Campi elettromagnetici: come organizzare la Relazione tecnica di supporto al DVR

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Il D.Lgs. 81/08 sulla salute e sicurezza sul lavoro include all’art. 17, tra gli obblighi non delegabili (e dunque identificativi) del datore di lavoro, la valutazione di tutti i rischi, con la conseguente elaborazione del documento previsto dall’art. 28 e richiesto dall’art. 181 per l’esposizione agli agenti fisici, tra cui i campi elettromagnetici (CEM).
Questo documento deve contenere anche una relazione sulla valutazione di tutti i rischi specifici, nella quale siano descritti i criteri utilizzati per la valutazione stessa.

Per decidere quali devono essere i contenuti di questa Relazione e come devono essere strutturati si può fare riferimento, in campo internazionale, allo standard EN 50499 del 2008 e alla più recente Guida non vincolante di buone prassi per l’attuazione della direttiva 2013/35/UE. In campo nazionale ci si può riferire alle norme CEI 211-6 e 211-7 del 2001 e al Portale Agenti Fisici (PAF), che contiene una FAQ (la n. 32) specifica sull’argomento.

Inizia così l’articolo di Gian Marco Contessa, Fisico medico, Esperto Qualificato in Radioprotezione di III grado su Ambiente&Sicurezza sul lavoro 6-7/2018 (vedi il sommario completo).
L’articolo fornisce indicazioni utili su come redigere la “Relazione tecnica di supporto al documento di valutazione del rischio CEM” partendo dall’analisi di ogni singola Sezione di cui la Relazione è composta.
Dalla sezione dedicata alle Valutazioni preventive “Si inizia con la caratterizzazione del luogo di lavoro e l’identificazione delle attività correlate ai rischi da CEM e del personale coinvolto (gruppi di riferimento dei lavoratori), individuando anche i lavoratori di ditte esterne, i lavoratori che intervengono per manutenzione su attrezzature normalmente non accessibili che generano forti campi e i lavoratori particolarmente a rischio …” – si passa quindi all’analisi delle Valutazioni metrologiche“In caso di mancata disponibilità di dati utili forniti dal fabbricante o reperibili nelle banche dati si può scegliere di eseguire valutazioni strumentali sulle sorgenti con strumentazione adeguatamente tarata (con frequenza almeno biennale, come indicato dalle norme di buona tecnica 211-6 e 211-7) e di caratteristiche idonee ai parametri da rilevare …”.

Si analizzano poi le sezioni dedicate ai risultati delle misurazioni (in cui si dettaglia il rapporto tecnico della campagna metrologica), quella per i risultati dei calcoli (“Nel caso in cui non sia possibile dimostrare la conformità con i Valori di Azione (VA) del D.Lgs. 81/08, si effettua una modellizzazione informatica per determinare se i Valori Limite di Esposizione (VLE) pertinenti siano effettivamente superati”). La valutazione specifica deve poi portare a identificare l’effettivo livello di esposizione di tutte le categorie di lavoratori. Nella sezione Conclusioni, in base ai risultati della valutazione dei rischi, si analizza la validità delle misure di prevenzione e protezione già in vigore sul posto di lavoro e si riporta se e quali misure addizionali sia necessario apportare per proteggere i lavoratori dalle esposizioni ai CEM, assicurando la conformità ai VA e/o ai VLE del D.Lgs. 81/08.
A conclusione delle valutazioni precedenti si deve definire l’eventuale necessità di sorveglianza sanitaria.

Riferimenti bibliografici:
Campi elettromagnetici: come organizzare la Relazione tecnica di supporto al documento di valutazione del rischio specifico
di Gian Marco Contessa, Fisico medico, Esperto Qualificato in Radioprotezione di III grado
Ambiente&Sicurezza sul Lavoro

Redazione InSic

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