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RICERCA – Digitalizzazione dei processi al servizio della sicurezza: a che punto siamo? i dati ASCOM

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In vista della Giornata mondiale della Sicurezza sul Lavoro, ASCOM (fornitore internazionale di soluzioni informatiche) per le aziende, annuncia i risultati di una ricerca su Digitalizzazione dei processi al servizio della sicurezza: a che punto siamo?

La ricerca condotta dalla società di analisi NetConsulting cube ha riguardato la sicurezza negli ambienti di lavoro ed ha coinvolto 551 imprese italiane per analizzare il livello di digitalizzazione dei processi aziendali legati alla sicurezza sul lavoro.

  • Interessante l’analisi di comparto svolta dall’azienda, dalla quale emerge che solo poche aziende utilizzano la tecnologia per digitalizzare i processi inerenti la sicurezza. Individuati i principali pericoli relativi alla sicurezza, i progetti di digitalizzazione e automazione riguardano principalmente il funzionamento di attrezzature (61% delle risposte) e la manutenzione dei macchinari. Solo una minoranza delle aziende interessate (16,3%) cita i processi legati alla sicurezza sul lavoro. Un settore quest’ultimo ancora inesplorato e con criticità tutte da mettere in luce e superare attraverso, suggerisce Ascom, una maggiore integrazione tra la divisione IT e le funzioni che si occupano della gestione dei processi operativi, in particolare della sicurezza sul lavoro.
    A seguire, i dati completi della ricerca.

Digitalizzazione dei processi per la sicurezza: i dati della ricerca ASCOM, destinatari e obiettivi

La ricerca si è concentrata sui settori dell’industria, del retail e della logistica. Obiettivo: mettere a fuoco l’approccio delle aziende verso la digitalizzazione dei processi di sicurezza sul lavoro, analizzando molteplici aspetti tra i quali: le principali fonti di pericolo identificate dalle imprese interpellate, il livello di utilizzo di soluzioni tecnologiche, la propensione all’investimento e le criticità nella gestione della sicurezza.

In base ai dati diffusi da ASCOM

  • solo 90 delle 551 aziende italiane intervistate utilizzano la tecnologia per digitalizzare e automatizzare almeno uno dei processi aziendali legati alla sicurezza sul lavoro, quali ad esempio l’identificazione di situazioni di pericolo, il rilevamento di incidenti o la localizzazione di personale in solitario a rischio.
  • Solo il 16,3% del campione totale di indagine ha digitalizzato e automatizzato almeno uno dei processi aziendali legati alla sicurezza sul lavoro.
  • L’identificazione delle situazioni di pericolo è il processo caratterizzato da un maggior livello di automazione e digitalizzazione (9,8%).
  • Seguono il rilevamento di incidenti (8,9%) e la localizzazione di personale in solitaria (3,3%).

Secondo Patrich Villa, Head of Channel Sales di ASCOM UMS. “Tuttavia, quasi due terzi delle imprese interpellate mostrano ancora scarsa consapevolezza dei vantaggi che la tecnologia può fornire sia in termini di riduzione del rischio per i lavoratori che di conformità alle normative e applicazione delle policy”.

Digitalizzazione dei processi di sicurezza: le fonti di pericolo individuate dalle aziende

L’Indagine ha quindi messo in luce le tre principali fonti di pericolo identificate dalle aziende che gestiscono in modo digitale almeno un processo di sicurezza sono:

  1. le modalità operative e le attrezzature di lavoro (53,3%),
  2. le caratteristiche dell’ambiente in cui viene svolta l’attività (52,2%)
  3.  la tipologia di attività caratterizzate da fattori di rischio elevato (32,2%) o in ambienti confinati (16,7%) dove gli operatori lavorano in solitario.

Quali sono le aziende che identificano queste fonti di pericolo?

