Contaminazione fungina in ambienti indoor: un factsheet INAIL sui rischi per la salute

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INAIL rende disponibile online gratuitamente un factsheet su “Contaminazione fungina in ambienti indoor: rischi per la salute occupazionale“.
Si affrontano le problematiche connesse con l’esposizione ad agenti fungini in ambienti indoor, già oggetto di studio da tempo, e qui indagate nelle fonti di inquinamento ambientale e alle patologie ad essi correlate.

Il documento fornisce una panoramica circa le principali sorgenti interne di accumulo e rilascio di tali agenti di rischio, gli effetti sulla salute, le misure di prevenzione e controllo più idonee alla luce della normativa nazionale di riferimento in tema di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e dell’Accordo Conferenza Stato-Regioni del 7 febbraio 2013.

Le fonti di esposizione
Si spiega nel Documento che la presenza di agenti fungini è di norma associata ad ambienti lavorativi particolarmente umidi (caseifici, salumifici, cartiere, stalle, serre, ecc.) ma può raggiungere elevate concentrazioni anche in ambienti indoor, quali scuole e uffici, dove i materiali utilizzati per strutture ed arredi (tappezzerie, vernici, colle, legno, materiale cartaceo, piante ornamentali, ecc.), la polvere e gli alimenti non adeguatamente conservati possono rappresentare sorgenti interne di accumulo e rilascio di tali microrganismi.
Tra le fonti di inquinamento indoor si annoverano anche i sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC) dove l’accumulo di sporcizia, la presenza di detriti e incrostazioni all’interno dei vari componenti facilitano l’insediamento e la moltiplicazione microbica.
Numerosi studi hanno, infatti, evidenziato che la contaminazione microbiologica dell’aria negli ambienti confinati è spesso imputabile a scarse condizioni igieniche degli impianti di trattamento dell’aria e a errori di progettazione e/o installazione che non consentono una idonea manutenzione degli stessi.

Prevenzione
In materia di prevenzione, il Factsheet richiama il Testo unico di Sicurezza (d.lgs. 81/2008) che impone l’eliminazione del rischio di esposizione ad agenti biologici o la sua riduzione al più basso livello possibile. Non essendo possibile eliminare la presenza di muffe, è possibile contenerle con il mantenimento di adeguati livelli di umidità interna (< 60%), idonea ventilazione e rispetto di norme igieniche generali. Si cita anche l’Accordo Conferenza Stato-Regioni del 7 febbraio 2013 per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti HVAC e per la pianificazione degli interventi di manutenzione.
Fondamentali le attività di monitoraggio e ispezione dell’impianto di trattamento aria e dell’edificio finalizzate al mantenimento dell’integrità dell’involucro edilizio e all’individuazione di infiltrazioni di acqua.

Redazione InSic

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