 e INSULA 2
La prima edizione dell’indagine (Insula1) è stata condotta dal Dimeila nel 2014 nel periodo ottobre 2013-gennaio 2014 e ha coinvolto un campione rappresentativo delle macroaree geografiche del Paese (Nord, Centro e Sud-Isole), costituito da operatori degli SPSAL di Lombardia, Marche e Puglia su lavoratori e datori di lavoro (DL), con il coinvolgimento dei responsabili del servizio prevenzione e protezione (RSPP), e ha incluso tre focus progettuali specifici, dedicati alle altre figure della prevenzione, quali medici competenti (MC), rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) e servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro (SPSAL).
Insula1 ha raggiunto un campione complessivo di 12.000 intervistati, fornendo un quadro nazionale esaustivo sulla percezione del rischio e sul livello generale di consapevolezza rispetto all’applicazione della normativa in materia di SSL. Alla luce dello scenario evidenziato e per fornire un sistema di monitoraggio nazionale sulle condizioni di lavoro e relativi impatti sulla SSL, nel 2019 è stata progettata e realizzata la seconda edizione dell’indagine (Insula2), focalizzando l’attenzione in particolare su lavoratori e DL, e fornendo due focus specifici dedicati a RLS e SPSAL.
Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico
Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.
Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter).
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