Operaio con DPI per il rischio elettrico mentre lavora su un quadro elettrico

Rischio elettrico sul lavoro: prevenzione e sicurezza

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La sicurezza sul lavoro in ambito elettrico è un aspetto fondamentale regolamentato dal D.Lgs. 81/08, che impone misure di prevenzione specifiche per proteggere i lavoratori dai rischi elettrici.

Il Capo III del Titolo III disciplina le norme sugli impianti e le apparecchiature elettriche, definendo gli obblighi del datore di lavoro e le prescrizioni per i lavori sotto tensione.

Normativa sul rischio elettrico nei luoghi di lavoro: D.lgs. 81/08

Il D.Lgs. 81/2008, la normativa nazionale di sicurezza sul lavoro, affronta al Capo III del Titolo III, artt. 80-87, il tema degli impianti ed apparecchiature elettriche, in termini di:

  • obblighi del datore di lavoro: in particolare valutare i rischi elettrici e salvaguardare i lavoratori dai rischi di natura elettrica;
  • requisiti degli impianti elettrici: si fa espresso richiamo alla progettazione, realizzazione e costruzione di materiali, macchinari ed apparecchiature, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici in conformità alla regola dell’arte, richiamate nell’Allegato IX al D.Lgs. 81/2008);
  • prescrizioni per lavori sotto tensione od in prossimità di parti attive;
  • protezione dai fulmini, protezione di edifici, impianti e strutture;
  • verifiche periodiche, secondo il dettato del D.P.R. 462/2001.

Obblighi del datore di lavoro nella gestione del rischio elettrico

L’art. 80 del D.Lgs. 81/2008, impone al datore di lavoro di prendere le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati da tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego di materiali, apparecchiature e impianti elettrici messi a loro disposizione.

In particolare, i lavoratori devono essere tutelati dai rischi derivanti da:

  • contatti elettrici diretti;
  • contatti elettrici indiretti;
  • innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni;
  • innesco di esplosioni;
  • fulminazione diretta ed indiretta;
  • sovratensioni;
  • altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.

Il Datore di lavoro dovrà quindi eseguire la valutazione dei rischi, tenuto conto:

  • delle condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze;
  • dei rischi presenti nell’ambiente di lavoro;
  • di tutte le condizioni di esercizio prevedibili.

Successivamente, il datore di lavoro dovrà adottare tutte le misure tecniche ed organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi elettrici presenti e fornire le protezioni collettive ed individuali necessarie a eseguire le attività in sicurezza, predisponendo le appropriate procedure di uso e manutenzione.

Lavori sotto tensione e in prossimità di parti attive

L’art. 82 del D.Lgs. 81/2008 stabilisce che è vietato eseguire lavori sotto tensione.

Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica o quando i lavori sono eseguiti nel rispetto di determinate condizioni.

Ad oggi, il Decreto direttoriale n. 141 del 16 novembre 2023 contiene l’elenco più aggiornato (il 12° della serie) dei soggetti abilitati e dei formatori per l’effettuazione dei lavori sotto tensione, ex art. 82, comma 2.

Sono inoltre vietati (art. 83) lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette, salvo l’adozione di particolari precauzioni. Questa disposizione rimanda, nel primo comma, ad un’importante tabella, contenuta nell’Allegato IX del D.lgs. 81/08, inerente “valori delle tensioni nominali di esercizio delle macchine ed impianti elettrici”.

Tabella 1. Allegato IX – Distanze di sicurezza da parti attive di linee elettriche e di impianti elettrici non protette o non sufficientemente protette da osservarsi, nell’esecuzione di lavori non elettrici, al netto degli ingombri derivanti dal tipo di lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei materiali movimentati, nonché degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all’azione del vento e degli abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche.

Categorie dei sistemi elettrici

È opportuno rammentare che, in relazione alla loro tensione nominale i sistemi elettrici si dividono in:

  • sistemi di Categoria 0 (zero), chiamati anche a bassissima tensione, quelli a tensione nominale minore o uguale a 50 V se a corrente alternata o a 120 V se in corrente continua (non ondulata);
  • sistemi di Categoria I (prima), chiamati anche a bassa tensione, quelli a tensione nominale da oltre 50 fino a 1000 V se in corrente alternata o da oltre 120 V fino a 1500 V compreso se in corrente continua;
  • sistemi di Categoria II (seconda),chiamati anche a media tensione quelli a tensione nominale oltre 1000 V se in corrente alternata od oltre 1500 V se in corrente continua, fino a 30.000 V compreso;
  • sistemi di Categoria III (terza),chiamati anche ad alta tensione, quelli a tensione nominale maggiore di 30.000 V.

Qualora la tensione nominale verso terra sia superiore alla tensione nominale tra le fasi, agli effetti della classificazione del sistema si considera la tensione nominale verso terra.

  1. Cosa si intende con il concetto di Sistema elettrico?

    Per sistema elettrico si intende la parte di un impianto elettrico costituito da un complesso di componenti elettrici, aventi una determinata tensione nominale (Allegato IX, D.lgs. 81/08).

