In caso di esposizione dei lavoratori a radiazioni ottiche artificiali, la prima misura di prevenzione da considerare è la sostituzione con attrezzature o processi meno pericolosi. Qualora tale soluzione non fosse possibile, occorre intervenire con soluzioni tecniche e procedurali per limitare al minimo l’esposizione.
Nell'articolo
Misure di prevenzione dall’esposizione a radiazioni ottiche incoerenti
Di seguito si riportano le principali misure di prevenzione per le radiazioni ottiche incoerenti e coerenti.
- Contenimento della sorgente: utilizzo di alloggiamenti schermanti di attenuazione definita in relazione alle lunghezze d’onda. Per esempio la radiazione UV si può schermare con finestre di vetro o materiali plastici trasparenti nel visibile.
- Schermi a ridosso della sorgente: ad esempio gli schermi inattinici o ciechi a ridosso delle postazioni di saldatura.
- Separazione aree: la separazione fisica delle aree dove si generano ROA permette di evitare esposizioni delle postazioni di lavoro vicine (esempio: postazioni saldatura nella stessa area).
- Impiego di interblocchi: gli interblocchi sono automatismi che devono impedire il funzionamento quando lo sportello del riparo non è completamente chiuso o per disattivare le sorgenti in caso di accesso accidentale in aree dove queste sono presenti.
- Filtri e finestre d’ispezione: con un’idonea finestra d’ispezione, uno strumento ottico o una telecamera è possibile monitorare il processo a distanza e migliorare le condizioni lavorative e la sicurezza del lavoratore, rendendo superfluo ad esempio l’uso dei dispositivi di protezione individuali.
- Aree ad accesso limitato: una zona controllata, con accesso regolamentato da parte di persone autorizzate e formate. La limitazione dell’accesso deve avvenire preferibilmente con mezzi fisici, per esempio attraverso le pareti e le porte dell’intero locale. Tale sistema è utile per evitare esposizioni indebite.
- Segnaletica ed avvisi di sicurezza: la segnaletica di sicurezza ha lo scopo di evidenziare la presenza di rischi per la presenza di ROA negli ambienti di lavoro. La segnaletica evidenzia la presenza di radiazioni ottiche incoerenti e, laddove necessario, prescrive l’adozione di dispositivi di protezione degli occhi.
- Formazione: la formazione è una delle misure di prevenzione fondamentali perché permette al lavoratore di conoscere il rischio e le conseguenti misure di prevenzione e protezione. La formazione per l’esposizione a radiazione incoerente va fatta quando la valutazione dei rischi non può concludersi con la giustificazione, mentre per quanto riguarda la radiazione coerente va somministrata quando si utilizzano sorgenti diverse dalla classe 1.
Nei casi in cui ci si trovi in presenza di sorgenti trascurabili, è necessario comunque informare i lavoratori ed i loro rappresentanti.
L’informazione e la formazione dei lavoratori professionalmente esposti a ROA devono sempre comprendere:
- descrizione del tipo di ROA utilizzate nel lavoro in oggetto;
- definizione, entità e significato dei valori limite di esposizione alle ROA utilizzate;
- rischi per la salute e la sicurezza che possono derivare dall’esposizione alle ROA, con particolare riguardo a quelli sugli occhi e sulla cute;
- controindicazioni specifiche all’esposizione, e delle condizioni di salute che classificano un lavoratore come particolarmente sensibile, ad es. presenza di lesioni oculari, alla pelle, ecc.;
- risultati della valutazione e/o misurazione e/o calcolo dei livelli di esposizione alle ROA;
- circostanze nelle quali i lavoratori hanno diritto a una sorveglianza sanitaria e obiettivi della stessa;
- modalità per individuare e segnalare gli effetti negativi per la salute derivanti dall’esposizione alle ROA;
- risultati anonimi e collettivi della sorveglianza sanitaria sugli effetti delle ROA;
- misure di protezione e prevenzione adottate per eliminare o ridurre al minimo i rischi derivanti dalle ROA, quali uso corretto delle attrezzature;
- uso corretto dei dispositivi di prevenzione collettiva (es.: schermature); procedure di lavoro corrette;
- quando e come indossare correttamente i DPI e relative indicazioni e controindicazioni sanitarie all’uso;
- conoscenza della segnaletica relativa alle ROA e criteri utilizzati per la sua collocazione.