Secondo i dati ASCOM,

  • le imprese del settore industriale sono quelle che si distinguono per il maggior numero di fonti di pericolo in linea con l’eterogeneità delle attività svolte.
  • Per gli operatori logistici, le fonti di pericolo sono legate unicamente all’ambiente di lavoro, ovvero alla guida dei veicoli, al rumore, alle vibrazioni e alla natura del materiale trasportato.
  • Le aziende del retail hanno invece indicato l’ambiente di lavoro, le modalità operative quali ad esempio attività in ambienti confinati (pulizia cisterne, serbatoi, ecc.), e i fattori di rischio (chimico, biologico, fisico, di esplosione, d’incendio, ecc.), particolarmente rilevanti per le realtà del comparto agricolo.

Digitalizzazione: quali sono le altre aree in cui intervenire per migliorare la sicurezza?

Gli intervistati dalla ricerca ASCOM riconoscono e si stanno impegnando anche in ulteriori aree di azione, in particolare:

  • la valutazione del rischio (73,3%);
  • corsi di addestramento sulla gestione delle emergenze e di primo soccorso (68,9%);
  • l’utilizzo di dispositivi di nuova generazione per la protezione individuale (65,6%), la nomina di figure preposte (66,7%);
  • piani di visite e controlli medici per il personale (65,6%);
  • lo sviluppo di corsi di formazione generica (62,2%);
  • ricorso a consulenti per ispezioni periodiche (57,8%).

Chi agisce di più per trovare soluzioni migliorative?

Sono le realtà industriali quelle più attive, soprattutto nel breve periodo, conferma la ricerca: quelle con oltre 50 milioni di fatturato si distinguono per una più alta incidenza di iniziative nei prossimi 12-24 mesi, dimostrando una capacità di visione sul medio-lungo periodo. L’impegno delle aziende nelle diverse aree è guidato principalmente dalle normative in materia di sicurezza sul lavoro.

 Quali sono i maggiori ostacoli nella gestione della sicurezza?

In base ai rilievi ASCOM le maggiori criticità nella gestione della sicurezza riferiscono alla Normativa per il 45% degli intervistati segue la scarsa cultura della prevenzione in azienda o nell’intero settore (34,4%) e la mancanza di responsabilità dei lavoratori (24,4%). Ciò vale in particolare per i settori dell’industria e del retail, dove in molti casi l’organizzazione del lavoro è improntata ad un approccio artigianale.

Fra i fattori di criticità si trova anche un quarto fattore: i costi delle iniziative volte a migliorare la sicurezza sul lavoro: rappresenta un freno agli investimenti (17,8%), soprattutto per le aziende del mondo retail e della logistica particolarmente sensibili agli aspetti di recupero di efficienza. Solo un numero molto esiguo di aziende (2,2%) ha indicato la gestione dei rischi derivanti da interferenze, come disciplinato dal DUVRI – Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenti, tematica che assume maggiore importanza in presenza di attività in appalto.

 In che direzione vanno gli investimenti nella digitalizzazione dei processi?

I progetti di digitalizzazione e automazione riguardano infatti principalmente il funzionamento di attrezzature (61% delle risposte) e la manutenzione preventiva (41,9%) e correttiva (20,5%) dei macchinari. Solo una minoranza del campione (16,3%) cita i processi legati alla sicurezza sul lavoro.

L’obiettivo per le aziende, come emerge dall’indagine ASCOM sarebbe quello di puntare alla ricerca di efficacia attraverso una riduzione dei tempi di svolgimento delle attività (36,7%) e di fermo (circa 35,8%), mentre l’incremento del livello di sicurezza sul lavoro risulta solo al quinto posto (20%) tra le priorità.  L’ambito della gestione di attività e processi legati alla sicurezza, quali ad esempio la localizzazione di personale a rischio o la rilevazione di pericoli e incidenti, appare dunque più scoperto, a ulteriore dimostrazione della scarsa consapevolezza di molte aziende relativamente al potenziale supporto di strumenti digitali e automatizzati in questo campo.

Chi investe maggiormente?