Verifiche periodiche e controlli impianti

L’art. 86 del D.Lgs. 81/2008 prevede che, ferme restando le disposizioni del D.P.R. 462/2001, il datore di lavoro deve provvedere affinché gli impianti elettrici e gli impianti di protezione dai fulmini siano periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni delle norme di buona tecnica e la normativa vigente per verificarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza.

Responsabilità del Datore di lavoro e formazione PES e PAV

La Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata in merito all’infortunio occorso ad un lavoratore impiegato in lavori elettrici e privo della necessaria formazione professionale (Cassazione

Penale, Sez. 4, 08 marzo 2024, n. 9902).

Il Giudici avevano infatti rilevato, in capo al datore di lavoro, il mancato rispetto della norma tecnica CEI 11-27, la quale prescrive che i lavori in prossimità di tensione elettrica devono essere compiuti da persona esperta (PES) o avvertita (PAV) mentre le persone comuni (PEC) sono abilitate a svolgere tali lavori solo sotto la supervisione di PES o di PAV.

Il titolare della posizione di garanzia ha dunque il dovere di fornire adeguata formazione ai lavoratori, accertarsi del rispetto dei presidi antinfortunistici e del fatto che ogni lavoratore possa prestare la propria opera in condizioni di sicurezza.

Misure di prevenzione e protezione contro il rischio elettrico

La predisposizione delle misure di prevenzione e protezione, non può prescindere da una preliminare e oculata valutazione delle caratteristiche dell’impianto elettrico, al di là della sua formale conformità alle norme tecniche.

In rapporto alle caratteristiche dei locali, va presa in particolare considerazione la qualità e la razionale installazione dei componenti impiantistici, a seconda delle condizioni operative e del tipo di lavorazione cui sono addetti i singoli lavoratori.

Tale valutazione è necessaria per poter prevenire il possibile danneggiamento degli involucri protettivi e dei rivestimenti isolanti, durante l’utilizzo di attrezzi nel corso delle operazioni lavorative.

Le condizioni di isolamento da valutare ai fini del possibile danneggiamento, riguardano anche le parti elettriche e il relativo stato di affidabilità funzionale.

Una attenta valutazione circa lo stato di usura e manutenzione, deve riguardare specialmente:

  • le parti elettriche delle macchine mobili e degli utensili elettrici portatili,
  • i cavi di alimentazione,
  • le derivazioni a spina.

La verifica di efficienza e di manutenzione dei rivestimenti isolanti deve riguardare anche altre parti elettriche a portata di mano dei lavoratori, o suscettibili di contatto accidentale durante le operazioni lavorative normali.

Il rischio di elettrocuzione

Nella stragrande maggioranza dei casi, la principale conseguenza di un contatto con parti elettriche sotto tensione è il fenomeno dell’elettrocuzione.

Il rischio concreto di elettrocuzione consiste nel possibile inserimento del corpo umano (o di parti vitali del corpo) in un circuito elettrico sotto tensione maggiore dei limiti di sicurezza, puntualizzati dalle norme CEI.

La contrazione muscolare costituisce il più noto effetto fisiologico transitorio, prodotto da una corrente elettrica, di modesta intensità, che attraversa il corpo umano.

Una corrente più intensa, quando non interessa organi vitali, produce effetti come la tetanizzazione muscolare e ustioni di diversa gravità.

Gli effetti sono più gravi quando il passaggio di corrente interessa i polmoni, provocando l’arresto della respirazione, o il cuore, che può entrare in fibrillazione anche irreversibile.

Il rischio incendio o esplosione

Il rischio elettrico è noto anche per essere una delle cause d’incendio, nonché di possibili esplosioni.

L’innesco può essere generato da guasti funzionali, da cortocircuiti, dal semplice surriscaldamento termoelettrico o dalla produzione di scintille in caso di connessioni allentate, quando tali fenomeni si verificano in prossimità di oggetti o di sostanze infiammabili.

Una vera e propria esplosione può verificarsi quando le sostanze presenti, nelle immediate prossimità di quelle fonti casuali d’innesco hanno speciali caratteristiche di infiammabilità rapida e sono quindi da considerare tecnicamente degli esplosivi.

Il rischio fulminazione atmosferica

Una forma particolarmente temibile di rischio elettrico è costituita dalla fulminazione atmosferica.

Gli effetti, più o meno catastrofici, prodotti dalla fulminazionediretta sono molto noti, ma ancora più insidiosi sono i fenomeni indiretti, generati da tali fenomeni.

Uno specifico effetto secondario della fulminazione atmosferica consiste nella elettroinduzione.

Le sovratensioni elettroindotte dai fulmini, producono sbalzi di tensione nei circuiti elettrici di apparecchiature particolarmente sensibili come quelle informatiche, radiotelevisive o anche altre apparecchiature con componenti elettronici.

Per saperne di più sul rischio elettrico

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