Misure di prevenzione dall’esposizione a radiazioni ottiche coerenti
Le misure di prevenzione relative all’uso del laser dipendono dalla classe di appartenenza dello stesso (laser classe 1,1M,2,2M,3R,3B,4). Si riportano di seguito le misure più importanti; ulteriori misure di sicurezza per la classe di appartenenza sono indicate all’interno della norma CEI EN 60825.
- Direzione del fascio: quando possibile, l’intero percorso del fascio deve essere chiuso o schermato. Anche la zona di impatto deve essere schermata in modo da limitare al minimo la fuoriuscita di raggi diffusi. Le apparecchiature di classe 4 possono provocare incendi, pertanto con tali apparecchiature sono ammesse solo installazioni fisse.
- Segnaletica di sicurezza: la zona laser e l’accesso a questa area devono essere segnalati allo stesso modo come le corrispondenti apparecchiature. Sugli accessi alle aree o sugli involucri di protezione che contengono apparecchi laser di classe 3B e classe 4 devono essere affissi segnali di pericolo (EN 60825).
- Comandi: ogni apparecchio laser deve avere i comandi posizionati in modo da poter essere azionati senza correre alcun rischio; i comandi devono essere disposti in modo da non esporre l’utilizzatore ai raggi laser.
- Visualizzazione dello stato di esercizio: se la situazione richiede l’uso di un dispositivo di protezione individuale, lo stato pericoloso di un’apparecchiatura laser deve essere riconoscibile ancor prima di accedere all’area laser.
- Illuminazione: è necessario disporre di una buona illuminazione, perché sovente gli occhiali di protezione attenuano anche la luce visibile.
- Vie di fuga: le apparecchiature presenti nella zona laser devono essere realizzate in modo da consentire in qualsiasi momento la fuga in caso di necessità. Le condutture di rete, dell’acqua e le linee di misurazione devono essere fatte passare nella parte alta dei locali di lavoro.
- Formazione: La formazione degli addetti ai lavori dovrebbe comprendere i seguenti argomenti:
- effetti dei raggi laser su occhi e pelle;
- rischi ed effetti collaterali, ad es. sostanze tossiche, incendi, esplosioni;
- norme comportamentali e istruzioni di lavoro;
- misure e dispositivi di protezione;
- uso dei dispositivi di protezione;
- controllo delle misure tecniche e dei dispositivi di protezione;
- comportamento in caso di guasto.
Sorveglianza sanitaria
La sorveglianza sanitaria ha l’obiettivo di prevenire i problemi di salute per i lavoratori esposti a ROA e mettere in luce situazioni critiche che possono prevedere limitazioni all’uso. La sorveglianza sanitaria è di norma annuale o con periodicità diversa stabilita dal medico competente. Va effettuata la sorveglianza sanitaria nei confronti dei lavoratori per i quali è stata rilevata un’esposizione superiore ai valori limite.
Occorre prestare particolare riguardo nei confronti dei lavoratori sensibili, in particolare:
- Donne in gravidanza
- Minorenni (vedi divieti)
- Albini ed individui con fototipo 1 (esposizione ad UV)
- Portatori malattie del collagene (esposizione ad UV)
- Soggetti in trattamento cronico o ciclico con farmaci fotosensibilizzanti (es. tetracicline, diuretici, antinfiammatori, etc.)
- Soggetti che hanno subito impianto con cristallino artificiale
- Soggetti con alterazioni di iride e pupilla
- Soggetti con lesioni cutanee maligne e pre-maligne (esposizione ad UV)
- Soggetti con patologie cutanee foto-indotte o foto-aggravate (esposizione UV ed IR)
- Soggetti portatori di corpi colloidi da luce blu
- Soggetti affetti da xeroderma pigmentosus (esposizione UV)
- Soggetti epilettici per esposizione a luce visibile intermittente.
Come proteggersi dalle radiazioni ottiche artificiali?
I dispositivi di protezione individuali hanno l’obiettivo di proteggere i lavoratori dai danni agli occhi ed alla pelle da esposizione a ROA e vanno adottati solo a seguito di misure tecniche, organizzative e procedurali. I DPI per gli occhi sono rappresentati da occhiali, maschere, ripari facciali (es. saldatura).
DPI per radiazioni ottiche non coerenti
I dispositivi di protezione degli occhi e del viso, oltre alla marcatura CE, devono avere obbligatoriamente la marcatura specifica sia dell’oculare che della montatura, entrambe rappresentate da una sequenza orizzontale di lettere e numeri che stanno ad indicare le capacità protettive e le caratteristiche delle due parti del dispositivo. La nota informativa che accompagna il DPI contiene le spiegazioni che permettono di interpretare il significato della marcatura e si rivela particolarmente utile poiché la marcatura utilizza diversi codici alfanumerici stabiliti dalle norme tecniche specifiche.