Sono le aziende industriali a distinguersi per una più elevata propensione ad investire, pur confermando un maggior interesse per le soluzioni di digitalizzazione e automazione delle attività di manutenzione e dei flussi di lavoro.

Le aziende che non prevedono di investire nell’ambito della digitalizzazione e nell’automazione dei processi nei prossimi 12-24 mesi mostrano invece una maggiore apertura verso la possibilità di usare la tecnologia con un approccio esteso anche al supporto dei processi per la sicurezza dei lavoratori. L’importanza delle soluzioni per la gestione digitalizzata e automatizzata dei processi di sicurezza sul lavoro è stata riconosciuta infatti dal 28,1% di queste imprese.  

Digitalizzazione dei processi a supporto della sicurezza: l’approccio delle aziende

Rispetto ai risultati condotti, ASCOM rivela come il potenziale della digitalizzazione dei processi a supporto della sicurezza rimanga ancora un campo “inesplorato”: le aziende intervistate riconoscono alla tecnologia un ruolo di abilitazione operativa, tuttavia, il loro livello di digitalizzazione e automazione è nella maggioranza dei casi medio-basso.

Produttività, efficienza ed efficacia sono i principali obiettivi.

Secondo gli intervistati, prezzi contenuti (44,1% delle risposte), supporto consulenziale (35,4%) e semplicità d’uso (27%) sono i fattori che potrebbero maggiormente aiutare le aziende ad intraprendere un percorso di digitalizzazione e automazione dei processi a supporto della sicurezza sul lavoro. L’interesse resterebbe sbilanciato sulla digitalizzazione e automazione dei processi che garantiscono la continuità operativa rispetto a quelli che supportano la sicurezza degli addetti.

  • L’83,7% delle imprese interpellate gestisce infatti ancora i processi legati alla sicurezza con un approccio tradizionale, ovvero senza o in minima parte con dispositivi hardware e soluzioni software.

Come favorire la digitalizzazione nei processi della sicurezza sul lavoro?

Secondo ASCOM il potenziale resta “inesplorato” non a causa dello scarso interesse delle imprese per le condizioni di lavoro e l’incolumità del personale, ma a fattori legati alla cultura tecnologica e a tematiche organizzative.

Le iniziative nell’ambito della sicurezza sul lavoro non rientrano infatti generalmente tra le attività gestite dalla divisione IT, quindi il livello di conoscenza e consapevolezza generale dei vantaggi che la digitalizzazione e l’automazione possono offrire è limitato. Dal punto di vista organizzativo, l’integrazione ancora scarsa tra sicurezza IT e fisica non facilità l’adozione di soluzioni digitali a supporto della sicurezza sul lavoro.

Secondo la ricerca ASCOM è necessario che all’interno delle aziende sia favorita una maggiore integrazione tra la divisione IT e le funzioni che si occupano della gestione dei processi operativi, in particolare della sicurezza sul lavoro, per colmare il divario di conoscenza dei vantaggi offerti dagli strumenti di digitalizzazione e automazione a supporto dei processi di produzione, manutenzione di macchinari, trasporto e sicurezza del personale.

“La sicurezza sul lavoro rappresenta un ambito nel quale il potenziale delle soluzioni digitali e di automazione appare ancora inesplorato”, conclude Patrich Villa.

“Il tema è critico alla luce di fonti di pericolo concrete, insite nella tipologia di attività e nell’ambiente dove le attività sono svolte, ma la scarsa consapevolezza dei benefici che le soluzioni tecnologiche possono offrire, la forte complessità delle norme e la scarsa cultura della prevenzione frenano la digitalizzazione dei processi in questo ambito”.

Per ulteriori informazioni: https://www.ascom.com.

Antonio Mazzuca

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in "Gestione integrata di salute e sicurezza nell'evoluzione del mondo del lavoro" INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19). Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore. Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro. Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter). Contatti: Linkedin Mail: a.mazzuca@insic.it