ESENER 2: la presentazione al Parlamento UE

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L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha presentato ieri, 23 giugno i principali risultati della seconda indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-2) al Parlamento europeo e che riportiamo in allegato .
Lo riporta EU-OSHA ricordando i numeri dell’indagine che ha raccolto le risposte di quasi 50 000 luoghi di lavoro in 36 paesi, compresi i 28 Stati membri, offrendo un quadro particolareggiato su come vengono gestiti i rischi relativi alla sicurezza e alla salute sul lavoro (SSL) nei luoghi di lavoro in Europa
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I disturbi muscoloscheletrici in diffusione
Il fattore di rischio più frequentemente segnalato è costituito da situazioni in cui occorre trattare con clienti, pazienti, studenti e altri soggetti difficili (58 % delle imprese nell’UE-28), il che in parte riflette la costante crescita del settore dei servizi. I fattori che causano disturbi muscoloscheletrici (DMS), quali posizioni faticose o dolorose e movimenti ripetitivi della mano o del braccio, sono segnalati con elevata frequenza in tutti i settori di attività.

La valutazione del rischio
I risultati indicano che il 76 % delle imprese nell’UE-28 effettua valutazioni periodiche dei rischi, e di queste il 90 % le considera un modo utile di gestire la sicurezza e la salute. Esistono differenze significative a livello nazionale nella percentuale di imprese che effettuano le valutazioni dei rischi avvalendosi del personale interno rispetto a quelle che si avvalgono di fornitori esterni. L’utilizzo di personale interno varia dal 76 % in Danimarca al 7 % in Slovenia. Sebbene le dimensioni dell’impresa costituiscano un fattore determinante, in alcuni paesi persino la maggior parte delle imprese più piccole generalmente effettua le valutazioni dei rischi utilizzando personale interno.

La partecipazione dei dipendenti
Un altro risultato fondamentale si riferisce al fatto che un elevato livello di partecipazione (formale o informale) dei dipendenti è un forte indicatore di buona qualità del lavoro, compresa la qualità della gestione della SSL in generale e della gestione dei rischi psicosociali in particolare.

La percezione della complessità della normativa di sicurezza
ESENER 2 consente inoltre di capire se le aziende percepiscano la gestione della sicurezza e della salute come un onere, il che riveste grande rilevanza per i programmi in corso, come REFIT, il programma della Commissione europea di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione. Alla domanda se la complessità degli obblighi di legge in materia di SSL sia considerata un ostacolo alla gestione della salute e della sicurezza, le risposte affermative variavano dal 67 % in Italia al 14 % in Lituania. Considerato che tutti gli Stati membri dell’UE sono soggetti alla stessa legislazione a livello di Unione europea, queste cifre evidenziano la diversità delle situazioni esistenti a livello nazionale e sottolineano l’importanza della normativa nazionale, delle strutture di supporto e di altre risorse.
L’attuale quadro giuridico in materia di SSL risale al 1989, quando è stata adottata la direttiva quadro europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (direttiva 89/391/CEE), e, come nella precedente edizione dell’ESENER, il rispetto degli obblighi di legge è stato il motivo citato con maggiore frequenza per la gestione della SSL (85 % delle imprese nell’UE-28); una percentuale elevata di intervistati ha indicato altresì la volontà di soddisfare le aspettative dei dipendenti e dei loro rappresentanti (79 %) e di evitare sanzioni da parte dell’ispettorato del lavoro (78 %).

Il fine dell’Indagine ESENER
L’indagine ESENER-2 si propone di esaminare le modalità con cui sono gestite, nella pratica, la salute e la sicurezza – e in particolare i rischi nuovi ed emergenti, quali i rischi psicosociali – nelle organizzazioni di tutte le dimensioni, incluse le microimprese con 5-10 dipendenti. I questionari sono stati sottoposti alla persona più informata in materia di SSL all’interno dell’organizzazione. Gli intervistati hanno indicato i principali fattori di rischio presenti nella propria organizzazione e hanno descritto come li gestiscono, specificando inoltre i motivi per i quali si occupano della gestione dei rischi – nonché le principali difficoltà che ostacolano innanzitutto la valutazione dei rischi sul luogo di lavoro.

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Redazione InSic

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