Cosa significa veramente valutare i rischi da esposizione ad agenti chimici pericolosi e qual è il valore aggiunto della valutazione ai fini del miglioramento della sicurezza per i lavoratori?
La valutazione dei rischi da esposizione ad agenti chimici pericolosi è un processo articolato che va dalla raccolta dei dati, alla valutazione dell’efficacia delle misure in essere e di quelle da implementare.
Si parte dalla predisposizione di una solida base dati iniziale, in termini di lista degli agenti chimici da valutare, di identificazione delle loro caratteristiche di pericolo e delle loro caratteristiche chimico-fisiche, di associazione con le mansioni o i gruppi omogenei che ne possono essere esposti e di rilevazione delle effettive condizioni d’uso e/o di esposizione. Quindi si procede alla definizione dei livelli di rischio ai quali i lavoratori sono esposti per tutti gli agenti chimici, considerando sia i rischi connessi alla salute, che quelli connessi alla sicurezza.
In ultimo, la valutazione vera e propria si conclude con la verifica della presenza e dell’efficacia delle misure e dei principi generali di prevenzione e, se necessario, delle misure specifiche di prevenzione e protezione, delle procedure da attuare in caso di incidente o di emergenza e della sorveglianza sanitaria.
Ecco come procedere:
Nell'articolo
L’identificazione dei fattori di rischio
La lista degli agenti chimici da valutare non può restringersi ai prodotti chimici presenti in azienda come materie prime o come prodotti finiti, ma deve essere estesa ad altre categorie di prodotti:
• prodotti chimici utilizzati per attività manutentive
• prodotti chimici presenti negli impianti tecnologici
• prodotti chimici presenti nel luogo di lavoro per altri scopi
• prodotti chimici contenuti in articoli
• rifiuti
• altri agenti chimici presenti sul luogo di lavoro
• intermedi di produzione
• miscele di laboratorio
L’identificazione dei pericoli
Successivamente il valutatore si trova nelle condizioni di dover identificare i pericoli connessi agli agenti chimici da analizzare. È ovvio che l’identificazione dei pericoli deve essere fatta in chiave di regolamento CLP per cui, se per sostanze e miscele pericolose tal quali possiamo fare riferimento alle schede di sicurezza, per alcune delle categorie precedentemente elencate questa operazione non è così agevole.
Scenari di utilizzo ed esposizione
Occorre quindi prendere in considerazione le modalità di esposizione dei lavoratori e come l’agente viene manipolato o interagisce con le persone, quali misure di prevenzione e/o protezione sono già implementate e se tali misure sono al momento efficaci (ad esempio se un’aspirazione, oltre a essere semplicemente presente, è utilizzata, presenta un livello prestazionale adeguato, è manutenuta, etc.). Questa fase prevede l’assunzione di informazioni di dettaglio con rilevazioni in campo ed è fortemente agevolata se è possibile interagire direttamente con chi esegue le attività o con chi conosce a fondo le modalità operative, come ad esempio un preposto.
Scelta del metodo di valutazione
La fase di valutazione che segue, qualunque sia il metodo che si intende utilizzare, porterà a definire per ciascuna mansione lavorativa o gruppo omogeneo, qual è il livello di rischio per agente chimico. Come è noto la normativa predefinisce i livelli di rischio in “irrilevante” o “rilevante” per la salute e in “basso” o “non basso” per la sicurezza.
Ricordiamo che la valutazione deve essere fatta sia per i rischi per la salute che per quelli per la sicurezza. I metodi di cui disponiamo ad oggi normalmente prevedono algoritmi di calcolo specifici o per l’uno o per l’altro. In un numero non trascurabile di valutazione si riscontra il trattamento dei dati solo ai fini della valutazione dei rischi per la salute, ignorando completamente quelli per la sicurezza.
L’articolo completo è sul numero 3 della rivista Ambiente & Sicurezza sul Lavoro
Rischio chimico: valutazione, approcci metodologici e criticità
A. Foti e A. Risoluto
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