La marcatura dei dispositivi
L’oculare presenta un codice alfanumerico prima del marchio di identificazione del fabbricante che, se funzionale alla riduzione dell’esposizione a radiazioni ottiche incoerenti, nella prima posizione presenta un numero di scala che identifica il tipo di protezione da radiazioni luminose.
Il numero di scala è una combinazione di codice filtro (che identifica la regione spettrale per la quale i filtri sono destinati) e numero di graduazione (che rappresenta la capacità del filtro di trattenere la radiazione incidente pericolosa), staccati da un trattino.
La marcatura indicante il codice alfanumerico viene posizionata sia sulla lente che sulla montatura.
Di seguito si riporta esempio di codice alfanumerico per i DPI oculari, indicante il codice filtro di protezione dalle radiazioni (prima colonna), il numero di graduazione, la norma di riferimento ed il colore delle lenti.
La marcatura del dispositivo, oltre a contenere il codice alfanumerico indicante il codice filtro e numero gradazione, riporta in ordine le seguenti ulteriori indicazioni:
- Marchio produttore.
- Classe ottica: da 1 a 3 (indica il grado di neutralità dell’oculare), 1 uso continuativo, 2 uso intermittente, 3 uso occasionale.
- Resistenza meccanica indicata con le lettere S, F, B, A: (S: resistenza agli impatti ad energia incrementata, F: resistenza agli impatti di bassa energia, B: resistenza impatti media energia, visiere e occhiali a mascherina, A: resistente impatti alta energia, solo visiere).
- Campo d’impiego (3 liquidi/gocce/spruzzi, 4 particelle di polvere, 5 gas/particelle solide fini, 8 scariche da archi elettrici, 9 metalli fusi e solidi caldi).
- Trattamento antiabrasione (indicato con la lettera K).
- Trattamento antiappannante (indicato con la lettera N).
1 codice filtro – 1 graduazione
2 identificazione fabbricante
3 classe ottica
4 resistenza meccanica
5 campo utilizzo
6 resistenza abrasione
7 resistenza appannamento.
Interpretando la marcatura sopra rappresentata si può constatare che il primo numero (numero filtro) si riferisce alla radiazione infrarossa (IR) ed alla graduazione (il 2,5 è il livello protettivo in base alla temperatura di fusione che in questo caso è di 1150 °C), il secondo numero è il marchio del fabbricante, il terzo numero è la classe ottica (la migliore), il quarto numero rappresenta una resistenza meccanica agli impatti a media energia, il quinto numero indica campo di utilizzo in presenza di metalli fusi e solidi caldi, la lettera K indica trattamento antiabrasione e la lettera N trattamento antiappannante.
DPI per radiazioni ottiche coerenti
I protettori oculari per radiazioni laser specifiche devono essere utilizzati in tutte le zone pericolose dove è possibile il superamento dei valori limite di esposizione; in particolare possono essere previsti a partire da laser di classe 3R (a seguito di valutazione del rischio) e sono obbligatori per le classi 3B e 4.
La norma europea UNI EN 207 descrive i requisiti cui i filtri laser devono rispondere ed elenca i livelli protettivi possibili, indicati da un numero di graduazione espresso con il simbolo L, seguito da un numero da 1 a 10.
La marcatura presente sull’oculare o sulla montatura deve riportare le seguenti informazioni:
- Lunghezza/e d’onda o campo di lunghezze d’onda in nm in cui il filtro garantisce la protezione.
- Simbolo della condizione di prova per tipo di laser (D laser a onda continua, I laser ad impulsi, R laser ad impulsi giganti, M laser ad impulsi in modo accoppiato).
- Numero gradazione.
- Marchio identificazione fabbricante.
- Eventuale livello di resistenza meccanica dove applicabile.
Per ogni livello protettivo è indicato il fattore spettrale massimo di trasmissione per lunghezza d’onda, nonché le densità di potenza e/o di energia utilizzata per i test di prova.
Tali test vengono eseguiti per le varie tipologie di laser (a onda continua, pulsata, a impulsi giganti e a impulsi a modo accoppiato), ognuna contraddistinta da una lettera identificativa (rispettivamente D, I, R e M).
Per saperne di più
Leggi anche i nostri approfondimenti della stessa autrice su:
- Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA), cosa sono e quali rischi comportano
- Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA): la valutazione del rischio
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