Agricoltura e disturbi muscoloscheletrici, come valutarli? Una ricerca Eu-OSHA cita l’Italia

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EU-OSHA ha diffuso un Discussion paper dal titolo: “MUSCULOSKELETAL DISORDERS IN AGRICULTURE: FROM IDENTIFYING THE RISKS TO ADOPTING PREVENTIVE MEASURES Examples of projects financed by INAIL” sui disturbi muscoloscheletrici (DMS) in agricoltura che parte dall’individuazione dei rischi all’adozione di misure preventive e comprende uno studio di caso sulla valutazione del rischio biomeccanico da sovraccarico degli arti superiori nella regione Marche, condotto da INAIL, che fornisce alle micro e piccole imprese agricole per prevenire i DMS.
L’Agenzia europea annuncia che sarà pubblicato verso la fine di quest’anno un secondo documento riguardante la valutazione del rischio dei DMS nel quadro di un accordo di ricerca tra l’EU-OSHA e l’INAIL , l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Agricoltura e disturbi muscolo-scheletrici in Italia, i dati INAIL

I dati INAIL per il periodo 2014-2018 (INAIL, 2020) mostrano che in agricoltura le malattie professionali con l’eziologia professionale confermata è costituita principalmente da DMS (73-75% di tutti i casi). Nello stesso periodo, i casi di sindrome del tunnel carpale rappresentavano il 16-17% del totale.
I DMS sono costituiti principalmente da mal di schiena causato da ernie e altre patologie dei dischi intervertebrali, da disturbi dei tessuti molli (principalmente nella spalla) e ad a in misura minore da artropatie (principalmente al ginocchio e all’anca). La maggior parte dei disturbi dei tessuti molli (85% di tutti i casi di questo tipo) sono patologie della spalla (lesioni alla spalla, sindrome della cuffia dei rotatori, ecc.); i restanti casi sono epicondilite, sinovite e tenosinovite e altre patologie.

Agricoltura e rischio biomeccanico: i dati europei di EU-OSHA

Secondo i dati riportati da EU-OSHA (2019), circa tre lavoratori europei su cinque segnalano disturbi di DMS, principalmente mal di schiena e dolori muscolari agli arti superiori. I risultati della sesta tornata dell’indagine europea sulle condizioni di lavoro mostrano che in agricoltura il 69% dei lavoratori riferisce di aver sofferto di mal di schiena nel 2015, mentre il 56% dei lavoratori denuncia dolori agli arti superiori.
L’agricoltura è dunque un settore nel quale si osserva una delle percentuali più elevate di disturbi muscoloscheletrici (DMS), in quanto comporta tradizionalmente carichi pesanti, movimenti ripetitivi e posture statiche.

Come ridurre il rischio biomeccanico in agricoltura?

L’eliminazione o la riduzione del rischio biomeccanico in agricoltura dovrebbe essere ottenuta attraverso:
• la raccolta dettagliata di dati sulle mansioni lavorative;
• l’analisi dei dati e la valutazione dei rischi mediante metodi standardizzati;
• l’identificazione delle misure adeguate per eliminare o ridurre i rischi.

Disturbi muscolo-scheletrici in agricoltura: come valutare il rischio e quali ostacoli?

Molte ragioni rendono difficile effettuare una valutazione del rischio in agricoltura:
• le attività lavorative non sono standardizzabili;
• le diverse mansioni colturali variano a seconda delle stagioni;
• le condizioni ambientali variano notevolmente (periodi soleggiato / piovoso e caldo / freddo);
• i lavoratori hanno caratteristiche personali diverse (età, sesso, altezza, ecc.), Spesso non identificabili a priori a causa dell’utilizzo di lavoratori stagionali.

Quali sono gli strumenti per la valutazione del rischio biomeccanico in agricoltura?

EU-OSHA individua:
• i metodi per la valutazione dei rischi biomeccanici proposti dalla letteratura e tecnica
• gli standard (non sono sempre adatti), poiché sono stati sviluppati per attività standardizzate, per le quali la frequenza di azioni, metodi e movimenti può essere ben definita.
• Le norme tecniche internazionali, che rimangono il principale riferimento per la valutazione di rischio biomeccanico in agricoltura.
Gli Standard internazionali indicati per i rischi specifici che possono causare riguardano
• gestione di carichi a bassa ed alta frequenza;
• sollevamento e trasporto manuale di carichi;
• pinta e trazione manuale dei carichi;
• posture statiche.

Disturbi muscolo-scheletrici: definizione

I DMS lavoro correlati colpiscono la schiena, il collo, le spalle e gli arti superiori e inferiori e denotano qualsiasi danno o disturbo delle articolazioni o di altri tessuti. I problemi di salute vanno da malesseri e dolori di lieve entità sino ad affezioni mediche più gravi che costringono ad assentarsi dal lavoro o per le quali sono necessarie cure mediche. Nei casi più gravi, possono persino portare a disabilità e alla necessità di abbandonare il lavoro.

Disturbi muscolo-scheletrici: quali sono le cause?

La maggior parte dei DMS lavoro correlati si sviluppa nel tempo. Di solito la causa dei DMS non è una sola, spesso vi concorrono vari fattori di rischio, tra cui fattori fisici e biomeccanici, organizzativi e psicosociali nonché quelli individuali.

Disturbi muscolo-scheletrici: quali sono i principali fattori di rischio?

Si distinguono:

I fattori di rischio fisici e biomeccanici possono includere:

• movimentazione dei carichi, specialmente durante le fasi di flessione e torsione;
• movimenti ripetitivi o che richiedono uno sforzo;
• posture scomode e statiche;
• vibrazioni, scarsa illuminazione o ambienti di lavoro freddi;
• ritmi intensi di lavoro;
• rimanere seduti o in piedi a lungo nella stessa posizione.

I fattori di rischio organizzativi e psicosociali possono includere:

• elevata intensità lavorativa e bassa autonomia;
• assenza di pause o di possibilità di cambiare le posture lavorative;
• lavorare molto velocemente, anche conseguentemente all’introduzione di nuove tecnologie;
• lavorare per lunghe ore o a turni;
• bullismo, molestie e discriminazione sul luogo di lavoro;
• bassa soddisfazione sul lavoro.
• In genere tutti i fattori psicosociali e organizzativi (soprattutto se uniti ai rischi fisici) che possono portare a stress, fatica, ansia o altre reazioni, suscettibili a loro volta di aumentare il rischio di DMS.

I fattori di rischio individuali possono includere:


• anamnesi precedente;
• capacità fisica;
• stile di vita e abitudini (ad es. fumo, mancanza di esercizio fisico).

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Redazione InSic

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