Ieri, 12 settembre nella Sala della Regina di Montecitorio, la presentazione della Relazione sull’attività svolta dalla Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia a fronte del tragico incidente ferroviario di Brandizzo del 30 agosto 2023.
La Relazione parte dall’incidente per riflettere su come migliorare le attuali condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare sulle strade ferrate ed in loro prossimità, arrivando alla soluzione che rischio di incidenti sul lavoro nel comparto ferroviario “è possibile”.
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Cosa c’è nella Relazione di Inchiesta Parlamentare: il caso Brandizzo ed i miglioramenti possibili della sicurezza in ambito ferroviario
Dopo una premessa nella quale si analizzano i concenti di cultura della sicurezza, clima della sicurezza e sensemaking, la Relazione si concentra sul caso di Brandizzo evidenziando il comportamento dei lavoratori, l’organizzazione del lavoro e le omissioni di vigilanza. Emerge anche il problema della catena degli appalti e l’esistenza dei sistemi di gestione.
Spicca però anche un capitolo sui miglioramenti possibili: la Commissione suggerisce l’adozione di strumenti tecnologici e di formazione alternativa con l’uso dell’intelligenza artificiale (si cita la realtà virtuale e aumentata). Inoltre, si suggerisce una valutazione continua della competenza dei lavoratori e una formazione più vicina ai rischi insiti nell’attività. Oltre ad audit sul campo la Commissione mette fra i possibili miglioramenti anche i anche “punteggi” alle aziende che implementino soluzioni di sicurezza a seguito delle verifiche e criteri premianti per le imprese impegnate nella sicurezza. Si auspica, infine, una documentazione di gara più coerente, un’attività di monitoraggio sui processi e la definizione di procedure specifiche per il settore e non solo “generali”.
Il caso Brandizzo, le dichiarazioni
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della presentazione della Relazione ha ricordato che “Le morti e gli incidenti sul lavoro sono una intollerabile offesa per la coscienza collettiva. La sicurezza nel lavoro è condizione necessaria per rendere effettivo il diritto fondamentale e inalienabile alla salute che non può trovare limiti nella mancanza o nella inadeguatezza di misure idonee a rendere il lavoro e i luoghi ove si svolge sani e privi di pericoli. Non sarà mai sufficiente l’impegno a questo scopo delle istituzioni e delle parti sociali”.
Rincara il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana che, presente in Sala, ha rinnovato la personale e di tutta la Camera dei deputati, sottolineando che: “L’incolumità dei lavoratori non è un lusso accessorio o un semplice adempimento burocratico, ma un diritto inalienabile della persona umana”.
Caso Brandizzo: Gribaudo, attenzione a parlare di errore umano
A proposito del caso Brandizzo, la Presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia Chiara Gribaudo ribadisce che le cause le indagini sono ancora in corso, ma è certo che “quelle persone, in quel momento, non dovevano stare sui binari. Alcune delle soluzioni che avrebbero potuto salvare la vita ai lavoratori sono già utilizzate nel nostro Paese non solo in altri settori industriali, ma addirittura, e penso alla rilevazione di ostacoli, di serie nelle automobili”.
Interessante il passaggio sull’ “errore umano”: Gribaudo è cauta: “Spesso dietro questa arida definizione – ha detto – vi è alla base una organizzazione del lavoro che mette la lavoratrice o il lavoratore nella condizione di commetterlo questo errore”.
La Presidente si concentra poi sugli strumenti a disposizione per evitare il ripetersi di tali incidenti: L’invito è quello di assicurarsi non solo che le procedure siano corrette, insegnate correttamente e interiorizzate nella maniera giusta da tutti coloro che operano, ma significa anche verificare, oltre all’applicazione del contratto collettivo di settore, anche che il livello di inquadramento sia adeguato”.
Un passaggio anche sui dispositivi a protezione dei lavoratori: “Inoltre, servono soluzioni tecniche che, su attività ad alto rischio, forniscano strumenti e dispositivi volti a intercettare e impedire comportamenti non corretti, così come già succede nelle autovetture, negli aeroporti. E va fatta attenzione agli appalti che non possono essere un mezzo per la riduzione dei costi, né tantomeno dei diritti”.
Relazione d’Inchiesta parlamentare sul caso Brandizzo: le reazioni dei sindacati
La Relazione è stata commentata positivamente dai sindacati: “Una ricerca importante con molte proposte condivisibili e un convegno a tratti commovente”. Cos’ la Filt Cgil che esprime “apprezzamento per il lavoro svolto e le soluzioni avanzate dalla commissione nel cercare di garantire maggiore sicurezza nelle attività di manutenzioni ordinarie e straordinarie della rete ferroviaria e siamo vicini ai familiari delle vittime nella richiesta di giustizia per i cinque lavoratori vittime del tragico incidente”.
“Anche noi come Federazione dei trasporti della Cgil – spiega il sindacato – in questa fase, in cui registriamo la volontà di migliorare le condizioni di lavoro ma occorre compiere ulteriori passi avanti, vogliamo contribuire a questo dibattito ed a Torino il prossimo 26 settembre organizziamo un convegno dal titolo ‘Brandizzo un anno dopo: cultura della sicurezza, investimenti e sistema appalti’ a cui parteciperà la presidente della Commissione Chiara Gribaudo”.
La Cisl ad inizio mese ha rinnovato il ricordo della strage di Brandizzo e rinnovato il proprio impegno per garantire che tragedie di questo genere non si ripetano mai più. Inoltre, la sigla sindacale ricorda le previsioni a tutela del lavoratore, previste dal Testo unico di Sicurezza:
“L’incidente di Brandizzo ha messo in luce, una volta di più l’importanza di normative rigorose che nel settore già esistono, che possono essere migliorate ma che devono essere sempre rispettate da tutti gli attori, l’importanza di effettuare controlli puntuali e, soprattutto, che è imprescindibile il rafforzamento di una cultura della sicurezza radicata in ogni ambito lavorativo e in ogni persona. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia”.
Sulle ricette possibili, la Cisl parla di investimenti nella formazione per conoscere gli strumenti di tutela esistenti: “Occorrono investimenti continui nella formazione e per questo chiediamo a tutte le aziende del settore ferroviario o che effettuano lavorazioni in ambito ferroviario di prevedere, contrattualmente, tre ore di formazione al mese per ogni lavoratrice/lavoratore, di rendere note a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori le previsioni del secondo comma dell’articolo 44 del decreto legislativo 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza) secondo le quali qualsiasi lavoratrice o lavoratore, nel momento in cui ravvisi potenziali situazioni di pericolo, può esercitare la figura della “Stop Work Authority” interrompendo le attività. Allo stesso tempo, riteniamo che occorrano investimenti in tecnologia per rendere i luoghi di lavoro più sicuri, soprattutto in settori ad alto rischio come quello ferroviario e industriale”.
Per approfondire:
- Leggi la notizia sul sito della Camera
- Scarica la Relazione completa:
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Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.
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